Stabilito ormai ufficialmente il primo (Juventus) e l’ultimo posto (Chievo), a quattro giornate dalla fine la situazione intricatissima per gli altri piazzamenti, soprattutto in zona Champions League dove l’ammucchiata è a dir poco selvaggia. Si fa sempre più avvincente infatti la lotta per il quarto posto dove la sconfitta del Milan a Torino ha permesso all’Atalanta di issarsi solitaria al quarto posto (59 punti) ad una sola lunghezza dalla Roma (58 punti). Quella rossonera è stata una vera e propria débâcle perché ora il Diavolo in una sola giornata è passato dal quarto al settimo posto, con la seria possibilità di finire fuori non solo dall’Europa dei ricchi ma anche da quella dei poveri. In coda invece si fa più lineare la questione: il Bologna è in un momento di grazia con l’Empoli che vede sempre più allontanarsi la salvezza anche se l’Udinese non scappa e resta a +4. 

Coppa Italia: finalissima inedita

Sarà una finale insolita in Coppa Italia, un Lazio – Atalanta assolutamente inedita alle nostre latitudini che darà un po’ di sale ad una manifestazione spesso troppo snobbata alle nostre latitudini. La Lazio (quinta finale di Coppa Italia in un decennio) si è qualificata con pieno merito alla finalissima sconfiggendo a domicilio un Milan che è sembrato stare molto peggio, sia per quanto riguarda la condizione fisica che il gioco, della compagine biancoceleste; Gattuso inoltre ha pagato alcune scelte scriteriate nel turnover mentre il più lineare Inzaghino ha optato intelligentemente per la formazione tipo. Nell’altra sfida l’Atalanta si è complicata la vita al’inizio spianando la strada al vantaggio della Fiorentina ma poi, con il passare dei minuti come spesso è successo quest’anno, i nerazzurri sono saliti di tono sbarazzandosi con un terno secco della squadra di Montella; in finale è approdata quindi anche in questo caso semplicemente la squadra migliore. Atalanta e Lazio si affronteranno quindi in una sfida secca all’Olimpico il 15 maggio con favoriti i laziali per l’ovvio fattore campo, ma occhio ai bergamaschi che non vogliono smettere di stupire.

Bologna – Empoli 3-1

Bologna semplicemente inarrestabile: sotto di un gol al termine dei primi quarantacinque minuti, i rossoblù hanno reagito con veemenza ribaltando il match con ben tre reti. In mancanza di un centravanti presentabile (Palacio è buono ma fisicamente non ce la fa più) il Bologna attuale segna tantissimo con gli esterni alti (Orsolini e Sansone), reintrodotti dalla rivoluzione di Mihajlović dopo che erano di fatto aboliti sotto Inzaghi. Una chiave di lettura interessante sulla resurrezione del Bologna. L’Empoli ancora una volta ha giocato bene, è stato in partita fino all’uno a uno, ma per l’ennesima volta ha palesato limiti fisici e di carattere troppo gravi per una squadra che deve salvarsi.

Roma – Cagliari 3-0

C’è poco da dire di questa partita che è durata appena dieci minuti: la Roma è stata brava a partite a razzo con le reti di Fazio e del redivivo Pastore, riproposto sulla trequarti da Ranieri al posto di uno Zaniolo che sembra essersi spento con il cambio di tecnico. I giallorossi sono stati bravi a gestire il risultato (cosa non scontata in questa stagione) anche se il Cagliari, tranquillo nella sua posizione di centro classifica, non è che si sia spremuto più di tanto per cercare la rimonta. Successo comunque importante perché conferisce serenità all’ambiente e avvicina il clan romanista all’obiettivo minimo di inizio stagione.

Inter – Juventus 1-1

Un match che può essere riassunto con classica formula del “tempo a ciascuno”: meglio indubbiamente l’Inter nel primo tempo che ha legittimato il vantaggio con il gran gol di Nainggolan, meglio la Juventus nella ripresa che ha acciuffato il pari con il solito Cristiano Ronaldo (rete numero seicento per lui!). Il meglio del match è però condensato nel post gara dove Max Allegri e Lele Adani si sono azzuffati in un modo clamoroso. Allegri ovviamente ha sbagliato nei toni e nei modi ma rendiamoci conto che in Italia consideriamo un grande intenditore di calcio un personaggio come Adani che quando giocava avrà collezionato piú cartellini gialli che presenze in A, suvvia un po’ di umiltà!

Frosinone – Napoli 0-2

Mertens raggiunge un certo Maradona (le inziali del cognome sono le stesse!) nella graduatoria all-time dei migliori bomber partenopei con una pennellata su punizione degna del miglior Dieguito, ma a Napoli c’è poco da festeggiare. L’effetto Sarri è svanito con Ancelotti, bravo a normalizzare squadre di medio-alto lignaggio in questo primo anno ha floppato perché questa squadra sembra davvero né carne né pesce, non più scintillante e “totale” come ai tempi del toscano ma allo stesso tempo discontinua e terribilmente porosa dietro.

