
Ventottesimo turno che conferma lo strapotere della Juventus con il Napoli che ora piomba a -4. La sesta vittoria consecutiva della Roma, il buon periodo del Milan e il momentaccio dell’Inter ci regalano una classifica molto corta nelle prime sei posizioni seguita però un autentico baratro colmato a centro classifica da una pletora di squadrette senza arte né parte, è il sintomo di come la famosa classe media, storicamente il vero punto di forza delle squadre italiane, stia scemando in maniera preoccupante. In coda Carpi, Frosinone e Verona non riescono a riaprire i giochi, le ultime due squadre poi hanno perso con pieno merito gli scontri diretti con Samp e Udinese.
Tutto (o quasi) come da mio pronostico la tre giorni europea. Il Bayern ha dominato a Torino ma è tornato a casa con un 2-2 che non può lasciare del tutto soddisfatti. La squadra di Allegri ha le sue armi (difesa forte ed arcigna, attacco pungente e solido) per poter giocarsela alla pari anche al ritorno, ovvio che il Bayern sia grande favorito, ma mai dire mai, la palla è tonda e le partite durano novanta minuti! In quanto all’Europa League, come paventavo, solo la Lazio ce l’ha fatta, la squadra di Pioli infatti è riuscita a far valere il fattore campo sbarazzandosi di un Galatasaray apparso mediocrissimo. Diverso il discorso per il Napoli: la banda Sarri ha prodotto il solito gioco spumeggiante, ma vuoi per la serata no del proprio asso Higuain, vuoi per l’incredibile gol subito (un gol alla Magath), la rimonta non è riuscita contro un Villareal che ha comunque dimostrato un’ottima organizzazione difensiva. Prevedibile l’eliminazione della Fiorentina, anche se francamente non mi aspettavo questo crollo verticale: al White Hart Lane di Londra la viola non ha visto biglia o quasi contro un Tottenham in stato di grazia, infatti per un’eterna incompiuta come la squadra londinese quest’anno potrebbe essere la volta buona di un successo in patria visto che il sorprendente Leicester di Ranieri è ad un passo.
EMPOLI – ROMA 1-3: sesta vittoria consecutiva per una Roma che pare proprio rinsavita dalla cura Lucianone Spalletti. Azzeccata a mio avviso la mossa dell’attacco leggero che senza il pennellone Ďzeko è riuscito a insidiare la retroguardia “alta” e ballerina (senza Tonelli) degli empolesi, anche se va rimarcato che tutti i gol romanisti sono giunti da spunti individuali e che quindi l’allenatore abbia dei meriti fino ad un certo punto. Clamoroso il risveglio di El Sharaawy: il nipotino di Mubarak sta vivendo un girone di ritorno sui livelli di quello d’andata con il Milan nel 2012/13 perché sa esaltarsi nelle praterie con vicino partner (ogni riferimenti alla Cirinnà è puramente casuale!) brevilinei e tecnici come il Robinho dei tempi milanisti per intenderci; sono sicuro però che non appena dovrà affrontare squadre arcigne e chiuse il crestato tornerà a sui suoi soliti abulici standard.
MILAN – TORINO 1-0: una partita del genere qualche mese fa il Milan non l’avrebbe portata a casa, questo è poco ma sicuro. Il miglioramento in compatezza e in determinazione c’è, per il bel gioco invece chiedere altrove, anche se Mihajlović da buon serbo pragmatico e lavoratore sta cavando fuori il massimo dai suoi, difficile però che si vada più in su del quinto posto con una squadra del genere. Male, molto male il Torino dove servirebbe una sterzata e un cambio di manico, il gioco di Ventura (giro palla continuo con i difensori e i centrocampisti e verticalizzazioni per gli attaccanti) è ormai noto anche ai topi che escono dalle fogne.
PALERMO – BOLOGNA 0-0: partita tutto sommato vivace ma dove gli attacchi hanno fatto di tutto per sciupare l’impossibile, se per i petroniani il pareggio in terra sicula può essere bene accolto, lo stesso non si può dire per un Palermo che davvero sembra frastornato dai continui cambi di guida tecnica da Guinnes dei primati ideati dalla bizzarra mente del suo presidente, ormai contestatissimo (ma senza Zampa si può fare calcio a Palermo?). Almeno con gli improbabili allenatori (Bosi, Tedesco, il mitico Schelotto!) la squadra rosanero sembrava sbarazzina, mentre adesso con il catenacciaro Iachini scende in campo terrorizzata.
CARPI – ATALANTA 1-1: un pareggio inutile che non serve ad entrambe le squadre, preoccupa specialmente la situazione dell’Atalanta che ha raccolto 5 punti nelle ultime 11 partite, se i bergamaschi dovessero continuare a mantenere questo trend chiuderebbero a 34 punti, quota forse sufficiente per salvarsi perché ci sono squadre più scarse che stanno peggio. Il Carpi dovrebbe incominciare ad ottenere qualche successo consecutivo per poter sperare alla salvezza, l’organizzazione e il sudore non bastano purtroppo.
