Ormai manca davvero poco per stappare lo spumante: la Juventus a sei giornate dalla fine si è portata ad altrettante lunghezza dal Napoli cucendosi di fatto tre quarti di tricolore sul petto.
La squadra di Allegri, dopo la rovente eliminazione in Champions League contro il Real Madrid, in patria si è confermata uno schiacciasassi rullando la Sampdoria mentre quella di Sarri non è riuscita ad andare oltre uno striminzito pareggio contro il Milan a San Siro. Per il resto giornata abbastanza noiosetta: tanti pareggi (sei), con ben cinque zero a zero che di fatto congelano le posizioni aperte sul fronte Europa e salvezza. Le tredici reti segnate nella trentaduesima giornata del campionato 2017/18 rappresentano il record negativo di reti segnate nei campionati a venti squadre, nessuna tra le prime dieci squadre in classifica (tolta ovviamente la Juventus) sono riuscite ad andare a rete, anche questo è un record non certo positivo di questa non indimenticabile giornata calcistica.
Merita davvero un bel inciso questa intensa settimana di Champions League che passerà sicuramente agli annali della storia del calcio. In copertina ci va ovviamente la Roma di Eusebio Di Francesco che ha sovvertito ogni pronostico eliminando con pienissimo merito il presuntuoso Barcellona di Messi grazie ad una rimonta (3 a 0 dopo il 4 a 1 dell’andata) che ha il sapore dell’epica. La partita l’ha vinta soprattutto l’occhialuto tecnico abruzzese che ha letteralmente mandato in tilt i blaugrana con tre mosse semplici ma redditizie: tre giocatori in difesa contro le due punte statiche dei blaugrana, quattro centrocampisti in linea che andavano a sovrapporsi ai quattro centrocampisti avversari, Nainggolan libero di flottare tra le linee e ben due centravanti di peso che cozzavano contro i due lenti centrali avversari.
Il risutato che ne è venuto fuori è stato un autentico capolavoro, complice sicuramente l’approccio mentale sciagurato degli uomini di Valverde, che ha regalato ai giallorossi ad una storica semifinale che mancava dal lontano 1984 quando c’era il Barone Liedholm in panchina e gente come Falcão e Cerezo in campo.
E’ fallita invece la rimonta della Juventus al Bernabeu di Madrid contro un Real che ha cercato di emulare gli odiati rivali catalani in quanto ad approccio soft alla partita. La Juve ha giocato all’attacco, come avrebbe dovuto fare a Torino perché le star madrilene non sono avvezze a squadre che caricano a testa bassa nella loro metà campo. L’esito di una remuntada ancora più clamorosa di quella della Roma, favorita a mio avviso soprattutto dalla scellerata lettura del match da parte di Zidane, stava per essere posticipata ai temi supplementari quando all’ultimissimo minuto, su un’innocua imbucata di Toni Kroos la difesa juventina ha fatto patatrac. Su una situazione di palla scoperta la difesa torinese si è disposta in linea sui sedici metri per fare fuorigioco (prima follia) mentre Alex Sandro con il corpo sbilanciato resta solo soletto qualche passo dietro un certo Cristiano Ronaldo (seconda follia). Il portoghese sale in cielo solo come lui sa fare e ha servito un pallone d’oro a Vazquez che è stato travolto da dietro in modo alquanto scomposto da Benatia (terza follia).
L’arbitro inglese Oliver ha concesso un rigore non solare ma comunque che ci può stare, chiaro che falli del genere in situazioni del genere, in Europa vengono fischiati solamente alle due spagnole. Trovo così davvero inopportuno che la società torinese, famosa in patria nei decenni passati per il suo aplomb chiamato Stile Juve, si sia unita in coro alle patetiche dichiarazioni post gara del comunque monumentale (come atleta!) Gigi Buffon quando, in queste situazioni, si sarebbe dovuta limitare a tirare le orecchie ai propri difensori per il triplice errore commesso. In Europa League altra rimonta, questa volta del Red Bull Salisburgo sulla Lazio, che in quindici minuti ha letteralmente messo sottosopra la retroguardia bianco celeste. Alle semifinali di Europa League non ci sarà quindi neanche una squadra italiana.
Cagliari – Udinese 2-1
Dopo Oddo… nove! Sono infatti nove le sconfitte consecutive dell’Udinese che è riuscita nella titanica impresa di farsi rimontare da una squadra di cadaveri in alto stato di decomposizione come il Cagliari che, eccetto che per elementi come Pavoletti o Barella, è davvero pochissima cosa. E mercoledì a Napoli, senza il contropiedista Lasagna (una delle poche zebrette a salvarsi in Sardegna), servirà davvero un miracolo di San Gennaro. Per il “pavoloso” Pavoletti sono ben otto le reti segnate di testa, nessuno come lui in questo campionato, peccato che dalle fasce abbia gli insipienti piedi di Faragò o Lykogiannis a servirlo…
Chievo – Torino 1-1
Che dire di questa partita? Il Chievo ha un attacco da bassa Serie C anche se in difesa continua a reggere in un modo o nell’altro, nel Torino è mancato tremendamente Belotti che si è divorato un gol clamoroso. Il Toro è salvo, i veronesi invece con questo trend dovranno sudare ancora un bel po’.
