La lunga ed interminabile settimana dedicata alle nazionali ha meso in secondo piano, come capita in questi casi, le vicende del nostro campionato. Poteva andare decisamente peggio all’Italietta di Ventura che è tornata a casa con un pareggio contro la Spagna ed una soffertissima vittoria in terra di Macedonia: i giochi per il primo posto restano apertissimi, così come quelli per… il terzo perché l’Albania dell’italiano De Biasi sarà un osso duro fino alla fine. Nonostante i risultati tutto sommato positivi, l’impressione è che se Mister Libidine continuerà a vivacchiare sul lavoro del predecessore non mettendoci la classica farina del proprio sacco, questa Nazionale inizierà a sbandare molto presto: speriamo che la vecchia guardia regga quel tanto per poterci portare fino in Russia! Domani intanto si torna già in campo per la Champions League: la Juventus è impegnata sull’ostico campo del Lione, nobile decaduta del calcio europeo, ma che comunque pratica il solito calcio frizzante ed arioso capace di mettere in difficoltà i solisti di Madama Juve, occhio che se la Juventus non vincerà potrebbe mettere a serio rischio l’idea di arrivare prima perché il Siviglia difficilmente sbaglierà il colpo contro l’armata brancaleone Dinamo Zagabria. Impegno più agevole per il Napoli che ospiterà al San Paolo il Beşiktaş nel classico match che potrebbe far svoltare, o nel caso contrario far precipitare, una stagione che sembra mettersi su cattivi binari, l’occasione è davvero buona per Gabbiadini che contro i turchi potrebbe usufruire dei consueti spazi che lasciano le squadre europee. Tra le altre partite, mercoledì spicca un Barcellona – Manchester City da leccarsi i baffi con Pep Guardiola che sfida il suo passato in una partita che si preannuncia spettacolare. In Europa league invece è già arrivata la prima sliding door dell’annata per Frank de Boer e la sua Inter che se non batte l’ostico Southampton a San Siro rischia di dire già addio all’Europa e ad una stagione partita forse con troppe illusioni. Doppio impegno austriaco per Roma e Sassuolo che affrontano rispettivamente Austria e Rapid Vienna, nobili decadute del calcio europeo: probabile in queste due partite un doppio successo italiano per la pochezza delle austriache. Trasferta in Cechia per la Fiorentina che contro lo Slovan Liberec potrebbe trovare una vittoria utile per svoltare una stagione fino ad ora opaca, probabile in questo caso che spunti il segno X visto il momento di scarsa vena dell’attacco gigliato.

Veniamo quindi a questa ottava giornata di campionato: nello scontro diretto il titolo di “anti-Juve” spetta alla Roma che al San Paolo ha letteralmente surclassato sotto ogni aspetto il Napoli sarriano. Mentre la Juve, con il minimassimo sforzo, si sbarazza dell’Udinese, sale il Milan che vincendo a Verona si porta al secondo posto assieme alla Roma. La notizia di questo giorno, se si può definire così, è però il crollo casalingo dell’Inter e la deflagrazione del cosiddetto caso-Icardi, fenomenologia di un calcio senza maglia e senza bandiera per citare il titolo di un libro del compianto Carlo Petrini. Partiamo proprio dallo scontro diretto del sabato del San Paolo. Una Roma accorta e ben impostata dalla crapa lucida (in tutti i sensi!) di Lucianone Spalletti ha sbaragliato un Napoli irriconoscibile, lontano anni luce dalla squadra ammirata fino a poche settimane fa. Il certaldino ha dato una vera e propria lezione di pragmatismo al suo corregionale impostando una squadra molto accorta dietro (con il solito Juan Jesus terzino bloccato a sinistra) ma allo stesso tempo aperta alle ripartenze con almeno quattro giocatori in linea che andavano ad accoppiarsi con i quattro difensori in casacca azzurra. La stanchezza fisica dei giocatori del Napoli, già spompati dal testone di legno del proprio mister, ha fatto il resto: i reparti lunghi e larghi della squadra di Sarri hanno messo il povero Jorginho (che non è un fulmine di guerra) solo a ballare la samba in mezzo a De Rossi e Paredes con i velocisti in casacca rossa che hanno vinto tutti i duelli con i propri dirimpettai. Il resto l’ha fatto Džeko che si sta riscoprendo bomber di razza grazie ad una squadra che gioca maggiormente per lui, prima non era così e si sa che gli slavi sono molto, molto lunatici. Una doppio Campagnaro (autogol e gol) decide invece la sfida tra gli attacchi asfittici di Pescara e Sampdoria nella classica partita da 0-0, preoccupa tanto l’involuzione dei doriani che contro un avversario in inferiorità numerica per