CHIEVO – GENOA 1-0: con questo successo i Mussi possono dirsi salvi, c’è da dire che ogni anno pronostico la caduta in B del Chievo e ogni anno Campedelli e soci mi smentiscono alla grande imbastendo squadre tignose e competitive! Il Genoa invece deve soffrire ancora un po’, anche se la sfangherà un’altra volta grazie al fattore Marassi!
SAMPDORIA – FROSINONE 2-0: bastano due gollonzi sporchi alla Doria per sbarazzarsi dei ciociari, parsi comunque davvero velleitari e remissivi e quasi terrorizzati dall’idea di tentare l’impresa. Sono curioso di vedere come si evolverà la situazione societaria in casa doriana e se c’è una “sorpresa” dentro l’uovo Ferrero…
UDINESE – VERONA 2-0: partita simile a quella descritta sopra, il Verona ha completamente mancato l’approccio alla partita e la pur mediocre Udinese ha così ringraziato sentitamente dell’atteggiamento remissivo degli avversari. Due piccole noticine di colore: innanzitutto quelli di Badu e Thereau sono i primi gol ufficiali siglati nella nuovissima Dacia Arena, in precedenza nelle sue versioni casalinghe da quando è stato inaugurato lo stadio le zebrette friulane non erano mai andate a segno. La seconda nota riguarda il cambio di modulo apportato da Mastro Lindo (dal 3-5-2 al 4-5-1): è probabile dietro questo cambiamento che ci sia lo zampino di Di Natale che già ai tempi di Guidolin aveva “consigliato” il ciclista a metterlo da prima e non più da seconda punta.
JUVENTUS – INTER 2-0: vittoria ineccepibile e indiscutibile della Vecchia Signora nell’ormai classico derby d’Italia. La Juve ha giocato alla grande i primi venti minuti con un’interpretazione aggressiva del 3-5-2 molto simile a quella dei tempi di Conte, poi visto che l’avversario sembrava pascolare confusamente l’erba dello Stadium i bianconeri hanno saggiamente dosato i ritmi per poi colpire alla prima vera occasione, con il cinismo dei grandi, grazie a Bonucci, giocatore prodotto del vivaio nerazzurro sbolognato troppo velocemente dai fenomenali dirigenti di Appiano Gentile e che ora a parer mio è uno dei tre migliori centrali del mondo (e non è un complimento a Bonucci ma una constatazione di quanti pochi difensori decenti girino per i campi di calcio!). L’Inter è una pena e una vergogna continua, Sciarpetta non ne ha azzeccate una neanche per sbaglio da quando è tornato a Milano e quel poco che ha costruito l’ha fatto solo grazie al caso e al classico fattore C, l’ultimo comico tentativo di mettersi a specchio contro la miglior squadra del campionato è stato un semplice sinonimo di idee confuse e crassa incompetenza calcistica perché gli esterni alti e i mediani sono stati letteralmente sovrastati negli uno contro uno dagli zebrati, dotati di maggior classe e gamba. Curioso poi come il Mancio, nonostante le vagonate di seconde punte e mezze punte in rosa (non ultimo il desiderio inverecondo di mercato Eder) si ostini a far giocare il vecchietto spelacchiato Palacio, eh ma Mancini sa costruire le sue squadre!
LAZIO – SASSUOLO 0-2: la sorpresa della giornata senza dubbio, La Lazio avrà pagato le stanchezze di coppa (solita scusa tirata fuori dai tecnici nostrani) ma dispone di una coppia di centrali (Mauricio-Bisevac) da brividi che sarebbe capace di far segnare anche uno spaventapasseri e in attacco non sa che fare, per fortuna che in Europa gli spazi per fare male siano maggiori! Per quanto concerne il Sassuolo l’impressione mia è che i neroverdi rendano alla grande senza l’ariete di peso in avanti e con il tridente leggero.
FIORENTINA – NAPOLI 1-1: piacevole posticipo tra due squadre che amano giocare a viso aperto con fitte trame di passaggi. Come prevedibile le squadre hanno giocato per vincere e di conseguenza hanno lasciato abbondanti spazi da sfruttare. La Fiorentina, sempre un po’ in formato Dr. Jekyll e Mr. Hyde, questa volta ha interpretato alla grande la partita con una partenza lampo che ha sorpreso la squadra partenopea: i cinque centrocampisti gigliati (i due mediani e le tre mezze punte) hanno letteralmente rincoglionito i loro omologhi napoletani muovendosi con e senza palla molto velocemente. Il Napoli, parso stanco e involuto in molti suoi uomini (mannaggia al turnover Sarri!), con un Higuain sempre letale ma allo stesso tempo sempre troppo isolato là davanti, si è aggrappato agli episodi e agli errori altrui e alla fine è riuscito a strappare un pareggio tutto sommato giusto. Nella Fiorentina imprescindibile Badelj, il collante del centrocampo gigliato, mentre nel Napoli gente come Callejon e Hamšik dovrebbero incominciare a tirar fuori gli attributi anche in zona gol.