Primo appuntamento dell’anno con Ti Amo Campionato e prima sorpresa: la corazzata Juventus perde all’esordio (non accadeva dal 2010/11, ma era tutt’altra Juve) contro l’ Udinese mentre perdono anche Napoli e Milan. Tra le big, o presunte tali, vincono solamente Lazio e Inter (a fatica), il che ci fa pansare a un campionato più equilibrato degli scorsi anni. Credo che questo maggiore equilibrio sia dovuto a questo mercato estivo: la Juventus si è obbiettivamente indebolita, perché gente come Pirlo e Tevez non li sostituisci dall’oggi al domani, anche se si è rinnovata e ha guadagnato in muscoli e chili (fondamentali per vincere un campionato). Un mercato comunque lungimirante, in stile Lucianone Moggi, quello messo a segno dalla coppia Marotta/Paratici, alias la mente e il braccio della società binconera. Mercato interessante anche quello della Roma, che ha portato gente del calibro di Dzeko e Salah, ha matenuto invariato il suo solido centrocampo, anche se ha investito poco in difesa, il reparto che sembra più vulnerabile. Le due milanesi hanno speso molto e male: l’Inter è ridiventata una squadra di calcio-basket sullo stile di quella che dal 2006 al 2010 ha dominato la Serie A, ma con interpreti che valgono la metà o meno degli eroi del Triplete, il Milan invece ha semplicemente gestito male il tesoretto messo a disposizione da Mr. Bee (quando daranno un calcio in culo al Condor sarà troppo tardi): se l’attacco sembra forse fin troppo munito, a centrocampo manca un play-maker, mentre per quanto riguarda la retroguardia un ventenne di belle speranze non pu aggiustare dall’oggi al domani una baracca traballante dall’addio di Nesta e Thiago. Lavoro in corso anche a Napoli, dove l’ex bancario Sarri dovrà lavorare sodo dove un tecnico blasonato e vincente come Benitez ha fallito, cioè nell’organizzazione del proprio pacchetto arretrato. M’intriga assai la Fiorentina di Paulo Sousa mentre la Lazio del bravo Pioli è la solita garanzia, anche se alla lunga pagherà il doppio turno. Tra le squadre di rincalzo il mercato migliore l’ha messo a segno il Toro, la squadra più giovane del nostro campionato: tra qualche anno sono sicuro che i granata saranno pronti per battersi per le prime posizioni mentre non mi convincono né Genoa né Samp, che pagano due presidenti fin troppo lunatici. In coda quest’anno sarà un campionato più avvincente dello scorso perché molte squadre sono papabili per la caduta in Purgatorio: il Frosinone ha l’organico più debole del campionato, con tantissimi reduci del doppio salto dalla C alla A, in più allenato da un’assoluta matricola, anche se sono convinto che tra le mura amiche darà molto filo da torcere. Il Carpi ha pasticciato molto in sede di mercato e potrebbe ripetere un campionato in stile-Sassuolo di due anni fa (ma senza lieto fine…) mentre Chievo, Empoli, Atalanta e Udinese sembrano avere organici decisamente più deboli degli anni scorsi. Staremo a vedere e intanto buon campionato a tutti!
VERONA – ROMA 2-1: come due stagioni fa è il Bentegodi che bagna il debutto del nostro campionato e anche questa volta l’Hellas stava per fare lo scherzo ad una squadra più blasonata di lei (due anni fa il Milan, sabato la Roma). Quella di Verona è stata un’estenuante partita a scacchi, Mascio Mandorlini ha giocato bene le sue carte al cospetto del Sergente Garcia: ha rinunciato a Pazzini e al 4-4-2 a rombo provato in pre-campionato e ha ripiegato sul suo classico 4-5-1 (che in realtà, in fase di difesa diventa una sorta di 6-3-1). La Roma, che senza Totti in campo deve rivedere le sue strategie d’offesa (meno palla a terra e triangolazioni e più palle alte per il capoccione del bosniaco), è rimasta sorpresa dalla muraglia gialloblù e, alla fine, senza la papera di Rafael (il sosia di Thiago Motta) sarebbe tornata nella Capitale con le pive nel sacco. Ci vorrà qualche mese prima che l’attacco giallorosso rincominci ad ingranare.
LAZIO – BOLOGNA 2-1: vittoria con un punteggio che non indica il divario impressionante tra le due squadre. La Lazio è una squadra che gioca ormai a memoria mentre il Bologna è un cantiere aperto. La banda di Delio Rossi, lontano parente di quel tecnico che agli inizi di carriera incantava con il suo 4-3-3 in stile Zeman, vive di solo contropiede mentre la Lazio ha pagato l’assenza di un cecchino come Klose. Con il tedesco-polacco in campo, anche su una gamba sola, il punteggio sarebbe stato diverso.
JUVENTUS – UDINESE 0-1: la grandissima sorpresa della giornata, inutile girarci attorno. Poche storie: la Juventus, nonostante il clima autunnale, è scesa in campo in ciabatte convinta di sbrigare la pratica in quattro e quattrotto. Invece, la Vecchia Signora ha pagato un attacco ancora in rodaggio: Marione Mandžukić, come tutti gli attaccanti slavi, si muove molto ma spesso solleva polvere finendo per mangiarsi gol già fatti, Dybala a Torino non avrà quelle ampie praterie che gli si spalancavano quando giocava a Palermo (da unica punta). Normale che con squadre asserragliate in difesa come l’Udinese un attacco ancora da registrare patisca, anche se sono convinto che con un giocatore che non molla un centimetro neanche in amichevoli come Tevez, la Juventus avrebbe vinto partite del genere. Una piccola noticina sul gol preso dalla Juventus: Lichsteiner si dimentica di seguire l’uomo come un giocatore di Promozione, mentre Buffon, su un pallone spiovente che è finito in area di rigore, è rimasto incollato sulla linea di porta… Ottimo l’esordio di Ali Adnan, primo giocatore iracheno del nostro calcio, qui a fianco in versione “militare”.
