La terza giornata di campionato chiude il primissimo mini-ciclo della Serie A che precede la pausa di 14 giorni dedicata alle nazionali. La Juventus, come facilmente preventivabile, ha già fatto un piccolo vuoto dominando la classifica a punteggio pieno, in seconda piazza c’è la sua filiale, il Sassuolo (ormai una sorta di Juventus B) che di punti ne ha sette, a sei troviamo Fiorentina (che potenzialmente potrebbe essere in vetta avendo una partita da disputare) assieme alla Spal ed al Napoli che ha fatto un tonfo grande come una casa (con lo splendido gol di tacco di Quagliarella allegato) in quel di Marassi contro la Sampdoria.

Tutte in ritardo, almeno per ora, le altre big: l’Inter, vittoriosa contro il Bologna, è a quattro, così come la Roma che ha perso all’ultimo istante la sfida contro il Milan (salito a tre punti con una partita in meno), tre punti anche per la Lazio che ha colto il suo primo hurrà sconfiggendo il Frosinone nel quasi inedito derby laziale. Chiudono la classifica a quota un punto Chievo, Frosinone, Bologna e Parma.

Le quattro della Serie A in Champions League

Due paroline sui sorteggi di Champions ed Europa League che si sono svolti in settimana. In Champions League, dopo tempo immemore sono ritornate quattro italiane nella fase a gironi, e l’urna ha sorriso solo a Juventus e Roma. I bianconeri, che per me sono una delle grandi favorite per la vittoria finale, avranno come avversarie nel gruppo H il Manchester United di Mourinho (personaggio poco gradito alla torcida bianconera visti i suoi trascorsi nerazzurri), una squadra molto fisica che va a nozze col gioco dei torinesi, e due squadre di rango inferiore come Valencia e Young Boys, il primo posto è assolutamente alla portata per gli uomini di Allegri.

È andata bene anche alla Roma che ha pescato solo un’autentica big, i quadricampioni in carica del Real Madrid. Per il resto CSKA Mosca e Viktoria Plzeň non destano particolari preoccupazioni, per Difra il secondo posto è assolutamente accessibile. E’ andata meno bene invece per Napoli ed Inter, i partenopei sono stati inseriti nell’ennesimo gruppo della morte assieme al Paris Saint Germain di Buffon, Mbappé e Neymar (altra candidata per la vittoria finale), al Liverpool di Klopp e al materasso rappresentato da una squadra gloriosa come la Stella Rossa di Belgrado. A mio avviso il Napoli arriverà terzo e poi si giocherà fino in fondo l’Europa League perché dispone di un allenatore che a differenza del predecessore sa gestire i momenti.

L’Inter invece nel gruppo B troverà due squadre fuori dalla sua portata come Barcellona (per molti tifosi interisti un piacevole tuffo nel passato) e Tottenham e una alla sua portata come il PSV Eindhoven, anche in questo mi sento di dire che il terzo posto è l’obbiettivo più in sintonia con le capacità dei nerazzurri.

L’Europa League

In Europa League è già finita l’avventura dell’Atalanta che ha perso ai rigori sul campo del Copenaghen, così per la fase a gironi sono rimaste in corsa solo il Milan e la Lazio. I rossoneri hanno pescato avversari tutto sommato abbordabili che rispondono al nome di Olympiacos, Betis Siviglia  e Dudelange (squadra del Lussemburgo che per la prima volta ha una propria squadra ai gironi di una manifestazione UEFA), un po’ meno bene è andata invece ai capitolini che si ritroveranno Olympique Marsiglia, Eintracht Francoforte e Apollon Limassol, gli uomini di Inzaghi rischiano la qualificazione.

