Alla ventinovesima giornata del campionato di Serie A arriva il primo imprevisto che riapri i giochi al vertice: la Juventus pensava di passeggiare in carrozza sul campo della Spal, invece gli ostici ferraresi hanno costretto i campioni torinesi alle reti bianche. Ne ha approfittato così il Napoli che, pur sudando sette camicie, è riuscito a superare l’ostico Genoa. Sotto il duo di testa continua a frenare la Lazio, che coglie solo un pareggio contro il Bologna, mentre la Roma vincendo a Crotone ha messo la freccia per il terzo posto. Continua il momento abbastanza positivo delle milanesi: l’Inter si è addirittura divertita contro la Sampdoria mentre il Milan è riuscito a superare a fatica il Chievo. In coda passo avanti importante per Sassuolo e Cagliari mentre Verona, Spal, Crotone e Chievo continuano ad essere nei guai fino al collo.

Dopo la clamorosa ed ignominiosa mancata qualificazione ai mondiali di Russia l’obbiettivo primario del nuovo movimento calcistico azzurro dovrebbe essere stato quello di risalire dal punto più basso della storia del calcio italiano gettando le basi di un progetto tecnico a medio/lungo termine. Invece a quanto pare Malagò e soci vogliono continuare a scavare per cercare di finire definitivamente sottoterra! Innanzitutto la scelta di Di Biagio (un allenatore di per sé mediocre a mio avviso) avrebbe avuto un senso se a Coverciano si sarebbe dato immediatamente l’impulso ad un profondo ricambio generazionale. Invece Gigetto Di Biagio, a parte qualche volto nuovo che si è messo in luce in questo campionato (Cutrone, Chiesa, Cristante), ha convocato le solite cariatidi che rispondono al nome di Buffon, Chiellini, Parolo, Candreva, tutta gente che dopo il disastro di Svezia doveva sparire letteralmente dai radar. Si naviga a vista quindi: nessun tecnico di grido pare intenzionato ad accollarsi la patata bollente di questa Nazionale sempre più in declino, mentre il mediocre Di Biagio invece che al futuro del movimento calcistico italiano pensa semplicemente a vincere le prossime (inutili) amichevoli per incollare il suo sedere sulla panchina azzurra, poveri noi e povera Italia!

Udinese – Sassuolo 1-2

La ventinovesima giornata si è aperta con l’importante successo del Sassuolo sul campo dell’Udinese, per Cappellino Iachini è ua bella rivincita contro la società che l’anno scorso l’aveva (giustamente a mio avviso) defenestrato. L’Udinese invece è letteralmente in caduta libera: dopo aver azzeccato cinque partite grazie a vittorie di puro culo adesso gli Oddo boys sono al quinto ko di fila. Quando una squadra fa paura fino al buco del deretano si schiera con il solito 3-5-1-1, la scelta ha pagato: Iachini schierandosi a specchio contro l’Udinese pensava di cavare un pareggino e invece ha centrato addirittura i tre punti.

Spal – Juventus 0-0

In serata arriva la grande sorpresa della giornata: il gran catenaccio della Spal è infatti riuscito a fermare la capolista Juventus che nel catino del Paolo Mazza di Ferrara non è riuscito a cavare un ragno dal buco. I troppi complimenti, le suggestioni di fantomatici triplete ripetuti a tamburo battente in settimana hanno distratto la squadra bianconera. Onore comunque alla Spal che ha giocato novanta minuti con il coltello tra i denti con un’applicazione difensiva da manuale del calcio. Se le individualità, ammassate in un improbabile 4-2-3-1 in versione “carica dei 101” da Allegri, non sono in giornata la Juve non è in grado di far male e in questo caso il piano B (leggi alla voce rigori, punizioncine e gol su calcio d’angolo) non ha funzionato come in altre occasioni. Ogni tanto anche i solisti possono steccare.

Sampdoria – Inter 0-5

Grandissima abbuffata all’ora di pranzo di domenica per l’Inter che ha schiacciato la Sampdoria con una perentoria cinquina. Per i nerazzurri una partitamolto similare a quella dell’anno scorso contro l’Atalanta (attenzione che una rondine non fa mai primavera!): la Samp ha giocato per soli venti minuti poi è letteralmente scomparsa dal campo. La squadra blucerchiata da qualche partita mentalmente ha staccato la spina mentre la difesa alta e di reparto di Giampaolo senza condizione fisica e concentrazione mentale non funziona in nessun modo. Storica quadrupletta per Icardi: mister 110 milioni ha segnato due gol d’autore, uno di tacco ed uno con una conclusione volante alla Van Basten confermandosi attaccante letale nel nostro calcio, dove è importante avere gente dotata di scatto e peso negli ultimi sedici metri. Però non è un caso che un giocatore del genere non abbia ancora giocato un minuto in Champions League e che fatichi ad imporsi in Nazionale.

