Dopo le prime cinque giornate di campionato è ora di tracciare un primo piccolo bilancio di questa Serie A 2018/19: la Juventus è prima a punteggio pieno con cinque partite vinte su cinque, il napoli segue a tre punti con quattro vittorie e una sconfitta. Poi a dieci punti ecco le prime sorprese: la Fiorentina ed il Sassuolo che in questo primissimo scorcio di stagione si sono fregiate del titolo di anti-Juve (titolo che specie per gli emiliani fa parecchio ridere!).
Tutte in ritardo le altre big o presunte tali: l’Inter è a quota sette punti e deve solo ringraziare Brozović che ha battuto la Sampdoria proprio all’ultimo istante, il Milan è fermo a cinque punti (con una partita in meno) assieme alla Roma, la vera malata di questo inizio di stagione che domenica ha regalato i primi tre punti al Bologna di Pippo Inzaghi. In coda Frosinone e Chievo sono già in difficoltà e difficilmente risaliranno la china.
Capitolo Europa
Tra martedì e giovedì si sono disputati i primi incontri di Champions ed Europa League per le nostre squadre. Epica rimonta per l’Inter, in versione pazza più che mai, sotto uno a zero tutto sommato meritatamente contro il Tottenham, i nerazzurri si sono scatenati negli ultimi cinque minuti con Icardi e Vecino (che stava per far venire un infarto agli epigoni della “garra charrua” Trevisani ed Adani).
Deludente invece la partita del Napoli, chi si aspettava una Stella Rossa arrendevole e notevolmente inferiore agli azzurri, si è sbagliato di grosso perché gli slavi hanno saputo tenere botta egregiamente al cospetto degli sciuponi Milik ed Insigne (azzeccherà mai una partita ad alto livello?). Prestazione di spessore per la Juventus sul campo del Valencia che, nonostante la discutibile espulsione di Cristiano Ronaldo, ha dominato dal primo all’ultimo minuto gli spagnoli segnando due volte su rigore con Pjanić. Male infine la Roma, ma c’era da aspettarselo, che al Bernabeu ha preso solo un tris da un Real Madrid nettamente superiore che ad un certo punto del match si è messo a giochicchiare.
In Europa league faticano Milan e Lazio ma riescono comunque a vincere contro Dudelange e Apollon Limassol, serviranno ben altre prestazioni però per disputare un torneo europeo da protagonisti.
Sassuolo – Empoli 3-1
La quinta giornata si aperta già di venerdì con il successo del Sassuolo sull’Empoli: tra due squadre collaudate che di solito giocano a viso aperto non poteva che finire con quattro reti (tre per i neroverdi una per i toscani). Gli emiliani, se si eccettua la battuta dell’anno scorso, come i toscani sono da anni abituati a proporre un certo tipo di calcio anche se lo Zerbino ci sta mettendo del suo (Boateng finto centravanti, difesa che cambia spesso composizione), da vedere poi se certi concetti di gioco un allenatore riesce a trapiantarli altrove (Di Francesco se lo sta accorgendo quest’anno).
Parma – Cagliari 2-0
Dopo il sacco di San Siro il Parma “cinese” è nuovamente passato all’incasso sconfiggendo con pieno merito il Cagliari, i biancocrociati possono essere riassunti in due nomi: Inglese e Gervinho. Soprattutto il “mocio” ivoriano in Emilia, che sulla rete del due a zero ha rinverdito i fasti del suo conterraneo Weah, può rinverdire i fasti di un certo Cassano perché se parte da dietro, con ampi spazi davanti a sé, risulta ancora letale. Secondo i calcoli fatti da ‘Sky’, l’ivoriano nell’azione del raddoppio ha tenuto una velocità media di 26 Km/h con picchi che hanno superato anche i 30 km/h, cifre che dovrebbero essere scolpite nella mente del prode Massimo Marianella che solo un mese fa aveva sentenziato: “Gervinho ha come specialità colpire il portiere. In Cina poi si stacca a livello fisico, si fa fatica a riprendere il ritmo europeo”. Povero Marianella, il mondo cambia attorno a lui e non si sta accorgendo che il campionato cinese non ha nulla di inferiore a questa Serie A!
Fiorentina – Spal 3-0
Tre a zero secco per la Fiorentina su una Spal che di fatto non è mai entrata in gara, limitandosi ad un sterile e controproducente catenaccio. La vaccata di Fares ha spianato la strada ad una viola che contro difese schierate nei primi venti minuti aveva fatto un po’ fatica. Tra Chiesa, Simeone e Pjaca i toscani hanno comunque un reparto offensivo di tutto rispetto anche se a centrocampo l’assenza di un uomo d’ordine potrebbe farsi sentire alla lunga.
Sampdoria – Inter 0-1
Non ha risolto ancora tutte le sue magagne l’Inter, però battere allo scadere la Sampdoria a domicilio (squadra sempre ostica tra le mura amiche) dopo aver clamorosamente rimontato il Tottenham sempre negli ultimi istanti di gara è una bella iniezione di fiducia per un ambiente che viaggia sempre sugli ottovolanti. L’Inter però non è ancora guarita: il match winner Epic Brozović è un po’ il simbolo di questa squadra abbastanza lunatica ed incostante e mal ideata, lui sulla carta sarebbe il regista della squadra ma Epic Brozo è un semplice gregario di lusso che si esalta da buon slavo in mezzo ai piedi buoni e non alle motozappe dei vari Gagliardini. Anche gli esterni continuano a fare cilecca perché né Candreva (il meno peggio ed è tutto un dire), né Keita, né Politano stanno combinando qualcosa di almeno decente e così il divino Icardi rimane a bocca asciutta per 450 minuti: benedetti minuti finali!