Spal – Genoa 1-1

Con questo pareggio Don Cesare Prandellli dovrebbe rimanere sulla panchina del Genoa fino alla fine della stagione: dopo il match di Pasqua perso contro il Torino il bresciano sembrava un dead man walking invece in questa circostanza Preziosi è stato clemente. I genovesi a Ferrara hanno comunque pienamente meritato il pari dimostrandosi squadra viva e volitiva.

Chievo – Parma 1-1

Questa partita tra le due peggiori squadre del girone di ritorno (con la differenza che il Chievo era già spacciato all’andata, il Parma invece aveva messo già molto fieno i cascina) non poteva che finire con un pareggio tutto sommato insipido foriero di pochi spunti.

Sampdoria – Lazio 1-2

Non è ancora morta la Lazio che a Marassi ha vinto una partita importante che le permette di sognare ancora il quarto posto. La Sampdoria è stata ingenua a lasciare spazio ai giocatori in maglia biancoceleste, che sono insigni contropiedisti, con Caicedo che sta facendo un po’ l’Immobile dello scorso anno segnando parecchi gol pesanti (uno addirittura di testa). La truppa di Lotito ancora una volta però non si è dimostrata capace di chiudere la gara e la Samp l’ha riaperta con il solito Quagliarella, sempre più capocannoniere di questo campionato.

Torino – Milan 2-0

In novanta minuti è cambiata la stagione di Torino e Milan: i granata che fino a poche settimane fa sembravano disputare un campionato mediocre, senza infamia e senza lode, ora vedono lì a portata di mano un quarto posto che sembrava insperato a inizio anno. Il diavolo invece, che sembrava vicino ad ottenere il quarto posto adesso rischia addirittura di precipitare fuori dalle prime sette in una stagione che potrebbe essere drammatica per i colori rossoneri. Ma veniamo al match: Mazzarri ha dato un’autentica lezione di calcio a Gattuso che non ha capito letteralmente nulla del match dal primo all’ultimo minuto. Il toscano infatti ha disposto il suo centrocampo con i due incontristi sulle due mezzali avversarie e Lukić a marcare Bakayoko, il “play basso” (rigorosamente virgolettato) del Milan. Ingabbiato in feroci marcature ad personam il Diavolo ha dovuto buttare la palla lunga dove Cutrone è stato mangiato dai tre difensori centrali granata, al resto ci hanno pensato gli episodi con il rigore di Belotti ed il golazo di Berenguer, inventato seconda punta da Mazzarri. In casa Milan è evidente che Gattuso sia in completa confusione mentale, le scelte di Torino sono state quasi da ritiro del patentino: innanzitutto è stato estromesso Piątek, l’unico giocatore capace di segnare pur toccando poche palle in favore Cutrone che ha dimostrato di mal patire la posizione di punta unica. Paquetà (unico vero giocatore, peccato sia inserito in un contesto da mani nei capelli) è stato nuovamente riproposto mezzala, quando il suo ruolo è quello di trequartista. Inoltre ancora una volta la lettura della gara e dei cambi è stata alquanto deficitaria, cambiare Ringhio però in questo momento della situazione non servirebbe a molto anche se è evidente che società e giocatori non seguano più il calabrese.

Atalanta – Udinese 2-0

Sembrava una partita in fotocopia a quella di due lunedì fa contro l’Empoli, sempre a Bergamo. I nerazzurri orobici hanno attaccato a testa bassa per tutta la partita con l’Udinese che, come l’Empoli, si è esibita in un catenaccio purissimo. A differenza dei toscani però i friulani in questi anni hanno mostrato di saperla sfangare più volte, invece in questa circostanza gli episodi (rigore) hanno giocato a sfavore dei friulani. L’Atalanta sembra davvero buttare il cuore oltre l’ostacolo: la squadra è ai minimi termini in fatto a titolari, però cresce sempre ed inesorabilmente alla distanza. Il calendario non gioca in favore della squadra di Gasperini in queste quattro partite rimamenti, però comunque andrà questa sarà una delle stagioni più belle se non la più bella vissuta dalle parti di Bergamo.

Fiorentina – Sassuolo 0-1

Figuraccia casalinga evitabile per la Fiorentina che adesso si è fatta anche superare in classifica dal piccolo Sassuolo che ha centrato così il primo successo in trasferta del 2019 (e poi dicono che De Zerbi imponga il gioco anche fuori casa!). L’effetto Montella non si è ancora visto in riva all’Arno, anzi, la squadra sembra ulteriormente peggiorata rispetto a quella del predecessore che per lo meno esibiva un certo ritmo ed una certa intensità di gioco, ormai scomparsa del tutto con l’arrivo del napoletano, famoso per far giocare in modo abbastanza compassato le sue squadre.