Campionato incerto per le prime cinque
La dodicesima giornata, monca a causa del rinvio a data da destinarsi di Lazio-Udinese, ha fatto registrare una piccola frenata tra le battistrada che ha rimescolato le carte, gli impegni ravvicinati causa coppe europee e i primi freddi stagionali hanno fatto sì che le big nostrane abbiano un po’ tirato il fiato. Se il Napoli, provato dall’estenuante match contro il Manchester City, non è andato oltre lo 0-0 sul campo tradizionalmente ostico del Chievo, la Juventus ha vinto soffrendo le pene dell’inferno contro la cenerentola Benevento portandosi però ad una sola lunghezza dalla battistrada. Poteva essere una giornata trionfale per l’Inter e invece i nerazzurri non sono andati oltre l’1 a 1 contro il Torino rimandando così i sogni di issarsi in cima alla classifica. E’ stato un turno favorevole alla Roma che ha vinto in maniera un po’ rocambolesca a Firenze che vincendo il recupero contro la sorpresa Sampdoria ora sarebbe a due soli punti dal vertice, l’altra romana invece battendo l’Udinese si porterebbe ad una sola lunghezza per una classifica che reciterebbe così (il condizionale è d’obbligo però):
- Napoli 32
- Juventus e Lazio 31
- Roma e Inter 30
Capitolo Nazionale
Spareggio col brivido, così si potrebbe titolare il doppio importantissimo match che attende l’Italia contro la Svezia. Vent’anni fa gli azzurri giocarono (vincendo) il play-off contro la Russia ma quella era tutta un’altra Italia, composta da giocatori di talento e con grande esperienza di partite che scottano (questa la formazione schierata in Russia: Pagliuca; Pessotto, Nesta, Costacurta, Cannavaro, Maldini; Dino Baggio, Albertini, Di Matteo; Ravanelli, Vieri).
Questa Italia invece, oltre che poco talentuosa (e aggiungo disposta in campo alla carlona da Ventura) è composta da elementi inesperti a livello internazionale e che in partite del genere potrebbero pagare lo scotto. La Svezia non è un ostacolo insormontabile però potrebbe rivelarsi un bruttissimo cliente per una squadra conciata come la nostra.
A Stoccolma credo assisteremo ad un match d’altri tempi: gli svedesi temendo il contropiede azzurro, potrebbero partire con il freno a mano per poi buttarla sul fisico nella ripresa. Sarà fondamentale segnare un gol in trasferta (Immobile potrebbe essere decisivo in questo) nei primi minuti per rompere gli equilibri, anche se sono particolarmente preoccupato per il ritorno dove lo stadio di San Siro potrebbe tagliare le gambe ai nostri.
Diciamo che con un pareggio con almeno un gol segnato da parte nostra in terra scandinava potremmo avere oltre l’80% di possibilità di qualificarci mentre con lo 0-0 o la sconfitta le percentuali potrebbero abbassarsi notevolmente. Quel che è certo è che una mancata qualificazione alla fase finale di un campionato del mondo, oltre che al punto più basso della storia della Nazionale azzurra, potrebbe segnare l’inizio di un vero e proprio terremoto che potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione nel nostro ambiente pallonaro.
L’Italia, calcistica e non, ha sempre bisogno di un profondo trauma per uscire dallo status quo!
Bologna – Crotone 2-3
Crisi inaspettata per il Bologna che contro il Crotone ha inanellato la quarta sconfitta consecutiva nonostante un super Verdi che ha segnato due gol su punizione, uno con il destro e l’altro con il sinistro (credo sia un record). Inariditasi la vena offensiva a causa della broccaggine di Destro e dell’età avanzata di Palacio Donadoni si sta aggrappando alla fantasia del fantasista scuola Milan che, se ci qualificheremo ai prossimi mondiali, potrebbe rappresentare il classico asso nella manica. Trionfo per il Crotone che pian pianino si sta confermando competitivo anche in trasferta: al buon Davidenicola (da pronunciare tutto attaccato come Lucatoni) quest’estate hanno smontato pezzo per pezzo la squadra togliendoli il bomber Falcinelli, lui con sano pragmatismo l’ha ricomposta trovando in Budimir un sostituto più che egregio di falcinelli (che a Sassuolo non segna più forse perché non ha come spalla Trotta, colui che detta i movimenti dell’attacco).
Genoa – Sampdoria 0-2
E’ sempre spettacolare e mai banale il derby genovese. Ha vinto semplicemente la squadra più forte e meglio costruita, la Sampdoria che con la vittoria sta mettendo in un mare di guai il Genoa. Jurić perduto il derby è stato allontanato (stesso film dell’anno scorso!) e al suo posto è stato chiamato Ballardini, un tizio che è dai tempi della Lazio (stagione 2009/10) che sbarca il lunario subentrando a qualche collega. Questa specie di novello Nedo Sonetti è poi la terza volta che viene chiamato al capezzale rossoblù e con un rendimento casalingo del genere e senza un attacco prolifico fare miracoli diventa problematico anche per Gesù Cristo. E con il consueto supermarket di gennaio non è detto che arriveranno regali, anche perché a Milano non c’è più Babbo Natale Galliani!
