
A otto giornate dal termine si può dire ufficialmente che è iniziata la volata finale su tutti i fronti (scudetto, Champions ed Europa League, salvezza) ed è già tanto per un campionato che da anni era fin troppo scontato. La Juventus ha trovato nel Napoli (anzi in Higuain) un ottimo antagonista, la Roma dopo un lungo filotto di vittorie consecutive potrebbe calare alla distanza a causa della lunga rincorsa anche se Inter e soprattutto Fiorentina non mi sembrano nella condizione ideale per poter arrivare sul gradino più basso del podio, stesso discorso vale per Sassuolo e Lazio nei confronti di un Milan che non gode di ottima salute ma difficilmente perderà l’ultimo vagone europeo. In coda invece tutto apertissimo: se si eccettua per il Verona, condannato ormai alla retrocessione, Carpi, Frosinone e Palermo sono racchiuse in un punto soltanto mentre formazioni come Udinese e Sampdoria potranno essere risucchiate nella lotta per non andare giù.
Si è chiusa con un’autentica Waterloo la settimana europea delle squadre italiane: Juventus e Lazio sono finite a casa, con onore i bianconeri (e personalmente ho azzeccato il pronostico!), con vergogna i biancocelesti. Nessuna squadra tricolore presente ai quarti di finale quindi, non succedeva dalla lontana stagione 2000/01! Si tratta, a mio avviso, del punto più basso toccato dal calcio italiano se si tiene in considerazione sia il fronte Nazionale sia quello dei club. Per quanto riguarda gli Azzurri, ritengo che quella di Conte sia la Nazionale più scarsa di tutti i tempi (almeno dal dopoguerra, lasciando perdere l’epoca dei pionieri): quindici anni fa potevamo comunque vantare una selezione di rango con il trio difensivo Nesta-Cannavaro-Maldini e un attacco atomico con i vari Totti, Del Piero, Vieri, Inzaghi, l’attuale Nazionale, guidata da un Ct con il contratto già in scadenza, ha nel declinante Buffon la sua unica stella e dispone di un attacco che quindici anni fa avrebbe fatto fatica a trovare spazio in squadre che lottavano per non retrocedere! Quanto ai club siamo in una situazione non drammatica come sul fronte della Nazionale ma comunque difficile: la sola Juventus è una squadra di livello europeo mentre Napoli e Roma faticano davvero a fare il definitivo salto di qualità, situazione impietosa invece per tutte le altre squadre, soprattutto per quanto riguarda le due milanesi. Proprio la mancanza di una vera classe media che sappia fare da traino, sia dal punto di vista economico sia per quanto concerne la produzione di calciatori (l’Udinese in questo senso è in declino), è uno dei problemi che Federcalcio e Lega dovranno affrontare i prossimi anni.
EMPOLI – PALERMO 0-0: tra due attacchi semplicemente indecente normale che finisse 0-0! Se l’Empoli può permettersi di tirare i remi in barca, non si può dire lo stesso del nuovo Palermo del sempre tarantolato Novellino (chissà come farà ad andare d’accordo con patron Zampa!) che continua a subire pochissimo in difesa ma, allo stesso tempo, a segnare con il contagocce in attacco e, la storia insegna, per raggiungere la salvezza è meglio segnare, soprattutto avere gente che segna, piuttosto che non prenderle.
ROMA – INTER 1-1: a giudicare dalla formazione messa in campo dai due tecnici, senza un attaccante vero di ruolo, poteva finire 0-0 come 4-4. Se due squadre tendono a giocare senza dare punti di riferimento in attacco gli spazi si dilatano notevolmente e le occasioni per segnare di conseguenza aumentano. Il problema di giocare in questo modo è che davanti devi avere gente che abbia una certa dimestichezza con la parola gol, quindi c’è una bella differenza tra il giocare con Totti (un giocatore che nei suoi anni migliori ti faceva tranquillamente venti gol) e con Perotti! Spalletti quindi si è incartato da solo contro un’Inter che fa della fisicità la propria arma migliore, non è un caso che il gol giallorosso sia arrivato quando è entrato dalla panchina il centravanti vero, seppur sgraziato come un pachiderma. In quanto all’Inter, essa è parsa in salute, senza l’egocentrico bimbominkia tatuato in attacco i vari slavi hanno più spazio per inventare ed essere pericolosi anche se neanche un taumaturgo da 4 milioni netti all’anno come Sciarpetta può risolvere le loro proverbiali lune!
ATALANTA – BOLOGNA 2-0: dopo quattordici partite senza vittorie (!!) torna al successo l’Atalanta che profitta di un Bologna semplicemente non pervenuto e della ritornata verve dei suoi fantasisti (Gomez e il sosia di Jovanotti Diamanti).