più di un tempo, non è riuscita a cavare un ragno dal buco, i delfini invece si dimostrano incapaci di segnare anche su calcio di rigore! In serata successo con il minimo sindacale per la Juventus che grazie alle solite palle inattive (punizioncina e rigorino del rinsavito Dybala) è riuscita a sfangarla su un’ottima Udinese, che sembra davvero un’altra squadra dopo l’esonero di Iachini. Probabile che il materiale a disposizione, poco italiano e molto europeo sia per provenienza geografica che per DNA calcistico, non c’entri nulla con allenatori come il Cappellino e che si sposi maggiormente con il credo calcistico più offensivo di un Delneri, che sarà rimbambito, ma è un tipo che sa insegnare il gioco del calcio. La Juve da sempre l’impressione di giocare al gatto con il topo contro questi avversari, occhio però che in Europa cotante pause possono essere pagate a prezzo salatissimo. Capitolo Buffon, ormai il re è nudo e tutti lo frustano, ingiustamente: le uscite basse sono sempre state un cruccio per il grande portiere juventino, mentre sui tiri bassi radenti, un quasi quarantenne con la schiena a pezzi non è che possa farci molto, suvvia un po’ di equilibrio! All’ora di pranzo Fiorentina e Atalanta si annullano a vicenda in un match perfetto dal punto di vista tattico (di fatto le due squadre hanno giocato uomo contro uomo specchiandosi a vicenda). L’Atalanta conferma i progressi, anche perché Gasperini ha sciacquato i panni nel Serio del suo rigido 3-4-3 virando un più camaleontico 3-4-1-2. La Fiorentina invece dà l’impressione di essere totalmente incapace di segnare anche se le porte fossero larghe venti metri e altre dieci, della serie tanto fumo e poco arrosto e al Franchi si sono già stufati del “bel giuoco” del lusitano. Nelle partite delle 15 spicca l’incredibile tonfo dell’Inter che a San Siro è stata surclassata (e pure in rimonta) da un ottimo Cagliari, che ha fatto vedere inaspettatamente anche un ottimo impianto di gioco: il catenacciaro Rastello è sembrato una sorta di riedizione di Arrigo Sacchi in versione Cesare Ragazzi alla Scala del calcio! Tra i sardi, sottolineerei la prestazione di Melchiorri, un centravanti di movimento d’antan in stile Anni Ottanta, che se in carriera avesse avuto meno sfiga oggi sarebbe fisso in Nazionale. Per quanto riguarda il pietosissimo caso Icardi, che conferma ancora una volta la dimensione cialtronesca della gloriosa Fc Internazionale (e il povero Moratti non c’entra stavolta!), dico solo che alcuni dirigenti hanno fatto una figura ancora peggiore di quella del bimbominkia tatuato che si presenta già da sé con la moglie meretrice/procuratrice: come si fa a assegnare la fascia di capitano di MeazzaPicchi, Mazzola, Bergomi e Zanetti (e di Ranocchia!)  ad un personaggio del genere? La Lazio perde un’occasionissima non andando oltre l’1-1 contro il Bologna: il catenaccio d’altri tempi dei felsinei ha tolto linfa vitale a Immobile e soci e così alla fine ci è voluto un rigorino generoso per fissare l’X finale che però scontenta entrambe le contendenti, soprattutto un Donadoni mai visto così incazzato in vita sua! L’altra emiliana, il Sassuolo, rimonta il derelitto Crotone grazie alle reti di due panchinari (Sensi e Iemmello) e dimostra così di avere valide alternative all’undici titolare. Scialbo 0-0 tra Genoa ed Empoli che conferma la sterilità offensiva dei toscani ed il nervosismo eccessivo dei rossoblu, soprattutto del suo tecnico Jurić. In serata il Milan agguanta la Roma regolando 3-1 il solito rognoso Chievo grazie ad i soliti sunti vincenti dei singoli, un vero e proprio leitmotiv di questo inizio di stagione rossonero. Parliamoci caso: questo Milan è secondo per puro caso (un po’ come l’Inter manciniana lo scorso anno) perché del famoso gioco di montelliana memoria non si è vista nemmeno l’ombra e invece di sedici punti il Diavolo ne meriterebbe in realtà dieci-dodici. Vincere comunque aiuta sempre a vincere ed è davvero lodevole che il Milan sia secondo con  la squadra più giovane del campionato e, per giunta, con molti italiani. Nel posticipo del lunedì invece il Torino di Mihajlović ha letteralmente surclassato il Palermo del novellino De Zerbi dando un’autentica  dimostrazione di forza e carattere (il Palermo è passato addirittura, immeritatamente, in vantaggio): lo Sputacchione sta incarnando davvero alla grande lo spirito più puro del Toro e adesso, con il Filadelfia rinnovato, sulla Torino granata (ma Torino è da sempre più granata che bianconera) potrà forse incominciare una nuova era.