Pioggia di gol (ben trentuno) in un week-end caratterizzato da maltempo diffuso e tante segnature sui campi di gioco.

La Juventus continua la sua marcia imperiosa quanto macchinosa vincendo sull’ostico (e anche agnostico…) campo del Chievo, la Roma invece continua a divertirsi rifilando tre pappine al Bologna, il big match della giornata tra Napoli e Lazio finisce con un pareggio che scontenta entrambe le contendenti mentre il Milan suda le proverbiali sette camice ma ce la fa alla fine ad imporsi sul Palermo. Atalanta e Torino confermano di essere in un momento di forma notevole mentre in coda l’Empoli rifila un poker che potrebbe essere pesantissimo in chiave al Pescara in chiave salvezza vincendo il suo “mal di gol”.

È stata una settimana europea abbastanza interlocutoria per le nostre squadre. In Champions League Napoli e Juventus pareggiano entrambe per 1 a 1 ma in due modi completamente opposti: o’ ciuccio infatti ha giocato una grande partita in terra turca per personalità ed intraprendenza, mentre la Vecchia Signora ha palesato tutti i suoi limiti che in campionato non si notano mentre in Europa balzano agli occhi.

Non è un caso che il bischero Allegri abbia paragonato la sua squadra a quella del biennio di Capello che aveva difetti similari, cioè un centrocampo troppo macchinoso e un attacco troppo pesante, normale che con caratteristiche del genere in Europa, dove il ritmo di gioco è più intenso e gli spazi da aggredire più vasti, è un miracolo già segnare su rigore!

In Europa League pazzo successo per la Roma che anche al vecchio Prater conferma un attacco esplosivo e una fase difensiva precaria. Risorge la Fiorentina che si riscopre prolifica mentre il Sassuolo disfa tutto negli ultimi minuti facendosi rimontare dal Rapid Vienna dopo aver dominato a lungo l’incontro: il calcio è soprattutto tradizione e l’inesperienza a certi livelli si paga caro.

Cade infine l’Inter, dominata nel secondo tempo dal Southampton: de Boer ovviamente non era il problema ma lo sapevamo! In un circo del genere, anzi in tre circhi del genere (il circo Moratti, il circo Thohir, il circo Suning: “entrino signori, più gente entra più bestie si vedono!”) ci vorrebbe un saltimbanco non un allenatore: perché non si candida il Premio Oscar Benigni a strappare un sì per il circo Suning?

La dodicesima giornata di campionato, disputata come detto in apertura in uno stivale inondato da piogge, si è aperta con il torrenziale successo del Torino sul malcapitato Cagliari. In casa i granata sono un vero e proprio schiacciasassi dove possono esaltarsi con un attacco atomico: se il Grande Torino giocava con il famoso “attacco a sette” il Toro alla serba dello Sputacchione schiera un “attacco a cinque” (il tridente più le due mezzali) che poche squadre possono vantare.

Dalla cintola all’insù il Toro è tra le migliori squadre di questo torneo mentre i problemi arrivano da una difesa scarsa nei centrali e mal protetta da un centrocampo tutto proiettato in avanti. Il Cagliari, peggior difesa di questo campionato, sorprende in negativo per la sua arrendevolezza e per un Storari che sembra al dessert.

Nell’altro anticipo bella partita tra Napoli e Lazio con i Sarri boys che hanno dominato in lungo ed in largo contro una Lazietta, ma che è tornato a casa con un pareggio inutile per colpa sia del suo gioco troppo monotematico, condotto solo ed esclusivamente per vie centrali, che di un ducione Reina ormai impresentabile.

Garella, non il Garellik dello scudetto del 1987 ma l’attuale Claudio Garella che pesa tre quintali, avrebbe parato con il suo piedone quella conclusione. Un allenatore con i controfiocchi avrebbe già panchinato da un pezzo il pelatone spagnolo, se Sarri non l’ha ancora fatto significa che soffre la personalità dei senatori dall’alto del suo curriculum di bancario.

Nel lunch match tutti si sarebbero aspettati il classico pareggino tra Pescara ed Empoli, una classica sfida salvezza tra attacchi inesistenti, invece si è scatenato un autentico acquazzone, ma solo dalla parte toscana: in una sola partita infatti l’Empoli ha segnato quattro volte di più che in tutte le precedenti undici giornate di campionato! Il punteggio di 4-0 finale è stato abbastanza bugiardo perché alla fine tra i migliori in campo è risultato nuovamente il “crestino” polacco che gioca in porta con l’Empoli.

