Una giornata di campionato ricca di sorprese quella numero ventidue: vince la Juve, perde la Roma e pareggia il Napoli. Di conseguenza, con una partita da recuperare, la Vecchia Signora può già mettere una seria ipoteca sulla vittoria finale.
La stagione bianconera credo però dipenderà molto dalla prossima partita contro l’Inter, che strapazzando il povero Pescara è giunta alla settima vittoria consecutiva: se le zebre batteranno la Benamata (la squadra attualmente più in forma del campionato) si potrà allora capire se questa squadra, con questa nuove veste tattica e in queste condizioni di forma, potrà dire la sua anche in Europa.
Giornata nera anche per la Lazio, che soccombe incredibilmente contro il Chievo, e per il Milan che torna da Udine pieno di cerotti oltre che con le classiche pive nel sacco. Sorride invece l’Atalanta che ha strappato a Torino un prezioso pareggio in chiave Europa League, in coda il clamoroso e roboante successo del Crotone sull’Empoli riapre (tardivamente) il discorso salvezza mentre il Palermo torna da Napoli con un onorevolissimo pareggio.
E’ passato intanto quasi inosservato il rischio di deferimento promulgato dalla Procura della FIGC ai danni della Juventus di Andrea Agnelli a causa dei presunti rapporti tra parte della tifoseria bianconera e la n’drangheta calabrese. Sempre in questa settimana, stranamente, il monocigliuto presidente bianconero ha fatto sapere di essere interessato a rilevare il posto di Lapo Elkann (sì proprio lui!) nel Cda della Ferrari di Marchionne. Solo due fortunate coincidenze oppure, queste sono le prove di scontro finale all’ultimo sangue tra il clan Agnelli e il clan Elkann per il controllo della più potente azienda capitalista della storia d’Italia? Lo scopriremo solo vivendo!
Che questo sarebbe stato un fine di campionato ricco di sorprese lo si poteva intuire dal match di apertura: il Chievo, con un catenaccio di altri tempi, viola l’Olimpico di Roma dopo quattro sconfitte consecutive. Alla Lazio, che ancora non poteva sapere delle debacle in cui sarebbero imbattute le proprie dirette avversarie, non resta quindi che mangiarsi le mani e imprecare la malasorte oltre che una fase d’attacco troppo approssimativa contro squadre che giocano sulla difensiva.
In serata invece l’Inter sorseggia un bel bicchiere d’acqua contro il Pescara e timbra il suo settimo successo di fila: Pioli è riuscito a raddrizzare la baracca facendo le cose semplici, se si nota i gol della sua Inter giungono sempre da sfondamenti sulle fasce e cross al centro dell’area di rigore, schemi da ABC del calcio che però sono efficaci per battere il Palermo od il Pescara di turno.
Sono curioso di vedere contro la Magna Juve cosa s’inventerà Pioli: di certo non rischia di fare la fine di Ranieri, che era zavorrato dall’equivoco tattico Sneijder, però non credo che ripercorrerà le orme di Bagnoli nel lontano 1992/93 che per poco sfiorò lo scudetto in rimonta sul Milan, stellare allora e non stallare come oggi. L’Inter è una buona squadra per il livello bassino della Serie A ma mal costruita e con troppi doppioni: difficile andare lontano con rose costruite in questo modo da dirigenti che assecondano i capricci di procuratori e affaristi e ricordiamoci che il pur bravo minestraro Pioli assomiglia certo a un bravo giornalista come Federico Buffa, ma non certo a Herrera o Mourinho!
All’ora di pranzo di domenica il Torino spreca un’ottima chances per riagguantare l’Europa pareggiando contro la solita, ottima Atalanta. Il Toro come al solito è partito a razzo, disputando la solita mezzora di ottimo calcio: il Toro casalingo delle prime battute di gioco è una squadra che in questo campionato non ha rivali, Juventus a parte. Poi però emergono i soliti limiti intrinsechi, della squadra, e di gestione, di Mihajlović, che non ha ancora capito che con una squadra impostata in questo modo non può sempre giocare a mille all’ora.
Continua a stupire la crescita, adesso anche in zona gol, di bomber Petagna che grazie alla bacchetta magica di Gasperini sta diventando un centravanti con i fiocchi. Ma se il Pignatone il prossimo anno invece del Gasp sarà allenato che ne so da Roberto Mancini, siamo sicuri che manterrà lo stesso rendimento?
E’ proprio vero che un calciatori, come tutti i gli esseri umani, si dividono in due categorie: ci sono quelli fortunati e quelli sfigati!
