Giampiero Ventura
Ventura nella prima Conferenza Stampa da Ct

Giovedì primo settembre inizia ufficialmente l’era Ventura mentre lunedì 5 settembre il sessantottenne commissario tecnico genovese potrebbe già essere sotto esame perché in terra d’Israele sarà vietato sbagliare! Sembra un paradosso ma è proprio così: nel calcio ma anche nella vita in generale nulla è più difficile che subentrare a un personaggio amato, carismatico ma allo stesso tempo pompato ogni oltre limite.

Antonio Conte è un grandissimo tecnico, nessuno lo dubita, ha fatto un mezzo miracolo sulla panchina azzurra, spingendo una delle Nazionali più mediocri della nostra gloriosa storia a giocarsi un quarto di finale con i campioni del mondo della Germania. Però è stato celebrato in maniera eccessiva, poche storie: cosa dovremmo dire del povero Valcareggi che nel 1970 se ne tornò a casa bersagliato da pomodori nonostante un prestigioso secondo posto dietro al Brasile oppure di Donadoni che all’Europeo del 2008 fece lo stesso percorso di Conte ma con la differenza che il parruccato salentino è appena tornato a casa quasi trionfante mentre l’ombroso bergamasco giunse in patria tra le pernacchie di mezza Italia? Che cosa dovremmo dire della penosa finale dell’Europeo del 2012 quando Don Cesare Prandelli, fresco di endorsement nei confronti del macellaio Mario Monti, pur rimediando una figura cioccolataia contro la Spagna fu accolto in Italia come il salvatore della patria? Perché due pesi e due misure, perché questa disparità di trattamento? La risposta è molto semplice quanto immediata: la vicinanza con i poteri del calcio. Valcareggi, Donadoni (e posso aggiungere Bearzot, Vicini e in parte Arrigo Sacchi) erano personaggi lontani dai riflettori dei salotti buoni del potere mentre Conte e Prandelli sono figure che con certi ambientini andavano a nozze!

Stia dunque attento Mister Libidine Ventura, un vero maestro di calcio che ha fatto una gavetta interminabile e che quasi a settant’anni è giunto a coronare quello che è il sogno di tutti gli allenatori italiani, cioè allenare la Nazionale. Ai primi risultati interlocutori o negativi il nuovo CT sarà massacrato dal fuoco nemico e spietato della stampa (Gazzetta, Corriere dello Sport e Tuttosport), dunque stai attento Ventura! Quanto alle convocazioni del nuovo CT il materiale umano è talmente scadente che un giocatore può valere l’altro: si deve sempre sperare di campare con il quartetto difensivo juventino (Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini) e di inventare qualcosa in attacco dove però mancano giocatori di vero talento. Insigne e Berardi sono forse gli unici giocatori italiani che sono capaci di saltare l’uomo con facilità, Ventura però sembra non pensarla così al momento.

Veniamo al campionato, non siamo neanche in settembre è il torneo sembra già senza storia: la Juventus pur non incantando sembra una corazzata inaffondabile, il Napoli vince ma sembra sempre avere qualche problema, la Roma è già sull’orlo di una crisi di nervi così come le malate croniche Milan ed Inter. Il Sassuolo (si può ancora considerarla una sorpresa?) e le due genovesi sembrano delle belle realtà, almeno in questo inizio di stagione. Partiamo dal match dell’Olimpico, l’ouverture di questa seconda giornata, la Juventus tanto per cambiare ha vinto con il minimo sforzo profittando di un buco clamoroso della retroguardia della Lazio: grande muraglia davanti a Buffon e poi cinico golletto in pieno stile Capello. La difesa è sempre una garanzia (perché due centrali su tre sanno marcare ad personam!), mentre qualche perplessità la desta il centrocampo dove al momento ci sono troppi piedi quadrati, da vedere come s’inserirà Pjanić in questo centrocampo, Allegri comunque ha tutto il tempo per trovare la quadra, il campionato lo vincerà in carrozza lo stesso. Scoppiettante 4-2 tra Napoli e Milan, tra due squadre che comunque sono ancora un cantiere aperto. Nelle file partenopee si è sbloccato il prode Milik (sai che bella coppia con Cofie, milk and coffee!) mentre continua a lasciare perplessi la tenuta difensiva.

