Il senatore Lucio Malan, Vicepresidente Vicario del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, ci ha gentilmente rilasciato un’intervista in cui abbiamo toccato diversi argomenti, dalla NATO alle sanzioni contro la Russia. Con uno sguardo alla politica italiana.

A circa quattro mesi dal suo insediamento, cosa ne pensa del nuovo governo italiano?

In quattro mesi tanti annunci e promesse per accontentare tutti, quasi nulla di fatto in concreto, tranne il decreto chiamato “dignità” che crea migliaia di nuovi disoccupati al giorno. Ora, con la Legge di bilancio, saranno obbligati a dire dei Sì e dei No, scontentando qualcuno.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sta applicando misure severe nella lotta contro l’immigrazione e ha già ricevuto l’approvazione della maggioranza della società italiana, il suo rating è in crescita. Come valuta Lei l’efficacia di questa politica anti-immigrazione e la possibilità che la popolarità dello stesso Salvini cresca ulteriormente?

Nel breve termine Salvini ha ottenuto forti consensi, in particolare sul contrasto all’immigrazione. Un ottimo apparato di comunicazione ha moltiplicato i risultati. Ora bisogna vedere gli effetti nel medio termine, sull’immigrazione ma soprattutto sul piano economico. Gli elettori della Lega, se l’economia non cresce e le tasse non calano, finiranno per dare poca importanza anche alla questione immigrati. Per il bene dell’Italia spero che arrivino i risultati ma razionalmente penso non saranno positivi.

Nello scorso luglio, a Bruxelles, si è svolto un vertice NATO. Secondo Lei, in questo vertice, Donald Trump è riuscito a “imporre la sua volontà” sull’Europa, affinché questa aumenti il suo contributo per la spesa per la difesa al 4% (e, di conseguenza, acquisti attrezzature militari americane) e abbandoni il gasdotto Nord Stream-2? Oppure, al contrario, Trump ha intensificato la divisione all’interno dell’Alleanza Atlantica?

La promessa di aumentare le spese militari le fanno tutti i governi nei vertici NATO, poi tornano a casa e fanno il contrario pensando che tanto ci sono le forze armate Usa. Trump sicuramente lo sa. Il suo obiettivo era creare divisioni nella UE e – almeno per quanto riguarda l’Italia – c’è riuscito. A lui l’Italia interessa soprattutto perché crea difficoltà alla UE che non perde occasione per criticarlo.

Secondo Lei, l’unità della NATO dovrebbe essere rafforzata, o gli europei dovrebbero pensare di assumere il controllo della propria sicurezza, non fidandosi degli americani?

Il problema non è se fidarsi degli americani. Sono gli americani che non vogliono più pagare la difesa militare dell’Europa, tanto più che l’Europa li contrasta su tutto: Iran, tariffe, Cina, Israele e molto altro. Trump l’ha promesso agli elettori di non pagare più.

Cosa ne pensa delle prospettive per il ritiro dell’Italia dal regime di sanzioni UE contro la Russia, che sono state dichiarate dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle alla vigilia del governo? La coalizione di governo potrà passare dalle parole ai fatti o continuerà a fare riferimento alla mancanza di unità all’interno dell’Unione Europea, appigliandosi all’assenza di passi concreti?

Noi di Forza Italia siamo fin dall’inizio contrari alle sanzioni alla Russia e in Parlamento abbiamo sempre votato in questo senso. I governi Renzi e Gentiloni hanno sempre chiesto ai loro deputati e senatori di bocciare le nostre richieste. Ma lo scorso luglio il governo Conte ha accettato il voto di Camera e Senato che impegnava il Governo a chiedere di revocare le sanzioni. Poi però al vertice non ha ottenuto nulla. Ed è normale perché attacca ogni giorno i dirigenti europei, anche con insulti.

Quanto danneggiano l’economia italiana le sanzioni contro la Russia? In che modo l’Italia dovrebbe scegliere di uscire da questo impasse che impedisce la crescita del commercio con la Russia e l’aumento delle esportazioni italiane?

Le sanzioni alla Russia danneggiano molto l’economia italiana che da sempre ha un buon rapporto con la Russia, persino ai tempi del comunismo e della guerra fredda. La strada efficace sarebbe di collaborare con gli altri europei e spingere dall’interno per modificare l’atteggiamento europeo come ha sempre fatto Berlusconi. Il governo Conte invece insulta, attacca, non ottiene nulla e alla fine addirittura si adegua alla maggioranza. Alla fine i risultati sono peggiori di quelli del governo Renzi.

Silvia Vittoria Missotti