
Molta carne al fuoco in questa ventisettesima giornata, il caso Totti ovviamente monopolizza le attenzioni di media, addetti ai lavori e tifosi. Parliamoci chiaro: Spalletti non ha gestito bene la situazione dal punto di vista della comunicazione, ma Totti ha dimostrato ancora una volta di essere un burino senza cervello e buon senso. La colpa principale però dell’accaduto non sta né nel tecnico né nel giocatore, bensì in una società cialtronesca e inesistente. Una vera società, sapendo dei cattivi rapporti che correvano tra Totti e Spalletti dopo le dimissioni di quest’ultimo all’inizio della stagione 2009/10, non avrebbe richiamato il toscano dopo l’esonero di Garcia ma avrebbe puntato sul classico traghettatore. Totti, seppur grandissimo, non può essere più al centro di un progetto societario vincente a quarant’anni passati! Con l’ingaggio di Spalletti e la deflagrazione di tutti i malumori tottiani, la società rischia di fare il patatrac: buona parte della tifoseria, come prevedibile, infatti si schiererà tutta dalla parte del capitano e contro l’allenatore; davanti al classico aut aut il povero Pallotta, completamente a digiuno di calcio, opterà per il rinnovo del contratto al Pupone e a giugno il povero Spalletti rischia così di trovarsi a spasso! Vicende del genere ovviamente sarebbero state gestite in tutt’altro modo in società dalla mentalità più vincente e in piazze più razionali e distaccate. Mi chiedo però se c’è dell’altro dietro a questa storia: mi sembra impossibile che una società di Serie A prenda come allenatore un personaggio sgradito al proprio capitano e simbolo per antiche e mai risolte ripicche. Probabile quindi che dietro a questa clamorosa vicenda ci sia dell’altro: Spalletti probabilmente non è stata una scelta di Pallotta, Sabatini, Baldissoni ma di qualcun altro e questo qualcun altro potrebbe essere benissimo un personaggio che ha la seria intenzione di succedere agli americani …
La ventisettesima giornata si è lasciata alle spalle una tre giorni europea non positiva per le squadre di casa nostra. Se si eccettua per la Juventus, che sarà impegnata questo martedì, questa prima tornata europea del 2016 non ha riservato nessun sorriso per i team italiani. Come pronosticato la Roma si è ben opposta al Real, ma la maggior classe dei blancos ha finito per premiare Ronaldo e soci. In Europa League invece solo la Lazio può essere soddisfatta perché un 1-1 ottenuto sul campo del Galatasaray è sempre un buon risultato, mentre la sconfitta del Napoli (1-0) nel catino di Villareal e l’1-1 casalingo della Fiorentina contro il Tottenham sono risultati pericolosi. Il ciuccio dovrà vincere con almeno due gol di scarto e dovrà stare attentissimo a non subire gol, impresa alla portata, anche se Albiol e Kulibaly personalmente non mi fanno dormire sonni tranquilli mentre la Fiorentina a Londra dovrà cercare l’impresa. Le squadre inglesi sono delle bruttissime gatte da pelare quando giocano in casa loro, sarà fondamentale in questo senso segnare subito un golletto nei primi minuti per poi gestire il match. Personalmente do un 45% di possibilità di passaggio del turno alla Juventus, un 10% scarso alla Roma, un 60% alla Lazio e un 50% a Napoli e Fiorentina.
BOLOGNA – JUVENTUS 0-0: dai non si può vincere sempre! Dopo 15 vittorie consecutive la capolista si ferma a Bologna non riuscendo a perforare l’ostica squadra di Donadoni. Chiaro che la testa era tutta alla sfida contro il Bayern, però i campioni d’Italia sono apparsi imballati e senza fantasia in attacco. E’ un vero e proprio delitto vedere un obbrobrio come Pereyra nel ruolo che fu di Platini con in attacco due pesi massimi come Zaza e Morata, ma si sa che Allegri ci è abituato a certe fisse inspiegabili! Per il Bologna solo complimenti: con il placido Donadoni i felsinei stanno tenendo un ruolino di marcia che ricorda i bei tempi che furono: il punto di forza della squadra sta nella cerniera di centrocampo super-muscolare che riesce sempre a servire ottimi palloni agli avanti. Contro la capolista Donadoni ha forse esagerato con i muscoli in mediana, ma in partite del genere può andar bene così!
VERONA – CHIEVO 3-2: è stato un derby entusiasmante come non succedeva da anni, forse il merito di questo exlpoit va attribuito a Gigi Delneri, l’uomo che guidava i Mussi durante il primo storico derby in Serie A (stagione 2001/02) finito 3-2 per l’Hellas del mitico Malesani! Chissà se quest’altro 3-2, che per il Verona malesaniano rappresentò l’inizio di una lenta parabola discendente verso una clamorosa retrocessione all’ultima giornata, non significhi il punto d’inizio per una clamorosa rimonta! Gli ingredienti ci sono tutti: Delneri ha 65 anni ma è pur sempre uno dei più bravi didattici attivi sui nostri campi, la coppia Toni-Pazzini se ben sincronizzata è un lusso per molte squadre d Serie A, inoltre Ionita (o Nobita!) è una bela scoperta. L’unica incognita in vista per la rimonta è rappresentata dalla condizione atletica, disastrosa e tutta imputabile alla precedente gestione.