Crotone – Roma 0-2

Senza strafare,senza spolmonarsi inutilmente per novanta minuti, la Roma è riuscita comunque a far sua la partita in Calabria sconfiggendo un Crotone volitivo ma decisamente spuntato in attacco. Il gioco della Roma di Di Francesco mi ricorda un po’ quello della Roma (culona fino all’inverosimile) del Sergente Garcia: fase difensiva solida ma fase d’attacco troppo lenta e farraginosa dove il pachiderma Džeko ha sostituito nel compito di regia offensiva il Pupone Totti. Però subendo poco e sgollando ogni tanto in avanti intanto la Roma è terza in solitario e tra le migliori otto d’Europa.

Milan – Chievo 3-2

Ancora André Silva! Il tamarrone portoghese ha tolto ancora una volta le castagne dal fuoco (per il vero segnando un gol che avrebbe fatto anche un vecchietto) ad un Milan che ha dovuto sudare le classiche sette camicie per avere ragione del malandato Chievo. Il Milan ha dimostrato di non poter prescindere dall’undici titolare su cui in questi mesi Gattuso ha insistito allo sfinimento, è bastato l’innesto dell’adattato Borini in difesa per mandare in tilt l’intero reparto difensivo, per giunta contro una squadra che fa dell’anemia offensiva (sempre preoccupante per una squadra che deve salvarsi). Alla fine un altro episodio fortunato ha deciso il match in favore dei rossoneri, il momento positivo di Silva potrebbe spingere Gattuso verso le due punte, fatto che potrebbe far perdere equilibrio e certezze al diavolo.

Verona – Atalanta 0-5

L’Atalanta, vincendo tutti i duelli a centrocampo contro gli avversari (tutte e due le squadre giocano a due in mezzo), è riuscita a ridurre in brandelli il Verona. L’Hellas ha dimostrato di non meritare la salvezza, il pesantissimo cinque a zero incassato a domicilio dall’Atalanta ne è fulgida dimostrazione. La squadra di Pecchia però può ancora giocarsela contro squadre demotivate o di bassa caratura, il problema è che quando si alza un pochino il livello dell’avversario, quando i gialloblu sono costretti ad imporre il loro gioco, tutti i limiti della squadra emergono di prepotenza.

Torino – Fiorentina 1-2

Quarta sconfitta di fila per il Torino, la cura Mazzarri sembra essersi dissolta all’improvviso dopo che la squadra ha capito di non poter puntare in nessun modo all’Europa League, obbiettivo dichiarato della stagione. Non credo che sia questione di difesa a tre, a quattro ma semplicemente di mancanza di obbiettivi che hanno spinto la comitiva granata a tirare i remi in barca, la Fiorentina dopo la tragedia che ha colpito la squadra invece sembra intenzionata ad onorare fino in fondo il campionato.

Benevento – Cagliari 1-2

Un brutto Cagliari espugna grazie ad una rimonta negli ultimi minuti il campo del derelitto Benevento dopo che i campani hanno dominato e fatto vedere anche buone trame di gioco per ottanta minuti di gioco. Per i sardi tre punti fondamentali in ottica salvezza anche se con questo gioco si può solo sperare di salvarsi per demeriti altrui.

Napoli – Genoa 1-0

L’ha sfangata il Napoli che contro il Genoa ha rischiato di replicare il mezzo passo falso della Juve a Ferrara. La squadra di Ballardini si è difesa con molto ordine azzeccando l’inserimento di Lazović in mediana sul centro-destra, la zona dove operano i due cervelli del Napoli Hamšik e Insigne. Il Napoli così ha faticato a trovare il bandolo della matassa, si è presentato molte volte dalle parti di Perin però alla fine dei conti ha sprecato troppo calciando poche volte nello specchio della porta, a differenza della Juve però a Sarri è riuscito il famigerato piano B e i suoi prodi sono riusciti a sbloccarla grazie ad un’inzuccata su calcio d’angolo.

Lazio – Bologna 1-1

La Lazio butta via altri due punti importanti in ottica Champions pareggiando contro il Bologna, squadra reduce da ben quattro sconfitte consecutive. Il gol iniziale di Verdi ha sparigliato le carte del match alla squadra romana che però ancora una volta una manovra troppo lenta e prevedibile. La sosta per gli impegni delle Nazionali capita a fagiolo per ricaricare le pile della squadra di Inzaghino, da notare come in casa Lazio ogni anno quando c’è l’Europa di mezzo capiti sempre la stessa storia.