Milan – Roma 2-1

Anticipo del venerdì da leccarsi i baffi tra Milan e Roma che ha visto i rossoneri vincere allo scadere grazie ad una zampata del nuovo “uomo della provvidenza” che risponde al nome di Cutrone. I rossoneri di Gattuso hanno meritato e avrebbero vinto ai punti anche senza la zampata nei minuti di recupero del virgulto prodotto del vivaio rossonero. Troppo pasticciona infatti la Roma che è scesa in campo con un modulo improponibile (3-4-1-2) con tre giocatori pachidermici e lenti davanti (Džeko, Schick, Pastore: mancava il bue e l’asinello!) che hanno spezzato in due tronconi la squadra. Nella ripresa Difra si è rinsavito ed ha messo i suoi con un più razionale 4-2-3-1 (il modulo della rimonta sull’Atalanta) anche se i suoi prodi hanno continuato a faticare a creare palle da gol e sono riusciti a riequilibrare il vantaggio del Diavolo solo grazie ad un’estemporanea azione su palla inattiva. Il Milan però ha mostrato più idee di gioco, anche se Biglia davanti alla difesa ormai è un cataclisma, e alla fine ha vinto tutto sommato con merito, per Gattuso questa vittoria è puro ossigeno.

Bologna – Inter 0-3

Si è svegliata negli ultimi venticinque minuti  l’Inter dal torpore delle prime due giornate battendo il Bologna dell’ex gloria rossonera Inzaghi con un punteggio abbastanza bugiardo. Fino al 66’ infatti la partita è stata abbastanza bloccata, con entrambe le squadre che si sono annullate a centrocampo, i nerazzurri hanno palesato l’assenza, oltre che di Wandito Icardi davanti sostituto malissimo da Keita, di un giocatore che sappia far girare la palla in mezzo al campo. Le castagne dal fuoco le hanno tirate fuori il Ninja Nainggolan, con una delle sue classiche incursioni, il solito Perišić (che pare avere la luna buona in questo scorcio di fine estate) e Candreva, giocatore che la scorsa stagione era rimasto a bocca asciutta. Però l’Inter è ancora rimandata tra quattordici giorni: Spalletti, dopo l’esperimento della difesa a tre, è tornato al suo caro 4-2-3-1 che però non sembra calzare sull’organico che la società gli ha portato in dote.

Parma – Juventus 1-2

Altro successo sofferto per la Juventus che comunque è riuscita a sbrogliare la pratica Parma al termine di un incontro tutto sommato equilibrato. Allegri ha puntato ancora una volta sulla coppia Mandžukić-Cristiano Ronaldo con il croato schierato questa volta da prima punta ed il portoghese che parte largo, togliendo ancora una volta Dybala (beato lui che può permettersi siffatte scelte!) che con questo tandem offensivo pare abbastanza tagliato fuori dal gioco. Nonostante l’asso portoghese abbia steccato ancora, non trovando il primo gol in Serie A, questa volta la Juve ha vinto grazie ad una strepitosa prova di Super Marione, autore di un gol e di un assist di tacco. In generale però la Juve, pur dominando spesso in lungo ed in largo gli avversari, dà l’impressione di soffrire molto le palle alte dove si fa sentire l’assenza di gente abile nel gioco aereo come Barzagli e Benatia.

Fiorentina – Udinese 1-0

Seconda vittoria consecutiva per la Fiorentina che questa volta non è riuscita a goleare come era successo contro il Chievo anche se ha mostrato un’altra volta un gioco propositivo e molto convincente, match winner il sottovalutato Benassi, incursore con il vizio del gol (già tre per lui in questa stagione). In casa Udinese invece è durata appena due partite la svolta belcalcista di Julio Velasco/Velazquez: a Firenze i suoi hanno infatti fatto vedere un catenaccio d’altri tempi con Lasagna davanti e… dietro tutti quanti. Meno male che alla vigilia l’ineffabile spagnolo aveva dichiarato “Andiamo a Firenze per vincere e per imporre il nostro gioco!”. Si vede che il barbuto Pioli, parafrasando il Petisso Pesaola (ex allenatore della Fiorentina vincitrice del suo secondo ed ultimo scudetto nel 1968/69), gli avrà rubato l’idea!

