La trentaduesima giornata non regala sussulti, anche in questo fine settimana tutto è filato liscio (o quasi) come l’olio: le sorprese della giornata sono state forse la sconfitta della Fiorentina nel derby dell’Arno contro l’Empoli, il colpo piratesco del Genoa sul campo del Sassuolo e forse il pareggio interno della Roma, Per il resto Juve e Napoli vincono come previsto e l’Inter torna ai suoi canonici 1-0, infine Palermo, Carpi e Frosinone non riescono a vincere neanche se gli sparano.

Volgendo uno sguardo agli altri campionati esteri notiamo come le tendenze siano due: da una parte abbiamo tornei come la Bundesliga e la Ligue 1 che sono stradominati da un’unica squadra, il Paris Saint Germain in Francia, che rispecchia il centralismo transalpino, e il Bayern Monaco in Germania che invece rappresenta la parte più ricca e industriosa della Germania, la cattolica Baviera. Dall’altra invece abbiamo campionati più equilibrati ed avvincenti come la Premier League, tornata almeno quest’anno agli antichi fasti egualitari delle vecchia First Division grazie alla favola Leicester, e la Liga spagnola. In terra di Spagna l’improvvisa doppia frenata del Barcellona, una squadra che ha una rosa troppo corta per essere una big europea impegnata su mille fronti, ha riaperto completamente in gioco con le due madrilene che sono tornate prepotentemente in corsa per il titolo. Nonostante l’incursione dei materassai di Simeone in queste ultime stagioni, la Liga è sempre comunque un affare riservato a Castilla e Catalunya. E il nostro campionato? La nostra Serie A quest’anno è sta alla metà dello spettro che va dalla scontatissima Ligue 1 all’avvincentissima Premier League; i prossimi anni, visto che la Juventus non potrà reggere in eterno questi ritmi da cannibale, è probabile che l’ex campionato più bello del mondo torni più equilibrato ed egualitario, tutto dipenderà più che dalle milanesi, in stato di profonda crisi, dai progetti ambiziosi, per ora incompiuti, dalle squadre del Mezzogiorno (Roma e Napoli su tutte), chi vivrà vedrà!

FROSINONE – INTER 0-1: Sciarpetta è tornato ai suoi tanti cari 1-0 ma stavolta invece che fare un monumento equestre ad Handanović deve erigere una statua ad Icardi che, al primo pallone toccato, ha risolto la partita. Una statistica inquietante dovrebbe essere mostrata al Mancio: contro il Frosinone (ripeto, contro il Frosinone non contro il Barcellona) il bimbominkia timbrato ha toccato la sfera 31 volte, dieci in meno del proprio portiere! Questo perché il genio calcistico (spesso incompreso) di Mancini ha concepito una squadra di calcio con un centravanti statico e culone e una torma di centrocampisti (e terzini) dai piedi quadrati!

CHIEVO – CARPI 1-0: il troppo remissivo e catenacciaro Carpi ha perso un’occasione d’oro per fare uno strappo decisivo in ottica salvezza, peccato davvero perché la squadra del Castorone (con le sue tutone è il degno erede del leggendario Mazzone) non avrebbe meritato la sconfitta. Per il Chievo, con un nono posto quasi assicurato (e si potrebbe fare ancora di più), questo sarebbe il miglior campionato disputato negli ultimi dieci anni, solo Pillon e Delneri hanno fatto meglio di Maran.

SASSUOLO – GENOA 0-1: in un sabato pomeriggio che ha consacrato il manciniano (fu capelliano) 1-0, il Sassuolo ha confermato di fare sempre cilecca quando deve spiccare il grande salto. Forse ai piastrellisti neroverdi mancherebbe una punta da almeno 15 gol perché contro il Genoa l’impressione è stata proprio questa. L’impressione è però che a Squinzi manchi davvero poco per fare il salto nell’elite pallonara.

