Veltroni in Serie A

Il punto

Ventitreesima giornata di Serie A all’insegna del Derby d’Italia Juventus – Inter: con un golazo di Cuadrado la Vecchia Signora spegne la strenua resistenza dell’ottima Inter di Pioli e regala una vittoria importantissima in chiave scudetto.

Due giorni dopo la Roma era attesa alla risposta contro la Fiorentina, risposta che è puntualmente arrivata con quattro pappine rifilate alla squadra gigliata. Gol a grappoli anche per Napoli (sette) e Lazio (sei) che seppelliscono sotto una valanga di reti Bologna e Pescara: fanno festa soprattutto i centrocampisti, Hamšik e Parolo, che segnano rispettivamente una tripletta ed una quadrupletta, cose che non capitano tutti i giorni.

Se il Milan prosegue nel suo periodo poco fortunato, in coda il Palermo sconfiggendo il Crotone sale al terzultimo posto ma rimanendo sempre a otto punti dall’Empoli.

In settimana un fulmine a ciel sereno ha squarciato la solita sonnolente routine del palazzo calcistico italiano: Walter Veltroni sarebbe il candidato numero uno per diventare il nuovo presidente della Lega Calcio. L’uomo che ha reso celebre nel Belpaese il “ma anche” vuole insomma dimostrare di non essere solamente un “grande intenditore di cinema ed Africa” (cit. Francesco Cossiga): dopo la politica, il cinema, la TV, il giornalismo, adesso Uolter l’Americano è pronto a sbarcare nel Pianeta Calcio, povera Italia e poveri noi!

Bologna-Napoli 1-7

La giornata numero ventitré (da pronunciare alla Mike Bongiorno) si è aperta con il clamoroso successo del Napoli sul campo del Bologna: un sette a uno che non lascia decisamente repliche.

Contro squadre lunghe e larghe il gioco di Sarri, una sorta di variante verticale e velocizzata di quello del Barcellona, va decisamente a nozze: in dieci contro dieci, con più spazi liberi da sfruttare il Napoli poi ha spadroneggiato dimostrando appieno la tesi che il gioco del Napoli quando ci sono spazi da imbucare in velocità ha pochi rivali in Europa, il Real è avvisato e se fossi in Zidane non dormirei sonni tranquilli perché voglio vedere Kroos, Modrić, Isco e compagnia cantante presi in velocità da Hamšik, Diawaea o Zielinski

Milan-Sampdoria 0-1

E’ andato di traverso il pranzo di domenica al Milan che ha perso in casa contro la Sampdoria, sempre più abituata a purgare le grandi dopo il successo contro la Roma, al termine di un incontro decisamente sfigato.

I rossoneri infatti hanno cinto d’assedio la porta doriana, ma così facendo non sono riusciti a dare profondità al proprio gioco che con un attaccante come Bacca (e senza altri attaccanti di peso in rosa) è fondamentale, è bastata così una leggerezza del solitamente sempre attento Paletta per regalare così tre punti insperati alla Sampdoria.

Il Milan, che ricordiamo essere all’incirca la stessa squadra che l’anno scorso è giunta ottava in classifica, secondo me sta facendo anche troppo bene, il fatto che la proprietà (a proposito chi?) non abbia investito a gennaio è un sintomo che questo sarà un semplice anno di transizione e che l’allenatore deve spingere avanti la carretta con il materiale che ha a disposizione.

La prossima estate sarà fondamentale per capire quali saranno le ambizioni rossonere e se c’è un progetto serio alle spalle, intanto l’antennista dalla cravatta gialla gira sempre nei paraggi, non si sa mai…

Pescara-Lazio 2-6

Alle tre, abbuffata fuori orario per la Lazio che sconquassa il Pescara con sei gol (a due). Partita speciale per Marco Parolo, che ha segnato addirittura una quaterna alla disastrata squadra abruzzese (“gioca bene il Pescara”, “Oddo è il nuovo Ancelotti” erano uno dei motti più ricorrenti nelle prime giornate di campionato).

Un centrocampista che segna quattro gol è un’impresa grandiosa, il buon Parolo è un giocatore indubbiamente sottovalutato e giunto troppo tardi in Nazionale e nell’empireo del calcio italiano, però fa un certo senso vedere linee di centrocampo e di difesa venire continuamente bucate da banali inserimenti verticali di centrocampisti.

Sicuro che sia tutta sola colpa di giocatori disabituati a marcare ad personam gli avversari? Oppure qualche responsabilità va anche attribuita ad allenatori che inseguono troppo spesso a tutti i costi il “bel gioco” e si rifiutano spesso di scendere a compromessi di natura pragmatica?

Atalanta-Cagliari 2-0

L’Atalanta non è più una sorpresa ormai, anche il modesto e dimesso Cagliari è stato uccellato da una doppietta del piccolo Papu Gomez, sempre più a suo agio vicino all’armadio Petagna secondo la logica bagnoliana che gli attaccanti in una squadra di calcio devono essere possibilmente due, di diversa stazza e altezza e complementari in quanto a caratteristiche tecniche.

Una piccola lezione di praticità che l’ex profeta del 3-4-3 Gasperini ha appreso alla perfezione. Mi sembra incredibile come una squadra come il Cagliari abbia ventisette punti in classifica e i sardi sono pur sempre la migliore tra le neopromosse, c’è qualcosa che non quadra decisamente nel nostro campionato cadetto!

