Avanti con il minimo sforzo: Juventus, Napoli ed Inter continuano la loro marcia vincendo tutte e tre con il minimo scarto al termine di match molto combattuti e tirati con Lazio (sconfitta) e Milan (pareggio) che in ottica quarto posto continuano ad andare avanti a singhiozzo. La Roma torna in corsa Champions e salva la panchina di Di Francesco vincendo un rocambolesco incontro contro il Genoa ed ingarbuglia ancora di più la classifica in zona Europa League.  In coda non vince nessuno così tra Cagliari e Bologna ci sono solo sei punti di differenza, il Frosinone e il Chievo sono già staccati.

Champions ed Europa League 

Non è stata una Caporetto ma quasi: un solo pareggio (che di fatto è equivalso come una sconfitta, quello dell’Inter) a fronte di ben cinque sconfitte, alcune ininfluenti come quelle di Juve, Roma e Lazio, altre più sanguinose come quella del Napoli e del Milan che vengono così eliminate già ai gironi (i partenopei saranno però declassati in Europa League mentre i rossoneri resteranno a casa). Se per i campani l’eliminazione ci poteva stare, essendo il Liverpool una squadra con maggior blasone ed esperienza internazionale, è più clamorosa l’eliminazione dei rossoneri che avevano ben due risultati e mezzo a disposizione (la vittoria, il pareggio, la sconfitta di misura) e che invece in casa dell’Olympiacos sono crollati nella ripresa, pur con l’ausilio di un rigore generoso concesso dall’arbitro agli ellenici. Poche scuse per Gattuso: una squadra blasonata e ambiziosa come quella rossonera non può farsi eliminare in questo modo, in un gironcino dove c’era il materasso Dudelange, contro avversari non irresistibili come l’Olympiacos e il Betis Siviglia. In generale il calcio italiano, inteso come movimento, si dimostra tutt’altro che guarito solo che ora le sue magagne sono meno evidenziate dato che anche negli altri campionati esteri si sta registrando un livellamento verso il basso grazie alle parabole discendenti di Real Madrid, Bayern Monaco e in parte Barcellona. Intanto questi sono stati i sorteggi di Champions ed Europa League per le nostre squadre rimaste in lizza:

  • Atletico Madrid – Juventus
  • Roma – Porto
  • Rapid Vienna – Inter
  • Zurigo – Napoli
  • Lazio – Siviglia

Insomma, sulla carta sorteggio durissimo solo per Juventus e Lazio mentre alla Roma poteva andare molto peggio avendo pescato la più debole tra le teste di serie, il Porto. Va detto che l’attuale Rometta è una squadra quasi allo sbando e che è capace di soffrire contro tutti. Per la Juve invece è giunto l’avversario più scorbutico, l’Atletico cholista, una squadra che utilizza le stesse armi care alla Vecchia Signora: la cura manicale della fase difensiva, la fisicità ed il cinismo. Sarà una partita da fifty-fifty dove sarà importantissima la giocata del fuoriclasse (Ronaldo è avvisato). La Lazio a mio avviso ha scarse possibilità di spuntarla sul Siviglia, squadra che ha grande tradizione nell’Europa dei poveri, e che in campionato è a ridosso dal Barcellona grazie ai gol di André Silva. E’ andata di lusso invece a Inter e Napoli: le mitteleuropee Zurigo e Rapid Vienna sono avversari contro le quali è quasi impossibile combinare disastri.

Inter – Udinese 1-0

Il primo uno a zero della giornata è dell’Inter che sfrutta un cucchiaio di Icardi per battere la resistenza della solita Udinese catenacciara che con il 37% ha fatto registrare la percentuale di possesso palla più elevata da quando c’è Nicola in panchina. E’ stata una partita da sbadigli con la Beneamata che ancora una volta ha dimostrato di fare fatica quando a centrocampo non c’è gente capace di accendere la luce con Borja Valero che ormai può giocare con gli amatori. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene però ecco quest’estate è stato un grave errore prendere un giocatore che non serve come Nainggolan (cocco di Spalletti, sia assuma lui la responsabilità) non risolvendo quella che è l’atavica pecca nerazzurra: l’assenza di un giocatore che sappia dettare i tempi a centrocampo.

Torino – Juventus 0-1

Partita dall’andamento simile, anche se più bloccata, quella tra Torino e Juventus: la stracittadina torinese ha visto ancora una volta trionfare la legge del più forte e del potente con un Toro che ancora una volta non può far altro che leccarsi le ferite e lamentarsi per la cattiva sorte o per gli errori dell’arbitro (adesso c’è Mazzarri quindi i granata sono in buonissima compagnia). La Juve non è in forma in questo momento della stagione, la scoppola di Berna lo sta a testimoniare, però i bianconeri in un modo o nell’altro azzeccano sempre il jolly che sblocca l’impasse. Sul campo ha schierato un tridente spuntato che avrebbe dovuto aprire come una lama nel burro la difesa a tre avversaria, non è successo così e i bianconeri hanno ruminato pallone fino all’episodio decisivo scaturito da Zaza, ex bianconero ironia della sorte.

Spal – Chievo 0-0

Quinto pareggio di fila (ancora ad occhiali) per il Chievo di Mimmo Di Carlo che per lo meno sta dando dignità al proprio torneo, la Spal invece incontri del genere li deve vincere a tutti i costi perché alla fine dei conti questi punti persi contro dirette rivali per la salvezza possono pesare molto. Il fatto che gli spallini facciano fatica a segnare poi non è molto confortante anche perché Petagna, Paloschi e Antenucci tutti assieme non fanno quindici gol stagionali.