Sampdoria – Napoli 3-0

Tonfo, pesante anzi pesantissimo del Napoli sul campo della Sampdoria. A Genova gli uomini di Carletto Ancelotti sono partiti a razzo come al solito ma al primo affondo, al primo tiro in porta degli avversari, hanno incassato un gol. Questa volta però non c’è stata nessuna reazione: la Samp giampaoliana, squadra maestra nelle verticalizzazioni e nei ribaltamenti di gioco, ha dato una bella bambola al Ciuccio con tanto di ciliegina sulla torta messa (con uno splendido tacco volante) dall’ex Quagliarella, “core ingrato”. Per il Napoli questa volta solo cose negative da registrare sul taccuino: la squadra sembra non aver ancora metabolizzato il cambio di guida tecnica e sembra come incagliata in una sorta di limbo: il pacato e bonario Ancelotti ora avrà quattordici giorni di tempo per mettere mano ad una squadra che sembra sempre la classica bella incompiuta mentre le vedove del bancario, che sotto il Vesuvio sono tante, stanno già iniziando a frignare.

Lazio – Frosinone 1-0

Primo successo stagionale per la Lazio che nel derby contro i ciociari del Frosinone ha vinto con il minimo scarto grazie ad una zampata di Luis Alberto. Grande catenaccio per i gialloblù di Longo: nel primo tempo la Lazio ha fatto registrare percentuali di possesso palla bulgare (90% addirittura) ma è riuscita a trovare il gol decisivo solo con un gol in mischia, Immobile senza spazi a disposizione si è rivelato inutile se non dannoso mentre Milinković-Savić sembra ancora non essersi del tutto ripreso dal trauma di essere ancora sotto le grinfie di Lotito. I frusinati hanno fatto il possibile, spero per Longo che prima o poi tornino a disposizione sia Ciofani che Dionisi perché salvarsi con quel paracarro di Perica è missione impossibile!

Torino – Spal 1-0

Nella risaia dell’Olimpico è bastata un’inzuccata di N’Kolou per (meglio non fare facile ironie!) infliggere la prima sconfitta (ed il primo gol subito) all’ex capolista per una giornata Spal. In una partita disputata sotto un autentico diluvio, su un terreno di gioco ai limiti della praticabilità, è difficile stabilire giudizi tecnici. Il Torino si conferma squadra di carattere anche se il modulo classico mazzarriano penalizza un po’ il parco attaccanti: Belotti e Zaza devono giocare assieme in una squadra così fisica che punta a continui sfondamenti sugli esterni.

Atalanta – Cagliari 0-1

Ha fatto male l’ennesima immeritata e beffarda eliminazione in Europa League per l’Atalanta che contro il Cagliari è parsa davvero irriconoscibile rispetto alla squadra che una settimana fa ha sfiorato il colpaccio all’Olimpico. L’assenza del Papu si è fatta abbastanza sentire davanti dove l’inedito tandem Rigoni-Zapata ha fatto cilecca. Al Cagliari invece porta bene Bergamo perché anche l’anno scorso i sardi erano riusciti a sbancare l’Atleti Azzurri d’Italia.

Sassuolo – Genoa 5-3

Vera sagra del gol a Reggio Emilia dove Sassuolo e Genoa hanno dato vita ad un incontro spettacolare, pieno di colpi di scena terminato con un incredibile 5-3 per i piastrellisti. I neroverdi sono una squadra abbastanza pazza che alterna interessanti manovre in fase d’attacco (dove l’eterna promessa Berardi sembra rinata) a preoccupanti amnesie nel reparto arretrato. Nel Grifone invece impressiona la discontinuità di rendimento difensivo rispetto all’anno scorso: l’anno scorso i rossoblu erano impenetrabili mentre in queste prime uscite sembrano un colabrodo, per fortuna che davanti Piątek sembra nascondere un bel po’ di polvere sotto il tappeto di Nosferatu Ballardini.

Chievo – Empoli 0-0

Per prevedere come sarebbe finita questa, scontatissima, partita bastava andare a farsi un giretto sui siti di scommesse dove Chievo ed Empoli avevano quote irrisorie per il segno X e l’Under, infatti una partita tra due compagini del genere non poteva che finire con un risultato ad occhiali che fa più contenti gli ospiti che i padroni di casa.