Referendum Costituzionale Russia 2020

Il 17 marzo scorso il presidente russo Vladimir Putin ha indetto un referendum costituzionale che si terrà il prossimo 22 aprile. Ma per cosa voteranno i cittadini russi, quando saranno chiamati alle urne e cosa cambierà nella Federazone Russa nel caso vinca il “Sì”.

L’attuale Costituzione russa è stata adottata in seguito ad un referendum il 12 dicembre 1993 (data poi divenuta festa nazionale in Russia), durante la presidenza di Boris Eltsin, e consiste in nove capitoli. Vi sono già stati apportati emendamenti nel corso degli anni, tra i quali quelli del 2008, quando è stata modificata la strutturazione di alcuni organi governativi.

Tuttavia, l’attuale Costituzione è stata da sempre oggetto di alcune critiche da parte della popolazione. Le principali sono:

  • la priorità del diritto internazionale rispetto al diritto interno, che obbliga la Russia a seguire le decisioni dei tribunali internazionali, spesso politicamente di parte;
  • la mancanza della menzione del popolo russo e del suo ruolo storico e di responsabilità per lo Stato nella Costituzione, mentre nelle Costituzioni delle Repubbliche nazionali facenti parte della Federazione Russa (ad esempio, il Tatarstan) vengono menzionati i popoli locali. Pertanto, i russi, come popolazione, possiedono una serie minore di diritti costituzionali rispetto ad alcune minoranze etniche presenti sul territorio russo. Gli emendamenti costituzionali previsti apporteranno modifiche a questo stato di cose, sebbene l’introduzione di questa modifica sembri poco convincente;
  • la “copia” dei valori liberali americani e della Costituzione americana, in particolare limitando il numero di mandati per il quale lo stesso presidente può essere eletto. Inoltre, un rifiuto deliberato dell’ideologia e dei valori tradizionali russi;
  • una “asimmetria” nella Federazione, in cui le Repubbliche nazionali hanno più diritti economici e politici rispetto alle regioni russe, anche quando le popolazioni autoctone di tali Repubbliche non costituiscono la maggioranza nel territorio. Le modifiche proposte alla Costituzione non risolvono questo problema. Il concetto di Repubbliche nazionali in Russia è vagamente simile a quello delle Regioni a statuto speciale in Italia. Tuttavia, in Russia, tali Repubbliche (Tatarstan, Cecenia, Dagestan, ecc.) godono di ancor maggiore indipendenza, avendo Costituzioni proprie ed essendo governate dai propri presidenti. 

Il 20 gennaio 2020, il presidente Putin ha presentato alla Duma di Stato un disegno di legge “Sul miglioramento della regolamentazione di alcune questioni relative all’autorità pubblica”. Il 23 gennaio, i deputati della Duma lo hanno adottato all’unanimità in prima lettura. In seguito il presidente russo ha firmato un decreto “Sull’organizzazione della preparazione di un voto di tutta la Russia sull’approvazione degli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa”, conferendo alla Commissione elettorale centrale i poteri pertinenti.

Tuttavia, il 2 marzo, Putin ha introdotto un secondo pacchetto di emendamenti. Il Parlamento di Stato ha discusso tutti gli emendamenti riguardanti 41 articoli della Costituzione. L’11 marzo si è tenuta la lettura finale, in cui gli emendamenti sono stati approvati, ma il 14 marzo il presidente russo ha inviato una richiesta alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità degli emendamenti, e il 16 marzo l’organismo giuridico li ha approvati. Infine, il 17 marzo, Putin ha firmato un decreto sull’istituzione del referendum, fissato per il 22 aprile, che consisterà in un’unica domanda: “Approvate le modifiche alla Costituzione della Federazione Russa?”.