EMPOLI – CHIEVO 1-3: successo rotondo per il Céo anche se l’Empoli, dopo un ottimo primo tempo si è letteralmente appisolato. C’è da dire in casa Empoli si vede già l’impronta di Jean Paul Giampaolo che ci sta già mettendo del suo tra cambiamenti insensati di modulo e sostituzioni alla pene di segugio.
FIORENTINA – MILAN 2-0: come detto nell’overture, mi aspetto molto dalla nuova viola di Paulo Sousa. Il portoghese ha già mostrato di saperci fare: ha già inculcato un gioco più veloce e verticale di quello sonnacchioso e orizzontale di Montella anche se il 3-4-3 adottato contro il Milan potrebbe rivelarsi rischioso contro avversari più probanti. Per quanto riguarda il Diavolo, non ci siamo: lodevole il fatto che lo Sputacchione Mihajlovic faccia giocare i suoi con la linea difensiva alta, ma ciò va bene se hai come coppia di centrali gente come Baresi e Costacurta e non il carneade Ely (scuderia del pizzaiolo Raiola, toh!) e il poppante Romagnoli, che alla Sampdoria era abituato a giocare molto più protetto dal centrocampo. Qui al Milan, Romagnoli si trova coperto dal solo De Jong perché né Bertolacci, né Bonaventura e Honda hanno nelle corde la fase di difesa. Insomma, non lamentiamoci se dopo la difesa incassa gol se spendi ottanta milioni alla c.d.c.!
FROSINONE – TORINO 1-2: nella buia e cupa cornice del Matusa un Torino in formato Supergiovane riesce a tornare a casa con ottimi tre punti. I ciociari, che hanno mantenuto inalterata o quasi l’impalcatura che li ha condotti al doppio salto dalla C alla A e hanno mostrato che passare in casa loro sarà difficile. Il Frosinone ha perso per evidente calo fisico e poca abitudine dei suoi a calcare certi palcoscenici. Di fianco l’avvenieristico impianto frusinate.
INTER – ATALANTA 1-0: vittoria all’ultimo tuffo per la squadra di mister Sciarpetta, nel derby nerazzurro contro la Dea di Nonno Edy Reja. L’Inter comunque mi sembra addirittura peggiorata rispetto a quella dell’anno scorso, sia in gioco che engli interpreti: l’Inter dell’anno scorso era una squadra molto più tecnica, che faceva girare il pallone in orizzontale, questa è diventata una squadra di calcio-basket che vivrà di muscoli, calci piazzati e sculate e magari racimolerà più punti. Kondogbia è un bidone, ci metto la mano sul fuoco, non avrei mai speso cifre del genere per un centrocampista che non segna, dote indispensabile per un centrocampista moderno. Per quanto riguarda il gol, da pollastri spennati, preso dall’Atalanta vorrei segnalare come la linea difensiva, invece che andare ad aggredire Jovetić, che si stava accingendo a tirare, rincula davanti al naso del proprio portiere. Ciò succede perché i difensori moderni sono spaventati dal giocare di contatto con gli avversari.
PALERMO – GENOA 1-0: match divertente tra due squadre incomplete, nel primo tempo il divertente tourbillon gasperiniano poteva tranquillamente fare tre/quattro gol alla ciurma di Cappellino Iachini. Come in Inter-Atalanta, alla fine decide il match un gol culoso, Vazquez come al solito imprescindibile per il gioco dei rosanero.
SAMPDORIA – CARPI 5-2: dopo la farsesca sconfitta contro il Vojvodina (a pensar male…) Walterone Zenga riconquista il pubblico di Marassi con un sonante 5-2 contro la matricola Carpi, la quale ha commesso l’errore garvissimo di smantellare la squadra che l’anno scorso ha vinto a mani basse il torneo cadetto (in questo senso penso sia stato decisivo l’avvicendamento di Giuntoli con un ds con manie di protagonismo come Sogliano). I concittadini del mitico Dorando Pietri, l’anno scorso, hanno incassato appena 28 gol in 42 partite, quest’anno, con un centrocampo e un attacco completamente rinnovato hanno beccato subito cinque pappine all’esordio. Va bene che c’era gente che si è fatta la scalata dalla D alla A che era evidentemente emozionata, ma presentare sui campi di Serie A un citofono dai riflessi di un bradipo come Brkic (l’ottimo Gabriel intanto marcisce a Napoli) è sinonimo di incompetenza…
SASSUOLO – NAPOLI 2-1: sconfitta pronosticabile a mio avviso, il Napoli del nuovo corso Sarri è un autentico cantiere aperto mentre il Sassuolo con il suo gioco offensivo e garibaldino è sempre insidioso per squadre come il Napoli che non si sanno ancora difendere. Oltre che ai soliti problemi difensivi, il Napoli dell’ex bancario deve registrare il cambio di modulo (dal 4-5-1 di marca Benitez al 4-4-2 di marca Sarri), che personalmente non mi convince: va bene Hamšík da mezzala più arretrata (lo slovacco incunearsi negli spazi partendo da lontano come con Mazzarri), ma un centrocampo a rombo che ha come estremi Valdifiori (ottimo giocatore ma non un crack che ti sposta gli equilibri) e Insigne non ti permette di fare chissà che salto di qualità. Occhio poi che a breve scoppierà la grana Higuain, quante gatte da pelare per il povero Sarri…