FROSINONE – FIORENTINA 0-0: pareggio a reti bianche ma ricco di emozioni con entrambe le squadre che hanno colpito alcuni legni decisamente clamorosi. Il pareggio soddisfa di più il Frosinone, squadra che tra le mura amiche ha un andamento da centro classifica che una Fiorentina parsa davvero sulle gambe (in questo Sousa ricorda terribilmente Terim) nonostante sia tornata al “vecchio” modulo di inizio stagione. Ritengo alquanto improbabile che la viola arrivi terza, così come che il Frosinone arrivi quart’ultimo, anche se Stellone e i suoi ragazzi meriterebbero comunque applausi scroscianti per come si stanno battendo contro avversari nettamente più forti.
SAMPDORIA – CHIEVO 0-1: l’organizzazione del Chievo ha avuto la meglio sulla disorganizzazione della Sampdoria. Poteva finire tranquillamente 2-3 e -3-4 perché le due difese, soprattutto quella della Samp, hanno ballato assai con i due portieri, in particolare Viviano che si sono prodotti in interventi decisamente pregevoli (e non è la prima volta). Dopo tre mesi ritorna al gol il mitico Meggiorini, ribattezzato Peggiorini al tempo della sua militanza granata, attaccante che segna poco ma mai gol banali.
SASSUOLO – UDINESE 1-1: in sostanza un pareggio che non serve a entrambe le squadre. L’Udinese, riaffidata al prode Gigi De Canio (tecnico che personalmente non mi ha mai saputo dire nulla!) ha messo subito la freccia con il gol del redivivo Duvan Zapata, giocatore inspiegabilmente messo ai margini della rosa da Mastro Lindo, anche se nella ripresa ha pagato la maggiore qualità del Sassuolo che ha segnato di testa con una specie di nano da giardino (Politano), eh ma Messi in Serie A segnerebbe la metà dice qualcuno!
TORINO – JUVENTUS 1-4: dopo 973 minuti d’imbattibilità s’infrange l’imbattibilità di Gigi Buffon e poco importa perché la Juventus ha confezionato quattro pere al Toro ed il precedente record di Sebastiano Rossi è stato comunque superato. La Vecchia Signora ha vinto da grande squadra com’è, sfruttando i colpi e le giocate di singoli che le altre diciannove squadre di Serie A possono solo vedere con il cannocchiale. Il Toro si conferma incredibilmente sfigato con gli arbitraggi e gli episodi nei confronti stracittadini, anche se trovo abbastanza sterili le polemiche nei confronti dei soliti gobbacci: il gol annullato effettivamente era difficile da vedere ad occhio nudo perché trattasi della solita e famosa “questione di centimetri”. Piuttosto mi focalizzerei di più sul come mai l’inossidabile e insuperabile difesa juventina in versione campionato italiano abbia preso ben sei pappine in due confronti da un Bayern “sperimentale”in Europa…
VERONA – CARPI 1-2: avevo scritto qualche puntata fa che al Carpi serviva come il pane un bel filotto di vittorie consecutive per poter rientrare nel discorso salvezza. Oddio, per fare sei punti contro Frosinone e Verona non ci vuole chissaché, però i carpigiani mi sembrano davvero sul pezzo: cazzuti e concentrati in difesa e pungenti in attacco con un Lasagna in gran spolvero, in versione arma tattica da lanciare come un jolly nei secondi tempi per scompigliare le trame avversarie e questa volta pure in versione Del Piero per come ha calciato la punizione che è valsa il gol decisivo.
NAPOLI – GENOA 3-1: per l’ennesima volta il Napoli vince una partita rimontando un iniziale svantaggio, segno che gli uomini del Cinghialone continuano a credere nell’impresa, difficile ma non impossibile, dello scudetto. La differenza però l’ha fatta ancora una volta il solito Higuain, al centro numero 29 in 30 partite, vero e proprio deus ex machina della squadra, letteralmente trasformato dalla primadonna che era l’anno scorso. A mio avviso si sopravvaluta un po’ il gioco di questo Napoli: va bene che il fraseggio corto e il gioco in stile hockey in attacco sono belli a vedersi, però senza quello lì davanti che la butta sempre dentro (i due gol sono nati da due colpi di genio del Pipita argentino) sarebbe tutto vano. Oltre che dagli scarsi ricambi in panchina reputo una debolezza il fatto che in questo Napoli, tolto Higuain e forse Hamšik (almeno quando si sveglia con il piede giusto), siano pochi i giocatori che hanno il gol nel sangue.
MILAN – LAZIO 1-1: posticipo deludente tra due squadre mediocri e spente. Se almeno la Lazio questa volta ci ha messo l’anima in campo, lo stesso non si può dire di un Milan parso veramente abulico e spento, segno forse che il buon Siniša sa di per certo di non essere confermato l’anno prossimo, voci di corridoio dicono che il prossimo tecnico della Lazio potrebbe proprio essere il serbo!