Empoli-Torino 1-1

Pareggio che sa di beffa per il Torino sul campo dell’Empoli: la dinamica del gol del pareggio toscano (squadra più asfittica del nostro campionato, ricordiamolo!) mi ha ricordato tanto la classica partita scapoli versus ammogliati di Fantozzi e Filini.

Al Toro continua a mancare una seconda punta di spessore da affiancare al Gallo Belotti, ruolo però che nel rigido 4-5-1 firmato Sputacchione Mihajlovic è di difficile collocazione.

Genoa-Sassuolo 0-1

Secondo successo consecutivo per il Sassuolo che batte il Genoa nella sua tana con il più classico degli 1 a 0: squadre come il Genoa di Preziosi meriterebbero la retrocessione d’ufficio per come falsano il campionato ad ogni sessione di mercato di gennaio, purtroppo il furbo giocattolaio trova sempre tre squadre più scarse delle sue ed un pirla di allenatore pronto ad assecondarlo in ogni suo pilotato stravolgimento di organico.

Chievo-Udinese 0-0

Zero a zero scontatissimo e noioso tra Chievo ed Udinese, tra il glorioso passato e il presente calcistico del grande Gigione Delneri: perché commentare una partita del genere?

Palermo-Crotone 1-0

Primo successo casalingo per il Palermo che vince lo scontro diretto contro il Crotone grazie al solito gol firmato Nesterovski (già “quella pippa di Nesterovski” cit. Fabio Caressa): per sperare nella salvezza però adesso Diego Lopez (due partite, quattro punti!) dovrà infilare qualche vittoria di fila, altrimenti la salvezza resterà sempre una chimera.

Juventus-Inter 1-0

Il piatto forte della giornata però era lo scontro delle 20.45 tra Juventus ed Inter, una partita sentitissima da entrambe le tifoserie (specie dopo i notori fatti del 2006) e mai banale per spunti dentro e fuori dal campo.

Comincio dicendo che l’Inter ha dimostrato di essere una buona squadra, ben schierata in campo dal proprio allenatore. Pioli ha capito che rischiare l’uno contro uno contro il massiccio e folto attacco juventino equivale a pisciare controvento e così ha schierato i suoi con grande raziocinio tattico.

Difesa a tre con Medel de facto libero e Birillo e Mirandolina sui due argentini della Juve, sulle fasce Candreva (tornante) e D’Ambrosio (terzino) a vedersela con gli obici Mandžukić e Cuadrado, in mezzo al campo il trittico Gagliardini-Brozović-João Mario a sovrastare l’esigua mediana a due juventina con Perišić a fare l’elastico tra il centrocampo e l’unica punta Wandito Icardi.

Il piano ha decisamente funzionato: la Juventus, contro un avversario schierato con un simile atteggiamento tattico, non è riuscita a manovrare il pallone a centrocampo con il risultato che Dybala ha dovuto spesso scendere a centrocampo per cercare il pallone lasciando il suo connazionali privo di munizioni da sparare nella porta avversaria.

La Juventus è così riuscita ad attaccare solamente attraverso spunti individuali e, fortuna vuole, che alla fine del primo tempo Cuadrado abbia trovato il jolly con un missile a terra aria che s’incagliato proprio sotto il sette!

Il futuro e il presente di Juventus e Inter

La Juventus ha comunque superato l’esame a mio avviso: dal punto di vista del gioco continua a non brillare, ma con così tanti solisti in formazione è sempre difficile cantare in coro (ed una prima donna come il Conte Parrucchino si rifiuta ovviamente di allenare una squadra di primi attori), la difesa continua a essere impenetrabile e Buffon, che ormai ha la schiena a pezzi, continua a subire pochi tiri in porta nel corso dei novanta minuti di gioco.

L’Inter invece ha confermato molti progressi, Pioli le ha dato un’anima italianista nel solco della sua tradizione, le fondamenta però sono state appena gettate e quest’estate la società nerazzurra dovrà a tutti i costi lasciare perdere sogni irrealizzabili tipo il Cholo Simeone, fare quadrato attorno al proprio allenatore ed assecondarlo nelle sue scelte e nel suo credo calcistico, altrimenti sarà sempre la solita storia perché il secondo anno è sempre stato fatale alla maggior parte dei tecnici che si sono seduti sulla panchina della Beneamata (cito a memoria Bagnoli, Bianchi, Simoni, Mazzarri, Mancini bis): eh già, se non ti chiami José Mourinho rischi di fare questa fine!

Roma-Fiorentina 4-0

Nell’inedito posticipo di martedì (a proposito, perché di martedì?) la Roma ha rifilato una quaterna alla Fiorentina smentendo tutti coloro che pensavano che la Maggica fosse già piombata in crisi dopo la sconfitta contro la Samp e la mezza figuraccia, sfangata proprio all’ultimo, contro il Cesena.

Spalletti ha comunque avuto fortuna di trovare dinanzi a se un allenatore come il lusitano Sousa (che nella Capitale non ha fatto… il portoghese!) che ama giocare senza tatticismi di sorta: la viola infatti si è presentata con uno schieramento speculare a quello della Roma.

Giocando di fatto uomo contro uomo in difesa e a centrocampo gli spazi lasciati agli avversari diventano tanti e la Roma è riuscita a sviluppare in maniera egregia le sue trame di gioco verticali ed ampie. Dopo una prima buona mezzora di gioco la viola si è sciolta come neve al sole e la Roma è emersa in tutte le sue qualità.