Fiorentina – Empoli 3-1

Si è svegliata dopo due mesi di letargo la Fiorentina che è tornata al successo dopo tempo immemore, Iachini invece (ex gigliato ai tempi di Baggio ricordiamolo) conosce la sua prima sconfitta da quando allena i toscani. Pioli sembra aver trovato in Mirallas una buona spalla di Simeone junior dopo che Pjaca si è rivelato un bidone. Sconfitta indolore invece per un Empoli che scoppia di salute anche se quel gol di vantaggio poteva essere gestito meglio.

Sampdoria – Parma 2-0

Successo netto della Sampdoria su un Parma che a Marassi non si è quasi mai visto dalle parti di Audero (neanche raggiunto il 30% di possesso palla), in casa Doria ha funzionato alla perfezione la catena di destra dove Praet ha scodellato due bei assist per Caprari e Quagliarella, che ha segnato il nono gol della sua strepitosa stagione con un’inzuccata di testa.

Frosinone – Sassuolo 0-2

Occasione persa per il Frosinone che perde la classica partita che non si deve sbagliare contro un Sassuolo, troppo sterili in attacco i gialloblu che pur nel primo tempo hanno messo la frusta i Mapei boys che una volta tanto hanno punito l’avversario alla prima occasione. Stirpe intanto ha deciso di sostituire l’incolpevole Longo (che ha un’unica colpa: allena una squadraccia) con Baroni, “mister zero punti” lo scorso anno con il Benevento, si vede che nessuno crede di più nella salvezza.

Cagliari – Napoli 0-1

Se l’è vista brutta ancora una volta il Napoli che a Cagliari ha dominato in lungo ed in largo avendo però il torto di non chiudere subito la pratica contro i sardi che invece si sono galvanizzati fino a rendere la vita durissima alla squadra di Ancelotti. Sull’isola il Napoli si è schierato con un modulo curioso, abbastanza strano per queste latitudini: due difensori centrali, un terzino destro più bloccato, due mediani davanti alla difesa e quattro giocatori quasi in linea (tra cui Goulham che sarebbe terzino sulla carta ed il tuttofare Ruiz) dietro all’unica punta Milik. Il Napoli come a Bergamo l’ha spuntata nel finale grazie all’Uomo della Provvidenza Milik: fallo ingenuo di Barella (giocatore promettente ma troppo osannato ultimamente) e punizione al bacio del polacco che tiene così ancora aperto il campionato.

Roma – Genoa 3-2

Di Francesco salva la panchina: è questo l’esito del delicatissimo match tra Roma e Genoa che ha visto i giallorossi prima sprofondare e poi riemergere fino ai sudatissimi tre punti finali che salvano la posizione del tecnico (ex) occhialuto. La Roma però ancora una volta ha palesato i suoi limiti, soprattutto in difesa dove Difra ha schierato un’inedita difesa a tre poi subito abortita con l’inedito spostamento di Fazio nel ruolo di terzino destro, segnali che l’abruzzese è in forte confusione. Ormai gli avversari hanno capito che per aggirare la difesa giallorossa si devono fare due semplici mosse: un semplice palla indietro-palla avanti con inserimento di un centrocampista oppure un bel tiro in porta da lontano, tanto tra i pali quel Re Mida di Monchi ha pensato bene di mettere un falegname svedese! La fortuna della Roma è che davanti in un modo o nell’altro, complice un avversario lentissimo in retroguardia, si riesce a fare gol, è però l’unica consolazione della serata assieme ai tre punti.

Atalanta – Lazio 1-0

E’ scoppiata la Lazio che contro l’Atalanta ha centrato un’altra sconfitta dopo quella rimediata al giovedì contro l’Eintracht. Contro i bergamaschi, che in casa sono come al loro solito ficcanti ed irresistibili, la squadra di Inzaghi è stata letteralmente in bambola nella prima mezz’ora. Nel secondo tempo la lazio si è svegliata e ha portato serie insidie alla porta bergamasca e avrebbe pure meritato il pareggio (all’ultimo minuto è stato annullato giustamente un gol ad Acerbi), però alla fine dei conti zero punti, quattro nelle ultime cinque giornate on il fenomeno  parastatale Milinković-Savić che fino ad ora ha segnato la miseria di un gol, cosa grave perché in questa squadra tolto Immobile non ha gente capace di graffiare in zona gol anche a causa dell’iperprotettivo 3-5-1-1 (che sarebbe un 5-4-1 ma vabbé) su cui si è fossilizzato Inzaghino.

Bologna – Milan 1-0

Altro zero a zero (in campionato) per il Milan  e piatto che piange sempre di più per Gattuso: zero occasioni da gol create in novanta e passa minuti contro una delle squadre più deboli del campionato, il Bologna dell’ex bandiera milanista Inzaghi. Mi dispiace ma il povero Ringhio è finito in cortocircuito: sullo zero a zero toglie uno dei pochi giocatori capaci di incidere davanti (Cutrone) per mettere dentro due cessi con i pedali (Castillejo e Mauri) con il risultato che Higuain è stato definitivamente isolato davanti, con cambi del genere come puoi pensare di vincere una partita? Va bene che i giocatori in panchina non sono di grande aiuto al calabrese, però una squadra che ambisce ai quartieri alti merita una gestione dei match migliori di quelle di Ringhio.