La differenza l’ha fatta la fase difensiva approssimativa (per usare un eufemismo) del Pescara con almeno due gol su quattro che sono stati frutti di errori di tattica individuale imbarazzanti: sul primo gol ad esempio un difensore del Pescara (Zampano), in anticipo su Maccarone inspiegabilmente si ferma consentendo al pelato dell’Empoli di inserirsi a rete come una freccia.

Passiamo al pomeriggio dove la capolista Juventus vince con grandissima fatica contro lo scorbutico Chievo di Maran. La Juventus continua a non entusiasmare, sarà per colpa della preparazione a scoppio ritardato o della marea di infortunati (“per colpa di chi” cantava Zucchero), ma secondo me il problema è di chimica di squadra. Con il doppio centravanti puoi giocare solo con le classiche palle lunghe, che sono sempre una manna per il cielo per le difese avversarie se hai un pasticcione come Mandzukić e non Trezeguet che tra l’altro dà ombra ad un Higuain che è spesso costretto a giocare lontano dalla porta.

Il risultato è che con una fase offensiva prevedibile come uno scandalo nel PD, alla Vecchia Signora non resta che affidarsi alle classiche punizioncine o ai classici rigorini, si vince anche così ma non si convince!

Il fattore C ha ancora una volta premiato il Milan, che coglie tre punti pesantissimi contro il Palermo. Ancora una volta però il Diavolo raccoglie molto di più di quanto avrebbe meritato perché contro la squadra più scarsa e sconclusionata di tutto il campionato si è vista una squadra timorosa ed impacciata che ha vinto l’incontro grazie ad un regalo del portiere avversario e ad una prodezza di un panchinaro, Lapadula. A proposito, è davvero un peccato che l’ex Pescara non possa partire dal primo minuto visto l’incompatibilità tattica con Bacca.

Momento esaltante per l’Atalanta, quarta in classifica, e deprimente per il Sassuolo cui l’Europa sembra proprio non aver giovato tra impegni troppo ravvicinati e un’infermeria esaurita. La Dea gasperiniana però gioca davvero divinamente e sta mettendo in luce elementi giovani interessantissimi come la “banda dei ‘94” formata Conti, Gagliardini e Caldara.

In attacco Petagna fa tantissimo lavoro sporco e permette al tracagnotto Gomez (con tanto di fascia al braccio della New Team!) di esaltarsi al meglio negli spazi liberi, alla fine Gasperini ha semplicemente messo i giocatori al posto giusto.

Uno a uno salomonico tra Genoa ed Udinese: i genovesi non riescono al momento a fare il fatidico salto di qualità mentre l’Udinese con Delneri sta trovando continuità e serenità a suon di andare a “sgarfare” (anzi a “zsgavfvave” secondo la corretta pronuncia del glottologo di Aquileia!).

Alle 18 comodo successo per l’Inter del Caronte Vecchi che ha profittato di un Crotone semplicemente inesistente per riportare un po’ di serenità ad un ambiente in completo caos tecnico e societario. Nelle due partite allenate il tecnico della Primavera ha fatto comunque cose abbastanza sensate e logiche: ha rimpolpato la linea difensiva d’italiani ed ha abbassato la linea di centrocampo a protezione di quella difensiva, il calcio è semplicità prima di tutto.

Un’altra squadra ferma nel limbo è la Fiorentina che si è impantanata in casa contro una Sampdoria in crescita, che sta migliorando soprattutto la tenuta difensiva, e adesso a Firenze c’è già chi chiede la testa di Sousa.

Chiudiamo con il posticipo delle 20.45 che ha visto la Roma trionfare su ciò che resta di un Bologna che è letteralmente schiantato nella ripresa dopo un’ottima prima frazione.

La Maggica è a mio avviso l’unica squadra che può pensare di impensierire la Juventus, adesso che Džeko ha la luna buona e si è inserito a meraviglia nello scacchiere d’attacco, a patto che la biglia lucida di Spalletti trovi la quadra in difesa, soprattutto un centrale affidabile a fianco del greco.