Sono bastati venti minuti alla Juve per sbarazzarsi del Sassuolo, sceso in campo con il desiderio di scansarsi al cospetto della capolista. La Vecchia Signora è una squadra disarmante dal punto di vista fisico e non lo scopriamo oggi, il suo problema lo sanno tutti, è sempre il centrocampo, troppo bolso e con pochi guizzi.
Liberatosi della zavorra del centrocampo a tre, Allegri ha dato nuova linfa all’attacco grazie a questa nuova formula “a cinque stelle” (definizione dei soliti giornalisti paraculi), però il calcio si sa, è fatto di equilibri e io Pjanić solo soletto in mezzo al campo non me lo vedo a reggere il centrocampo contro il Real Madrid o il Barcellona. Condizione fisica, equilibrio tattico e tanto fondo-schiena, da questi fattori tre dipenderà la stagione della Juventus anche in Europa.
Pomeriggio amaro per la Roma che viene letteralmente sorpresa dagli alti ritmi di gioco imposti dalla Sampdoria che ha pescato dal mazzo i jolly Schick e Praet (ma chi diavolo sono!?) per dare un grosso dispiacere all’ex Spalletti. La sconfitta giallorossa va attribuita anche alla scellerata prova di Vermaelen, ex Verminator, che non si è mai più ripreso dal grave infortunio in cui incappò ai tempi del Barcellona: l’assenza del cagnaccio Manolas si è sentita terribilmente a Marassi.
Sconfitta che brucia per il Milan contro un’Udinese che ha centrato il primo successo del 2017: ad Udine si è visto un Milan un po’ in controtendenza rispetto a quanto ci ha abituato in questa stagione. Dopo una prima parte ottima di partita con tanto di vantaggio, i rossoneri sono calati alla distanza e si sono fatti prima raggiungere e poi superare dalle zebrette friulane. Sull’esito del match ha pesato la decisione dell’arbitro Banti di non espellere De Paul che ha azzoppato De Sciglio con un’entrata da killer: personalmente non parlo mai di arbitri, episodi del genere, però condizionano nettamente l’andamento di un match.
Il Milan con questa sconfitta ha però confermato i limiti notevoli del suo organico, solo quattro giocatori (Donnarumma, Bonaventura, Bacca e Suso) sono di ottima caratura in una marea di mediocrità, Locatelli davanti alla difesa ad esempio continua a non convincermi appieno.
Scoppiettante 3-3 tra Fiorentina e Genoa, tra due tecnici stranieri che quindi amano giocare senza tatticismi rischiando gli uno contro uno in tutte le zone del campo, è normale che certe partite assumano certe pieghe e certi risultati bizzarri per le nostre latitudini. Quel diavolo di Preziosi, dopo aver riesumato l’ennesimo scarto rossonero (Taarabt, scuderia Kia Joorabahain), è riuscito nella titanica impresa di sostituire Pavoletti con Palladino, mitico!
Pareggio insipido tra Cagliari e Bologna nella classica partita tra squadre mezzane che non interessa a nessuno, è tornato al gol Destro in casa Bologna, giocatore che è spesso mancato in questa stagione a Donidona.
L’ultima sorpresa del pomeriggio è stata la rotonda affermazione del Crotone (4-1) sull’Empoli, giunto in Calabria probabilmente pensando di trovare una squadra poco agguerrita, invece nel catino dello Scida, gli squali si sono scatenati mettendo in mostra un Falcinelli da urlo che in una sola partita ha segnato ben tre reti!
Anche la sera di domenica ha portato con sé le sue sorprese: tutti si aspettavano un Palermo che si sarebbe scansato davanti all’attacco a turbine del Napoli, invece la squadra del neo tecnico Diego Lopez (l’ex difensore del Cagliari, non l’ex portiere del Milan!) ha disputato una gara orgogliosissima e se non fosse stata per la paperona del portiere Posavec (il classico portiere slavo che fa o le figate o le stupidate!) sarebbe tornata a casa con tre punti impronosticabili alla vigilia.
Nel Napoli si sono visti i soliti difetti sarriani: amnesie nei primi minuti di gioco, gioco troppo monotematico e monocorde e una scarsa attitudine a variare spartito di gioco, quando il Ciuccio ha provato a cambiare gioco il povero Pavoletti si è visto solamente spiovere palloni imprecisi in area, non il massimo per un attacco come quello del Napoli che è abituato a manovrare di collettivo.