A due giornate dal termine la Juventus è costretta a rinviare la festa per il primo titolo stagionale: all’Olimpico infatti i bianconeri escono inopinatamente sconfitti contro la Roma che ora si porta a soli quattro punti dalla Vecchia Signora. Parliamoci chiaro, dovrebbe succedere un cataclisma di proporzioni bibliche per non vedere trionfare la squadra degli Agnelli (che sarebbe al sesto scudetto consecutivo, record assoluto che batte i cinque scudetti consecutivi della Juventus del quinquennio 1930-35 e del Grande Torino) perché non vincere contro Crotone e Bologna equivarrebbe a vedere un meteorite cadere direttamente sulla residenza degli Agnelli a Villar Perosa! Sta di fatto che la Roma, vincendo la partita più interessante di questa trentaseiesima giornata, ha per lo meno messo un po’ di pepe sopra un finale di campionato che altrimenti sarebbe stato troppo scontato. A onor di verità quest’edizione della Serie A 2016/17 verrà ricordata come tra le meno scabrose tra quelle dell’era post-Calciopoli, almeno in fatto di sorprese e suspence. Al primo vocabolo è collegata l’altra notizia del giorno, cioè la qualificazione in Europa League dell’Atalanta, fatto decisamente storico perché non accadeva addirittura dalla stagione 1990/91 (c’era Bruno Giorgi in panchina, il Paul Newman degli allenatori assieme a Marcello Lippi) e che premia una società tra le più serie e competenti dal punto di vista calcistico del nostro stivale. Al secondo termine invece si riferisce l‘appassionata lotta sia per il secondo posto (Roma e Napoli sono sempre distanziate da un solo punto) che per non retrocedere in Serie B, quest’ultima una bagarre emozionante come non si vedeva da anni che coinvolge ben tre squadre: il Genoa, l’Empoli ed il sorprendente Crotone ancora vittorioso e con una media punti primaverile da Juventus. Le prime due squadre sono ovviamente favorite per la permanenza in categoria ma i calabresi hanno tutto il diritto per sperare nell’incredibile miracolo.

Fiorentina – Lazio 2-3

Scoppiettante il match d’apertura di questa trentaseiesima giornata: la Lazio, ormai certa della quarta piazza e con la testa alla finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo, si fa rimontare da una Fiorentina che ora si porta ad una sola lunghezza dal sesto posto occupato dal Milan. Dopo il vantaggio firmato dal solito Keita, il giocatore più in forma di questa primavera, la Lazio si è eclissata forse pensando di poter gestire la pratica ed invece la viola ha tirato fuori un orgoglio inaspettato che le ha permesso di ribaltare la partita. Decisivi sono stati anche i cambi, azzeccati da Sousa e sbagliati da Inzaghino che nel secondo tempo hanno spaccato il match. Nella Lazio continua a non impressionarmi il portiere (Strakosha) che conferisce sempre insicurezza a tutto il pacchetto arretrato, se fossi in Tare invece di portare qualche suo amichetto schipetaro andrei in cerca di un portiere serio e affidabile.

Atalanta – Milan 1-1

Un uno a uno che profuma d’Europa, così si può riassumere il match tra Atalanta e Milan che ha regalato una storica qualificazione europea ai bergamaschi. Il match ha evidenziato tutta la differenza qualitativa tra le due squadre: non dico che sembrava di vedere un Inter-Foggia (con l’Atalanta nei panni dell’Inter ed il Foggia nei panni del Milan…) di qualche anni fa ma poco ci mancava. Il Milan, che ha l’alibi delle assenze ma fino ad un certo punto, ha giocato esclusivamente per non prenderle (specie nel primo tempo) contro un’Atalanta che ha palesato la solita perfetta organizzazione collettiva. Nel secondo tempo il Diavolo è stato bravo ad osare un qual cosina in più e alla fine, come spesso è capitato in questa stagione, è stato premiato dalla buona sorte (il gol era in nettissimo off-side). Per l’Atalanta festa solo parzialmente rovinata: il quinto posto, salvo incredibili cataclismi, è super blindato, mentre ora bisogna vedere se il Milan avrà voglia di arrivare sesto. Per capitan De Sciglio stagione finita, del resto il ragazzo è già stato prenotato dalla Juventus, perché sprecarlo per le ultime partite con il rischio che s’infortuni…

Inter – Sassuolo 1-2

Non fanno più notizia le sconfitte dell’Inter, anche contro il Sassuolo, squadra che notoriamente ha una tradizione da vittima “sacrificatrice” (cit. il sommo Ciccio Graziani) contro la Beneamata, è riuscito nell’impresa di maramaldeggiare un San Siro disertato dai tifosi nerazzurri che notoriamente non sopportano la mediocrità della metà classifica. Quando una tifoseria però si trova ad inneggiare un allenatore bravo per carità ma per nulla Special come il buon Buffa-Pioli (“vogliamo Stefano Pioli!” urlavano gli ultras) e soprattutto a quella ciofeca di Gabigol significa che è veramente messa male!

