Matteo Salvini

Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano ha scaricato sull’ex premier Silvio Berlusconi le responsabilità dell’intervento militare in Libia nel 2011, respingendo le accuse indirizzategli da centrodestra e M5S.

“Dire che il governo fosse contrario e che cedette alle pressioni del capo dello Stato in asse con Sarkozy, ha affermato Napolitano nel corso di un’intervista a La Repubblica, non corrisponde alla realtà. I miei rapporti con l’allora presidente francese erano di certo poco intensi e tutt’altro che basati su posizioni concordanti in un campo così controverso. E non soltanto io trovai fondate le considerazioni del Consigliere Archi, ma concordarono con esse anche autorevoli membri presenti del governo, come il Ministro della Difesa La Russa. L’Italia era interessata a che il da farsi sul piano internazionale in difesa dei diritti umani e del movimento della primavera in Libia non rimanesse oggetto di una sortita francese fuori di ogni regola comune, ma si collocasse nel quadro delle direttive dell’Onu e nell’ambito di una gestione Nato”.

A proposito della consultazione informale di emergenza che si tenne in coincidenza con la celebrazione al Teatro dell’Opera dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’ex capo dello Stato ha così ricostruito quelle ore di grande tensione: “In quella sede informale potemmo tutti renderci conto della riluttanza del Presidente Berlusconi a partecipare all’intervento Onu in Libia. Il Presidente Berlusconi ha di recente ricordato il suo travaglio che quasi lo spingeva a dare le dimissioni in dissenso da una decisione che peraltro spettava al governo, sia pure con il consenso della Presidenza della Repubblica. Che egli abbia evitato quel gesto per non innescare una crisi istituzionale al vertice del nostro paese, fu certamente un atto di responsabilità da riconoscergli ancora oggi. Però, ripeto, non poteva che decidere il governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l’adesione anche dell’allora opposizione di centrosinistra. La legittimazione di quella scelta da parte italiana fu dunque massima al livello internazionale e nazionale”.

Le sue parole hanno provocato la dura reazione del leader della Lega Matteo Salvini che su twitter ha cinguettato: “Napolitano non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, dovrebbe essere processato”.

A Napolitano è arrivata la solidarietà del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, del presidente della Camera Laura Boldrini, che parla di “metodo insopportabile e spregevole” e del presidente del Senato Pietro Grasso, per il quale le parole del leader leghista non sono “degne di nessuna considerazione”.

A difesa dell’ex capo dello Stato si sono schierate tutte le forze del centrosinistra. Critiche a Napolitano sono state espresse da tutto il centrodestra.

Duro il commento del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio del M5S. “In queste ore, scrive in un post su Facebook, leggo di un ridicolo scaricabarile tra l’ex presidente della Repubblica Napolitano e l’ex presidente del Consiglio Berlusconi sulle responsabilità dell’intervento militare in Libia. L’unica certezza è che per le loro scelte scellerate a pagare sono stati un’altra volta gli italiani”.

 

UN COMMENTO

  1. Napolitano è un servo degli Americani. lo sanno tutti !!!…….ha sempre fatto danni con i suoi provvedimenti, giusto processarlo …..

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