Il 1° luglio, in Russia si terrà un referendum riguardante alcuni emendamenti costituzionali. Lo ha indetto il presidente della Federazione Vladimir Putin in un suo discorso all’Assemblea federale. La votazione sarebbe dovuta avvenire il 22 aprile scorso, ma a causa della pandemia di coronavirus è stata rinviata a una data successiva. Al fine di informare la popolazione sui cambiamenti previsti in caso di vittoria del “sì”, i media russi hanno svolto per diversi mesi un lavoro esplicativo. Per l’occasione stato anche costruito un sito apposito. In un articolo precedente, avevamo spiegato le principali modifiche previste.
Nella società russa non vi è un consenso unanime su questo tema. Alcuni gruppi si oppongono, tra cui i liberali. Chi vede la Russia come parte dell’Occidente e spinge per un riavvicinamento con gli Stati Uniti, anche a scapito degli interessi nazionali del Paese, è contrario agli emendamenti previsti dal referendum. Un’altra parte della critica è costuito dalle fazioni della sinistra radicale. La loro espressione politica è il Partito Comunista della Federazione Russa, che è l’unico partito parlamentare che si è opposto agli emendamenti. I liberali e la sinistra concordano sul fatto che gli emendamenti danno troppo potere al nuovo organo di governo – il Consiglio di Stato. Ma il principale argomento di critica da parte dei liberali e della sinistra è l’eliminazione del numero di mandati per il quale può essere eletto il presidente. Ciò significa che il presidente Putin può candidarsi anche alle prossime due elezioni presidenziali.
Perché sono necessari degli emendamenti alla Costituzione russa? Per capire questo, iniziamo con la storia. L’attuale Costituzione della Federazione Russa è stata adottata il 12 dicembre 1993 dopo un referendum nazionale (contemporaneamente all’elezione dei deputati della Duma di Stato della Russia). Questo è stato un momento particolarmente difficile nella storia recente della Russia. Il 3-4 ottobre 1993, per ordine dell’allora presidente Boris Eltsin, furono portati a Mosca i carri armati. E tutto il mondo ha seguito dal vivo le sparatorie dei carri armati sulla Casa Bianca – sede del Soviet supremo prima e del Parlamento russo poi.
Secondo alcuni politologi e avvocati russi, i risultati del referendum del 25 aprile 1993, che consisteva in quattro domande sul sostegno al presidente e sull’approvazione delle riforme socio-economiche, non erano stati del tutto regolari. Le schede sul voto costituzionale e sull’elezione dei deputati della Duma di Stato erano state distrutte immediatamente dopo la procedura di voto. Gran parte della popolazione era infatti contraria al presidente Eltsin e al governo di allora, che attuò riforme neoliberiste con una radicale serie di privatizzazioni delle aziende di Stato ex sovietiche.
Inoltre, un numero significativo di persone ha votato (12 dicembre 1993) contro la nuova Costituzione (che è stata approvata con il 58,4% dei voti), la quale è stata scritta con il patrocinio di consulenti americani, fino al punto che alcuni frammenti della Costituzione della Federazione Russa sono stati copiati dalla Costituzione degli Stati Uniti. Secondo questi politologi e avvocati, il compito principale della Costituzione del presidente Eltsin (e dei suoi consiglieri americani) era di mantenere la Russia legata agli Stati Uniti e all’Occidente. Pertanto, la costituzione di Eltsin stabilisce la priorità delle leggi internazionali rispetto a quelle nazionali (articolo 15, paragrafo 4). La Costituzione sancisce anche la divisione della Russia in Repubbliche nazionali con il diritto di secessione. Inoltre, il popolo russo, che costituisce la stragrande maggioranza (quasi l’81%) della popolazione della Russia, non è menzionato.
Tra i cittadini patriottici, la costituzione del 1993 non gode di buona reputazione. I quali tra gli emendamenti previsti nel referendum giudicano positivamente la possibile abolizione dell’articolo 15 e il ritorno della priorità alle leggi nazionali rispetto a quelle degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Questa decisione di Mosca ha già provocato una condanna da parte Consiglio d’Europa, che ha paura di perdere il controllo sulla legge e sulla magistratura russa.
Nel resto della popolazione gli emendamenti previsti sono considerati generalmente importanti e positivi per la Russia. Gli emendamenti più discussi tra quelli inclusi nel referendum sono la cancellazione dei termini della presidenza e la creazione del Consiglio di Stato. Alcune persone non sostengono Putin (sostenitori delle opinioni liberali o di sinistra filo-occidentali, nazionalisti radicali russi). Altri, invece, pensano solo che un presidente più giovane dovrebbe sostituire Putin. Tuttavia, è molto probabile che la maggior parte dei russi voterà in favore degli emendamenti. Secondo alcuni esperti, infatti, circa i due terzi di coloro che andranno alle urne voteranno per gli emendamenti.
Il motivo principale è che la gente in Russia ricorda che Putin ha risollevato la Russia dalla situazione difficile in cui si trovava negli anni Novanta, e vedono cambiamenti positivi nella vita di oggi. La Russia sta diventando più forte – e gli Stati Uniti sono più deboli. Secondo quegli esperti che sono a favore della cancellazione dei termini presidenziali di Putin, è ora necessario mantenere la continuità al potere. Gli Stati Uniti forniscono un esempio del tipo opposto: i forti conflitti nell’establishment al potere portano nella società americana gravi crisi interne.
Silvia Vittoria Missotti