Inter – Torino 1-1
Solo pareggio per l’Inter che contro il Torino non è andato oltre un 1 a 1 che alimenta molti rimpianti. Il Torino, con il nuovo sistema di gioco, ha ingabbiato l’Inter a centrocampo dove Vecino e Gagliardini oltre che soli sono sembrati un po’ con le pile scariche. E’ stato un match comunque combattuto e con molti ribaltamenti di fronte che alla fine è terminato con un pareggio assolutamente giusto: prodezza di Iago Falque sul gol del Toro, gollonzo di Eder (su assist di Icardi) per la Beneamata. Il cambio di modulo optato da Spalletti nella ripresa sta ad indicare che il toscano forse ha in mente di cambiare qualche carta in tavola per le prossime partite. Il Toro invece ha disputato dal canto suo la miglior prestazione della stagione, la mediana a tre muscolare proposta da Mihajlović sembra funzionare al momento per gli equilibri della squadra anche se non mi capacito perché il serbo ci abbia messo così tanto tempo a capirlo.
Chievo – Napoli 0-0
Di solito il Napoli tornava con una sconfitta sul groppone dalle trasferte contro il Chievo (con Mazzarri e Benitez andava spesso così), la trasferta a Verona si è confermata ancora una volta particolarmente insidiosa per la capolista che è stata letteralmente imbrigliata dai gialloblù. Maran ha imbrigliato il lento gioco del Napoli con la sua solita accortezza tattica, il Napoli si è limitato a ruminare calcio a ritmo lento, l’uomo che carbura gli attacchi azzurri (Insigne) è l’unico che ha provato a vivacizzare le trame d’attacco, senza successo però. Dodici partite, dieci vittorie e due soli pareggi è comunque un bottino di tutto rispetto.
Juventus – Benevento 2-1
Tutti pensavano ad un’abbuffata di gol per festeggiare il centoventesimo anno dalla fondazione della Juventus, invece il modestissimo Benevento ha rischiato di fare il colpo grosso all’Allianz Arena. Avanti grazie ad una punizione calciata “alla Del Piero” dal truzzo Ciciretti, i campani si sono battuti con onore e dignità resistendo ai furibondi attacchi a testa bassa dei pluricampioni d’Italia che, dal loro canto, hanno mostrato un’assoluta incapacità di ricercare gli spazi. Come al solito i bianconeri si sono aggrappati ai loro tanti campioni: se Dybala è in versione Puigdemont (cioè latitante) è Pancho Higuain l’uomo del momento. Il punto interrogativo ora è duplice: cosa succederà alla Juve quando i due argentini saranno entrambi al top? Cosa succederà alla Juve quando i due argentini saranno entrambi spompati e fuori forma? Saranno cavolacci amari per il bischero Allegri?
Fiorentina – Roma 2-4
Al Franchi si è finalmente vista una Roma zemaniana, in quello che doveva essere il proposito di inizio anno di Di Francesco: squadra divertente, che segna in attacco ma che concede molto nelle retrovie. Se la prestazione contro la Fiorentina è andata un po’ in controtendenza rispetto a ciò che la formazione di Di Francesco aveva fatto vedere in campionato, dobbiamo comunque dare i giusti meriti al tecnico occhialuto ex Sassuolo. La sua Roma infatti non è dipendente dal solo bosniaco e mostra già un certo collettivismo nelle trame: l’altra volta ha sgollato il redivivo faraone El Sharaawy, questa volta ha segnato una doppietta il carneade Gerson. Pian pianino, senza proclami e talebanismi eccessivi, Difra si sta prendendo la sua Roma.
Cagliari – Verona 2-1
Vittoria importante del Cagliari sul Verona che con questo successo si porta momentaneamente al riparo da pericoli, i gialloblù continuano ad essere molto alterni e discontinui nel corso dei novanta minuti. Questa volta, dopo una buona partenza, si sono via via afflosciati permettendo ai sardi di prendere il sopravvento con il passare dei minuti. Se non hanno ancora esonerato l’inutile Pecchia significa probabilmente che Setti non ha nessuna intenzione di lottare per salvarsi e se a gennaio Pazzini andrà a finire in altri lidi il campionato dell’Hellas potrebbe diventare tragico.
Atalanta – Spal 1-1
Solo pareggio per l’Atalanta che contro una tignosa Spal si è ancora una volta fatta rimontare nel secondo tempo dall’orgogliosa formazione emiliana che nel finale di gara ha addirittura rischiato di fare il colpo grosso. Se le partite durassero quarantacinque minuti l’Atalanta avrebbe almeno i punti della Sampdoria, purtroppo le ricorrenti rimonte che subisce la squadra nerazzurra è tutta da addebitare all’Europa League. E con un attaccante un pelino più incisivo di Pignatone Petagna Gasperini potrebbe tranquillamente bissare l’Europa.
Sassuolo – Milan 0-2
Montella ha salvato la panchina in quel di Reggio Emilia: il Milan ha offerto una prestazione da minimo sindacale contro il Sassuolo però i tre punti sono puro ossigeno per aeroplanino che finalmente ha tirato un bel sospiro di sollievo (anche vedendo la vittoria del Chelsea di Conte sul Manchester United). Però le incertezze in casa rossonera permangono ancora: giocatori che camminano in campo e che non hanno la minima idea di cosa sia ricercare lo spazio. Alla fine il capro espiatorio è diventato Kalinić, ma se al suddetto giocatore arriveranno sì e no due-tre palloni a partita e nessuno esegue movimenti attorno a lui cosa ci può fare? Alla fine i due gol sono arrivati per caso: una papera in uscita di Consigli ed una prodezza di Suso, l’unico capace di rompere i monotoni schemi rossoneri. Il Sassuolo invece continua a non segnare e la cosa incomincia a farsi preoccupante, forse sarebbe l’ora di dare il benservito a Bucchi.