Torino – Napoli 1-3
Si è rimesso in sesto definitivamente il Napoli che a Torino ha giocato una grande partita al cospetto dei granata che per l’ennesima volta sono partiti a col rallentatore favorendo così le giocate ed i gol dei tre piccoletti del Napoli (Verdi-Insigne-Mertens), messi tutti e tre contemporaneamente in campo da Ancelotti. I tre folletti nella prima mezz’ora hanno provocato autentici sconquassi nella retroguardia granata non dando punti di riferimento, con i polentoni Izzo e Moretti che sono andati in evidenti difficoltà contro avversari alti la metà ma più veloci e sguscianti. Insomma, Ancelotti si sta dimostrando una garanzia nel saper normalizzare certi eccessi del sarrismo mentre Mazzarri, furibondo a fine gara, nonostante il cambio di interpreti e di modulo continua a dimostrarsi non all’altezza nel rendere salda la difesa in formato groviera dei tempi di Mihajlović.
Bologna – Roma 2-0
Sembra non finire più invece la crisi della Roma che è risucita nella ciclopica impresa di resuscitare il cadavere del Bologna di Pippo Inzaghi, mai a segno in queste prime quattro giornate di campionato, che al Dall’Ara ha infilato due volte il pallone in fondo al sacco giallorosso difeso da Olsen. In casa felsinea ha giovato a Super Pippo l’innesto a vertice basso di Nagy, l’unico giocatore in rosa provvisto di geometrie nel mezzo del campo mentre davanti si è sbloccato anche il “desaparecido” Santander, il Borriello paraguaiano! Sulla sponda giallorossa del tevere invece elettroencefalogramma piatto o quasi: la difesa, un fortino l’anno scorso, si è scoperta un colabrodo (Marcano il Re Mida da quale cilindro lo ha estratto?), il centrocampo è diventato una banda di… Pellegrini mentre anche l’attacco si è ingolfato definitivamente con Kluivert jr. e Džeko che dopo la prima giornata sono letteralmente andati in gita. Di Francesco è in una situazione delicatissima perché ha perso gran parte dei leader in spogliatoio e spesso negli ultimi quindici anni a Trigoria capitano stagioni di autentica tempesta con l’occhialuto che sembra sempre più nei panni di un onesto mozzo più che di un marinaio esperto in grado di portare al riparo la propria bagnarola.
Lazio – Genoa 4-1
Si è svegliata la Lazio invece che dopo un primo tempo in sordina si è scatenata nella ripresa grazie ai redivivi Immobile e Milinković-Savić, le due punte di diamante della rosa che non a caso quando si svegliano cambiano letteralmente il volto di una squadra abbastanza monocorde e monotona nel gioco proposto. Inzaghino comunque ha azzeccato anche la mossa Caicedo che ha siglato il primo gol dei laziali. Male invece il Genoa che in trasferta quest’anno si porta dietro sempre il pallottoliere: per fortuna che davanti Piątek (sono 5 nelle prime 4 partite, come Shevchenko nel 1999) non ha smesso di segnare, altrimenti sarebbero già state discussioni sul futuro di Ballardini.
Chievo – Udinese 0-2
Zitta zitta l’Udinese ha già otto punti in classifica, chiaro che probabilmente saranno in tanti a fare punti con il Chievo quest’anno, però rispetto all’anticalcio delle scorse stagioni i friulani hanno fatto qualche significativo progresso, De Paul zitto zitto ha già segnato quattro gol, intelligente da parte di Julio Valazquez anche la mossa di mettere Lasagna nel scondo tempo per spaccare definitivamente la partita.
Milan – Atalanta 2-2
Un’altra occasione perduta per il Milan ed un altro pareggio che lascia più di qualche rimpianto in casa rossonera colto contro un’Atalanta che però sembra essersi ripresa dalla sbornia di Copenhagen. Nonostante Higuain abbia piazzato un altro colpo dei suoi i rossoneri continuano ad essere alterni e discontinui, incapaci di interpretare le fasi del match anche a causa dei cambi spesso cannati da Gattuso. Gasperini nel secondo tempo ad esempio ha piazzato Rigoni in marcatura su Biglia e i rossoneri sono crollati.
Dalla panchina rossonera però sarebbe dovuta arrivare qualche contromisura e invece nulla. Il fantasma del Conte Parrucchino intanto a Milanello sta facendosi sentire sempre più minaccioso.
Frosinone – Juventus 0-2
È durato ottanta minuti il catenaccio del Frosinone contro i campionissimi della Juventus, anche se i ciociari non hanno davvero mai provato nemmeno a provare un tiro verso la porta bianconera (tra Campbell e Perica c’è da mettersi le mani nei capelli!).
La Juve ha giochicchiato come il suo solito ammassando i suoi assi nell’area avversaria, i bianconeri hanno però palesato una manovra lenta e poche idee e ben confuse. Ancora una volta l’equilibrio è stato rotto da un rimpallo in area (gol alla Inzaghi sul filo del fuorigioco per Ronaldo) e dall’ingresso di Brunelleschi, uno dei pochi giocatori dotati di cambio di passo. Beato Allegri che ha questi giocatori che sono capaci di porre rimedio alle sue infelici scelte iniziali.