Il referendum a valenza nazionale in Russia si basa sulla maggioranza dei voti espressi, a prescindere dall’affluenza alle urne. Le principali modifiche previste sono:

  • l’istituzione di un nuovo organo governativo, il Consiglio di Stato, formato dal presidente al fine di garantire il funzionamento coordinato e l’integrazione delle autorità statali. Questo servirà a determinare le direzioni principali della politica interna ed estera della Russia e le aree prioritarie di sviluppo socio-economico del Paese. Ulteriori dettagli sul Consiglio di Stato (quali poteri avrà, chi ne farà parte, come si chiamerà ufficialmente il capo e da chi sarà nominato) verranno determinati da una legge federale separata non ancora presentata al parlamento;
  • l’abolizione del numero dei mandati per i quali può essere eletto un presidente. Per esempio, Putin avrà la possibilità di candidarsi anche alle prossime elezioni del 2024 e alle successive nel 2030; 
  • l’asserzione dei valori tradizionali all’interno della Costituzione: la fede in Dio come uno dei valori fondamentali e la definizione di matrimonio come unione di uomo e donna;
  • la priorità della Costituzione rispetto al diritto internazionale;
  • il rafforzamento del ruolo dell’istruzione statale del popolo russo;
  • qualche decentramento del potere e maggiori poteri al parlamento;
  • assicurare pensioni che non possono essere inferiori al livello di sussistenza;
  • il consolidamento nella Costituzione del principio dell’impossibilità di alienazione del territorio (prima di tutto si intende la Crimea, ma anche l’abolizione delle possibilità di separatismo);
  • la protezione e il sostegno dei bambini sono dichiarati una delle priorità più importanti per lo Stato;
  • l’ufficializzazione del supporto per i connazionali all’estero;
  • l’istruzione e l’educazione dipendono direttamente delle autorità federali (misura volta a contrastare il separatismo nelle Repubbliche nazionali);
  • l’aggiunta di restrizioni (ma non specificatamente prescritte) sul possesso di cittadinanza straniera e permesso di soggiorno straniero, nonché conti bancari e beni immobili all’estero per i funzionari.

Valentina Tereshkova, deputata del partito di governo Russia Unita e prima donna astronauta del pianeta, ha spiegato così la necessità dell’emendamento riguardante la carica presidenziale: “La questione non riguarda lui (il presidente, ndr), ma noi, i cittadini russi e il futuro della Russia (…). Se la situazione lo richiede e se le persone lo vogliono, bisogna offrire alla legge l’opportunità per il presidente in carica di essere rieletto… Questa è una garanzia di stabilità sia interna che esterna”.

La critica principale alle modifiche proposte viene dal campo liberale. I liberali sono estremamente insoddisfatti non solo della rimozione delle restrizioni sull’assunzione della presidenza, ma anche di tutti gli altri emendamenti. Pur essendo un piccolo gruppo (non più del 10%), dispongono tuttavia di grandi risorse mediatiche, e per molti aspetti dettano l’agenda politica. Sono anche pronti per le proteste, anche se è ancora in discussione quando possano organizzarle.

La parte principale della classe dirigente, così come i cittadini più “patrioti”, accolgono favorevolmente questi cambiamenti. Questa parte di cittadini probabilmente non andrà ai raduni in favore dei cambiamenti, ma potrebbe mobilitarsi contro le proteste del campo liberale, mentre la maggior parte dei cittadini è neutrale, anche se vi sono opinioni diverse. Questi ultimi si presume che voteranno a favore dei cambiamenti perché, nonostante la tradizionale posizione critica nei confronti delle autorità, l’apprezzamento per il presidente Putin è molto alto.

Tuttavia, l’attuale situazione causata dal coronavirus potrà comportare imprevisti e modifiche. Innanzitutto, il 25 marzo, Putin ha dichiarato che, a causa del coronavirus, il referendum è stato posticipato a data da stabilirsi.

Se l’attuale governo sarà in grado di contenere l’epidemia in Russia e la situazione economica rimarrà stabile e non causerà un forte deterioramento della situazione finanziaria di molte persone, la popolazione riterrà che il sistema statale costruito da Putin si è rivelato efficiente nelle condizioni più difficili. Tuttavia, se dovesse verificarsi un forte collasso economico e un’epidemia diffusa, le intenzioni di voto al referendum potrebbero cambiare radicalmente.

Silvia Vittoria Missotti