Genoa – Crotone 1-0
Il Genoa vince di misura sul Crotone e si mette definitivamente al salvo inguaiando seriamente gli squali di Walterone Zenga che adesso dovranno scalare lo Zoncolan nelle prossime giornate a causa di un calendario piuttosto difficile. Da notare che la difesa del Crotone sul gol di Bessa abbia commesso un errore molto simile a quello commesso dalla retroguardia juventina nella circostanza del discutibile rigore concesso al Real: situazione di palla scoperta e difesa calabrese che invece che prendere l’inserimento di Bessa si mette in linea come il biliardino negli ultimi sedici metri.
Atalanta – Inter 0-0
Altro risultato ad occhiali in serata tra Atalanta ed Inter, due squadre che per motivi opposti non sono riuscite a trovare la via del gol. I bergamaschi infatti non hanno un centravanti serio (Barrow ha fatto benino nel primo tempo ma il Gasp l’ha inspiegabilmente sostituito con l’armadio dell’Ikea Cornelius) che sappia concretizzare l’armonioso gioco dei propri giocatori. L’Inter invece il centravanti serio ce l’ha, ma tra i cross svirgolati di Candreva, le giocate ad intermittenza di Perišić, la regia a ritmo di moviola di Borja Valero è un pianto greco. Poi Spalletti nel primo tempo se l’è cercate mettendosi a specchio contro l’Atalanta, dopo che nel primo tempo il suo centrocampo è stato messo a ferro e fuoco dagli avversari, ha avuto almeno l’umiltà di tornare sui propri passi.
Fiorentina – Spal 0-0
Si ferma a sei la striscia, comunque importante, di vittorie della Fiorentina mentre la Spal, che al Franchi ha badato soprattutto ad alzare le barricate contro una squadra che si è confermata viva ed in forma, si conferma squadra specializzata in pareggi (ben tredici). Alla fine per salvarsi, forse può bastare questo ruolino di marcia, ma se dietro Verona e Crotone improvvisamente resuscitano per gli spallini saranno dolori.
Milan – Napoli 0-0
Il Napoli ha perso l’ultimo vagone direzione scudetto, cogliendo un insipido pareggio in casa di un volitivo Milan. I partenopei sono parsi veramente giù di corda e poco motivati, chissà forse la gestione Sarri è ai titoli di coda e alcuni giocatori in maglia azzurra (il carismatico Reina su tutti) sanno che il prossimo anno saranno altrove. Il Napoli comunque ha confermato anche in quest’occasione di non avere un piano B adeguato in grado di variare il solito giropalla. Va detto che se all’ultimo minuto quel pallone su cui Milik si è avventato come un falco sarebbe entrato, oggi staremo qui a sostenere il contrario, il calcio in fin dei conti è bello per questo perché un banale episodio può mandare all’aria una lunga teoria di convincimenti. Il pizzaiolo di Haarlem Raiola intanto si starà sfregando le mani per la parata di Donnarumma che ha regalato di fatto lo scudetto alla Juventus.
Bologna – Verona 2-0
Magia su punizione di Verdi e il Bologna ritorna alla vittoria, il Verona ancora una volta ha posto davvero ben poca resistenza e, a parte un’occasione sbagliata clamorosamente da Romulo, ha fatto solo il solletico alla retroguardia rossoblù.
Sassuolo – Benevento 2-2
E’ stato festeggiato quasi come una vittoria il pareggio del benevento sul campo del Sassuolo, protagonisti assoluti della partita Diabaté e Politano, giocatori rivelazione del girone di ritorno, autori di due gol ciascuno. Il maliano sta facendo letteralmente reparto da solo nella disastrata squadra campana mentre a Politano è giovato molto l’arrivo di un allenatore contropiedista come Iachini.
Juventus – Sampdoria 3-0
Contro la Sampdoria, una delle squadre dal rendimento in trasferta più disastroso, molti alla vigilia hanno pronosticato una semplice passeggiata di salute per la Juventus dopo la beffa di Madrid e così è stato. I bianconeri, nonostante la giornata storta del bimbominkia Dybala, questa volta in ombra, sono riusciti comunque a passeggiare su ciò che rimane della squadra doriana. E’ riuscito a sgollare anche Hoewedes, oggetto misterioso non del tutto identificato a Torino, che comunque vanta oltre quaranta presenze con la Nazionale tedesca! Questo per dire che popò di rosa abbia a disposizione il bischero di Livorno.
Lazio – Roma 0-0
E’ stato un derby intenso, molto combattuto, anche se a causa dell’impresa storica di martedì, a Roma sponda giallorossa non c’era quell’attesa febbrile per questa stracittadina comunque importante al fine della classifica. Difra ha confermato le due punte pesanti che però sono state annullate dalla difesa avversaria, sempre in superiorità numerica e i suoi prodi nel primo tempo hanno colto un palo clamoroso con un esterno, Bruno Peres. La Lazio invece con una sola punta di ruolo (Cirone) è riuscita a mettere spesso sotto scacco i tre difensori avversari anche se non ha mai creato chissà ché dalle parti di Alisson. Il risultato è stato quello di un derby comunque bello, con capovolgimenti di fronte ed occasioni da entrambe le parti.