MILAN – JUVENTUS 1-2: la “partitissima” di giornata, scritta rigorosamente tra virgolette perché questo Milan è a tutti gli effetti una provinciale del nostro decaduto calcio. I rossoneri hanno anche giocato decentemente i primi venti minuti, ma hanno dimostrato che oltre a correre sanno fare poco altro. Il povero Bacca, troppo solo là davanti visto che Super Mario sa giocare solo con la palla tra i piedi, non riesce mai ad avere un pallone che sia giocabile, anche perché è calato tantissimo l’apporto dei due esterni (Bonaventura credo pensi agli Europei). Se ci si mette errori individuali clamorosi come quello di Mister 25 milioni Romagnoli, che si fa scherzare da Mandzukić sul primo gol, si capisce il perché tra il Milan attuale e la Juventus non ci sia per ora partita. La Vecchia Signora ha vinto con il minimo sforzo, specie nel secondo tempo la squadra di Acciughino Allegri (fischiatissimo a San Siro non si sa perché) ha dato l’impressione di aspettare il classico colpo del singolo per affossare il povero diavolo.

EMPOLI – FIORENTINA 2-0: come la stragrande parte dei tecnici stranieri che giungono in Italia anche Paulo Sousa sta pagando dazio, svanito l’effetto sorpresa e la consueta partenza a mille, tipica di molti tecnici che giungono da fuori e che vogliono subito mostrare a tifosi e addetti ai lavori di che pasta sono fatti, i limiti d’impostazione tattica e di struttura della rosa vengono fuori in maniera evidente. L’Empoli, sgambettando i vicini più ricchi del capoluogo, torna così al successo dopo ben dodici turni senza vittorie.

NAPOLI – VERONA 3-0: una semplice seduta d’allenamento, il Verona presentatosi al San Paolo, senza le bocche da fuoco Toni e Pazzini (entrambi castigati da Delneri) ha alzato bandiera bianca fin dall’inizio della partita. Buono l’esordio sulla panchina del Napoli per mister Calzona, ex venditore di caffè (mentre l’amicone Sarri era bancario) che per una domenica ha avuto tutte le attenzioni delle telecamere e dei taccuini su di sé, prima di ritornare all’ombra del Cinghialone.

SAMPDORIA – UDINESE 2-0: l’Udinese non vince fuori casa da dicembre, nonostante ciò con la miseria di 34 punti incamerati i friulani dovrebbero salvarsi con la carrozza. La Samp invece con questo successo è al sicuro, Cassano come al solito pur camminando è sempre decisivo, Quagliarella quando ha la luna giusta è incontenibile.

TORINO – ATALANTA 2-1: dopo tempo immemore (16 gennaio, 4-2 al Frosinone) torna a vincere a casa sua il Torino che con questi tre punti c’entra anche il secondo successo di fila, continuità che è mancata per tutta la stagione ai granata.

PALERMO – LAZIO 0-3: clamoroso debutto sulla panchina laziale per Inzaghino, i suoi valenti prodi infatti hanno schiantato il formidabile Palermo nel suo fortino chiamato La Favorita, eh già si vede la mano del tecnico! Scherzi a parte, non ci voleva un genio del calcio per battere questo Palermo in stato comatoso, con un Novellino, demotivato e mollo, che in quattro giornate ha raccolto un solo punto ma cambiato tutti i sistemi di gioco dello scibile, il record di Malsani al Sassuolo (zero punti in cinque giornate) è salvo per ora. A Torino ci sarà così Ballardini a guidare la squadra, l’ottavo tecnico (!!) di questa sciagurata stagione per i rosanero. Nella Lazio, guarda a caso, vanno a segno Klose e Felipe Anderson, cioè quei due giocatori che sono mancati tutto l’anno al povero Pioli, il brasiliano in special modo era evidente che giocasse contro il tecnico recentemente defenestrato. Se Zampa piange, ride Lotito: adesso l’oculato presidente laziale ha trovato il nuovo Guardiola in casa, non costa niente come stipendio e accetta di allenare cani e porchi. Un mio consiglio spassionato al presidente: si porti a Formello anche Super Pippo, due fratelli, due mezzi allenatori se sommati possono fare forse un allenatore decente, in matematica 0.5 + 0.5 = 1!

ROMA – BOLOGNA 1-1: Spalletti ha rotto le scatole con il falso nueve, la Roma in attacco è una giostra che ad ogni giro solleva un mucchio di polvere, con Totti centravanti dei bei tempi sarebbe stata tutta un’altra storia chiaro, però trovo masochista insistere a giocare in questo modo. A proposito di Totti: il Pupone ha dimostrato di poter reggere un tempo e di avere ancora la lucidità necessaria a sfornare assist ai compagni, però se vuole restare ancora un anno dovrà accontentarsi di fare lo sparring partner.