Torino – Napoli 0-5

Cinquina perentoria del Napoli in casa di un Torino già in formato spiaggia (la stagione granata si è chiusa con il derby, mi sembra evidente!) con tanto di difesa lunga e larga che ha permesso al tourbillon azzurro si scatenarsi, il ciuccio di Sarri continua a segnare con il pallottoliere e, a mio avviso, meriterebbe per tutte le ragioni del mondo la seconda piazza. In casa Torino la coppia di centrali Rossettini-Carlão sembra davvero essere uscita dal Cottolengo, anche se per un difensore giocare con davanti al proprio naso un centrocampo privo di incontristi non è mai facile.

Cagliari – Empoli 2-3

Si complica la vita l’Empoli contro un Cagliari completamente demotivato: bomber Borriello con i suoi quindici gol ha sempre fame di passera ma non di gol giacché l’amicone, il Re dei Bomber Bobone Vieri, gli ha già pagato la vacanza come da promessa! Se Crotone, Empoli e Genoa dovessero arrivare a pari merito, differenza reti e scontri diretti punirebbero i toscani che hanno pure l’attacco più asfittico del campionato. Per vincere i campionati serve non prendere gol, per salvarsi bisogna invece segnarli…

Crotone – Udinese 1-0

Non smette di stupire il Crotone che ha vinto, con l’ennesimo 1-0 su un’Udinese presentatasi in Calabria con atteggiamento tutt’altro che arrendevole. Il sottovalutato Davide Nicola (non si sa qual è il nome e quale il cognome!), con il suo semplice ed essenziale 4-4-2, sta facendo vedere i sorci verdi a mezza serie A: una nota di merito va anche alla società che contro le abitudini nostrane ha deciso di credere ciecamente nel proprio allenatore. Adesso servirà però un miracolo pari a quello della Reggina mazzarriana 2006/07 per centrare la salvezza!

Palermo – Genoa 1-0

Il Genoa deve ringraziare l’Inter (e in particolare Candreva): senza la provvida vittoria della scorsa settimana sulla Beneamata adesso il glorioso Grifone sarebbe nei guai fino al collo perché la squadra del giocattolaio è riuscita nell’incredibile impresa di perdere contro un Palermo già retrocesso. E attenzione che la prossima giornata offre un Genoa-Torino tutt’altro che banale: un tempo gemellate, le due società (e rispettive tifoserie) hanno rotto completamente i rapporti dopo un Torino – Genoa 2-3 del 2009 che costò la retrocessione dei granata, chissà se Cairo sta meditando di fare un bel scherzetto da fare al giocattolaio irpino…

Bologna – Pescara 3-1 e Sassuolo – Chievo 1-1

Tra Bologna – Pescara e Sassuolo – Chievo non so quale partita sia stata più inutile: che senso ha commentarle!? Zeman ha spento le settanta candeline con i suoi polmoni catarrosi festeggiandoli con una bella sconfitta, l’ennesima di questa disgraziata stagione. Giampaolo sarà il prossimo allenatore della Roma? Me lo vedrei bene l’ombroso Jean Paul allenare in un ambiente decisamente lunatico come quello romano!

Roma – Juventus 3-1

Terminiamo la nostra carrellata con l’atteso posticipo di domenica che avrebbe dovuto regalare il sesto scudetto consecutivo alla Juventus ed invece la Roma è riuscita nell’impresa di sovvertire il pronostico che la dava come semplice spettatrice della vecchia Signora trionfante. Invece i giallorossi di Spalletti hanno dato una piccola lezione di calcio alla Juve che, diciamocela tutta, si vedeva che della partita non gliene fregava una mazza. Il bischero ci ha messo comunque del suo per facilitare il compito dei giallorossi schierando un 4-3-3 abbastanza senza senso con due punte pesantissime (i soliti Higuain e Mandžukić) e Cuadrado largo a destra: una volta bloccato il mocino colombiano sulla fascia destra i due pachidermi in attacco restavano senza rifornimenti. Alla Roma è giovata l’assenza del pachiderma Džeko: senza il bosniaco, determinante con le squadre piccole quando bisogna alzare spesso il pallone,  e con un attacco in formato peso piuma la Maggica si è prodotta in belle trame palla a terra che hanno disorientato la forte difesa avversaria. Spalletti ha vinto nettamente il confronto con il proprio corregionale e dopo aver spremuto il massimo dai propri uomini se ne andrà da Roma tutto sommato da vincente: l’unico errore del pelato di Certaldo è stata l’Europa League, per il resto poco gli si può rimproverare, la piazza di Roma è questa e di più non può ambire!