Il cinghialone Sarri attua una tattica difensiva di reparto con un continuo utilizzo dell’elastico difensivo: affinché i sincronismi siano giusti la squadra deve essere sempre corta e i reparti con le giuste distanze, altrimenti due difensori mediocri come Bugliolo e Quelcosolì vanno in sofferenza giocando senza coperture da parte dei compagni. Appena la squadra sarà migliorata nella condizione atletica sono sicuro che il ciuccio tornerà ad avere una buona tenuta difensiva, il problema è che a quel punto la Juventus potrebbe essere già scappata! In casa Milan invece Montella sembra non avere le idee ancora chiare: giocare con un 4-3-3 puro con Bonaventura mezzala e Montolivo metodista vuol dire sì segnare qualche gol in più ma anche subirne altrettanti, specie se in difesa hai un manichino come Romagnoli che non sa neanche cosa significa marcare l’avversario! Il problema grave è che la rosa è rimasta circa quella dell’anno scorso e che fa schifo con qualsiasi modulo venga utilizzato: il Milan con lo Sputacchione ha fatto buone cose con il 4-4-2, modulo non previsto nel credo montelliano che utilizza solitamente moduli con un centrocampo a tre, se non si corre prestissimo ai ripari (mancano due giorni alla chiusura del mercato) il prossimo a finire nel frullatore di Milanello sarà l’allenatore.

Non se la passano meglio i cugini nerazzurri che hanno fatto solo 1-1 contro la squadra più scarsa di questa Serie A, il Palermo. L’Inter sarebbe anche una buona squadra dalla cintola di metà campo all’insù, il problema grosso è che è letteralmente impresentabile in difesa e nella mediana con troppi giocatori scarsi, sopravvalutati e dai piedi di ghisa. Poi se Terence Hill di pallone ne capisce quanto il predecessore, è un altro punto delicato: quest’Inter è fatta per giocare con due mediani (un rubapalloni + Paolo Brosiović) e un trequartista (Banega). Quei geni che comandano nell’ex gloriosa Internazionale, oggi diventata semplicemente “Inda”, ovviamente vogliono sbolognare l’unico centrocampista buono (il croato) mentre contro il Palermo De Boer ha deciso di mettere Banega come metodista davanti alla difesa con davanti due piedi a banana lenti come la fame come Medel e Kondogbia, che senso ha una roba del genere!?

Perentorio 5-1 del Torino sul Bologna con Belotti che da cappone è ridiventato gallo nel giro di sette giorni: troppo brutti i petroniani mentre Mihajlović dovrà cercare di costruire una squadra che sappia difendersi compattamente e servire il prima possibile il proprio centravanti, se Belotti crescerà, crescerà anche il Toro ne sono sicuro.

Continua invece a imperare il tafazzismo nevrotico in casa Roma: avanti di due gol i giallorossi si sono fatti rimontare da un Cagliari scorbutico ma non trascendentale; una grande squadra però partite del genere le deve mettere in freezer sul 2-0 e la Rometta semplicemente una grande squadra non lo è e mai lo sarà probabilmente. Continua a volare il Sassuolo che batte con merito 2-1 un buon Pescara, squadra molto tecnica e simile a quella neroverde per filosofia di gioco. Curioso come gli Squinzi boys in queste ultime settimane abbiano sempre giocato ogni tre giorni e come non sembrino ancora accusare la stanchezza dell’impegno infrasettimanale, segnale che Berardi e soci potranno essere competitivi su due fronti.

Altro 3-1 del Genoa di Jurić che dopo un primo tempo in letargo ha letteralmente fatto a fette il Crotone, per i calabresi è stato un delitto lasciar partire il massimo artefice della promozione, finito proprio a Genova a continuare il lavoro di Gasperini: finché attaccano i calabresi giocano anche un buon calcio, il problema è che quando finisce la benzina i limiti della squadra vengono fuori (solo Palladino ha giocato stabilmente in A). Se funziona il 3-4-3 sotto la Lanterna, non si può dire la stessa cosa di Bergamo, dove Gasperini, che lontano da Genova è sempre Paperini, ha già cambiato modulo (3-5-2) e uomini: il risultato è che la Sampdoria ha vinto in rimonta sull’Atalanta.

Successo risicato della Fiorentina (1-0) su un ottimo Chievo, tosto e ben messo in campo dal pelatone Maran: peccato davvero che i mussi abbiano quei bidonazzi di Meggiorini e Inglese come coppia di attaccanti, altrimenti potrebbero togliersi belle soddisfazioni. Continua a non entusiasmarmi la Fiorentina e Paulo Sousa mi fa venire in mente sempre di più un altro tecnico dalla cute mediterranea, l’imperatore Fatih Terim (sappiamo tutti com’è andata a Firenze dopo la dipartita del turco!). Infine successo culoso dell’Udinese che batte 2-0 un buon Empoli, che si è fatto preferire sul piano del gioco, ma che come al solito in attacco non riesce ad incidere. L’Udinese gioca da far schifo e deve ringraziare il solito fondoschiena e le parate di Karnezis, uno dei portieri più chiamati al lavoro ogni santa domenica. Alla prossima puntata!

Francesco Scabar