INTER – SAMPDORIA 3-1: nella serata dei grandi ritorni (Mou e Ronaldo il Fenomeno presenti in tribuna a fianco di papà Massimo Moratti), torna alla vittoria la banda Mancini e lo fa con un corroborante 3-1, anche se questa Sampdoria confusionaria era decisamente l’avversario ideale per rimettersi in sesto. Sciarpetta è tornato al 4-4-2, scelta più sensata dell’improbabile 4-3-3 visto nelle ultime uscite, Montella invece con quest’ennesima sconfitta in saccoccia ha una media punti di 0,64 contro l’1,6 del criticatissimo predecessore. Ci sono tutti gli ingredienti per una precipitosa caduta in Serie B, che sinistramente ricorda quella di cinque anni fa.
ATALANTA – FIORENTINA 2-3: undici turni senza vittorie, questo l’impietoso ruolino di marcia dell’Atalanta che questa volta si è dovuta inchinare davanti alla maggior classe della Fiorentina. Sousa è stato bravo a correggere in corsa il folle turn-over fatto per preservare la sua squadra dalla trasferta di Londra, uno come Kalinić ad esempio non può essere lasciato fuori perché la squadra non ha sostituti all’altezza, perché il portoghese persevera in questo errore?
GENOA – UDINESE 2-1: chi perdeva questa sfida sprofondava nel baratro, alla fine di novanta minuti intensissimi, un rigore ciabattato dall’eterno Totò Di Natale (domenica brutta per le bandiere!) consegna tre punti pesantissimi al Genoa del contestatissimo Gasperini, tecnico cui i tifosi genoani invece dovrebbero costruire una statua fuori Marassi. In quanto all’Udinese, vedo malissimo i friulani: l’ambiente, già di per sé eccessivamente freddo e critico, si sta incupendo sempre di più. Ora il bersaglio principale è diventato il povero Mastro Lindo, ma tra poco se i risultati continueranno a essere grami, sarà la proprietà a dover rispondere ai malumori dei tifosi. Tra tutte le squadre di bassa classifica le zebrette mi sembrano quelle conciate peggio: il Carpi fa un’ottima fase difensiva, Samp e Frosinone hanno difese colabrodo ma davanti segnano, l’Udinese invece oltre che incassare qualche gol di troppo fa una fatica incredibile a segnare. Del resto se Di Natale è buono per i tornei amatoriali e il tuo miglior attaccante in rosa è un trequartista (Cirillo Terò) sei destinati a non segnare neanche con le mani anche se hai Guardiola in panchina.
SASSUOLO – EMPOLI 3-2: tra due squadre che giocano bene il calcio senza tatticismi è logico assistere ad un incontro con tanti gol, specialmente se le due squadre restano in dieci dopo pochi minuti, questo perché giocando in dieci ci sono più spazi a disposizione da sfruttare! Quella di giocare in dieci era tra l’altro un’idea non del tutto balzana espressa da Platini una ventina d’anni fa quando abbondavano le tonnare a centrocampo. Il Sassuolo ha più classe dell’Empoli e alla fine ha vinto con merito anche se i toscani non devono disperarsi per un momento dove tutto non gira.
TORINO – CARPI 0-0: “è finita l’av…Ventura!” recitava uno striscione in Curva Maratona. Questa volta sono d’accordo con i tifosi: Mister Libidine ha fatto tanto e forse troppo per il Toro, ma in questo momento è in confusione completa e non sta valorizzando al meglio il proprio organico a disposizione, dal quale si potrebbe ricavare qualcosa di più, specie dai due attaccanti. L’impressione è che i granata siano terrorizzati a giocare in casa dove i tifosi spesso fischiano al primo passaggio sbagliato e gli avversari si barricano davanti al proprio portiere, il gioco lento e paludato di Ventura in questo caso non aiuta certo. Il Carpi ha completamente rinunciato a giocare ma almeno è una squadra viva che ha scoperto un bel portiere. La Slovenia con i suoi due milioni scarsi di abitanti sta tirando fuori tre eccellenti portieri: Handanović, Oblak dell’Atletico Madrid e Belec appunto.
FROSINONE – LAZIO 0-0: non è successo praticamente niente nell’inedito derby laziale. Il Frosinone ha ottenuto un punticino utilissimo per la sua classifica mentre la Lazio si è presentata stremata dall’impegno europeo e con quell’attacco conciato (Djordjević non azzecca una partita da mesi) non si può andare oltre ad una mediocre metà classifica.
ROMA – PALERMO 5-0: detto abbondantemente del caso Totti, la Roma ha centrato la sua quinta vittoria consecutiva con una bella cinquina (o manita secondo i nostri giornalai esterofili) su un Palermo completamente allo sbando e con nell’undici titolare due giovanissimi come Alastra e Pezzella. Spalletti ha avuto ancora una volta ragione ribaltando modulo e calciatori, Keita sembra ritornato sui suoi livelli, così come il pachidermico Geco che però, da buon slavo, continua a sbagliare i gol più facili anche se incomincia a mettere dentro i palloni più difficili.
NAPOLI – MILAN 1-1: più Napoli che Milan come era lecito aspettarsi, anche se l’1-1 finale è stato tutto sommato giusto. Il Napoli ha attaccato con la sua solita “valanga azzurra” ma ha trovato davanti a sé un Milan ben disposto in campo dal suo allenatore anche se in maniera scolastica e prevedibile che ha chiuso ogni varco: con questo assetto tattico anche una schiappa come Zapata riesce a fare un figurone! Non sono ancora convinto da Aumma Aumma, sarà giovanissimo, ma a mio avviso tecnicamente è ancora acerbo anche se ha mezzi fisici impressionanti per l’età. Non sono convinto neppure della tenuta difensiva del Napoli: la squadra si difende egregiamente “di reparto” ma quelle poche volte che l’avversario riesce ad entrare negli ultimi sedici metri son sempre dolori.