Sarebbe facile indicare come uomo copertina della quarta settimana di Campionato Cristiano Ronaldo, autore della doppietta – e dei primi goal italiani – con cui la Juventus si è sbarazzata, con più affanni del previsto, del Sassuolo, effettuando già il primo allungo importante della stagione.
Invece no. Perché da Torino dobbiamo spostarci a Ferrara. Dalla lepre bianconera a una delle prime inseguitrici: la Spal. E a Cristiano Ronaldo preferire Andrea Petagna, nato 23 anni fa a Trieste e in prestito dall’Atalanta. Ebbene, ieri sera, come accade spesso per una legge non scritta del calcio, l’attaccante friulano ha deciso con una doppietta – guarda caso, una doppietta, la prima della carriera – il posticipo proprio contro la Dea, lanciando la matricola terribile di mister Leonardo Semplici a 9 punti dopo quattro partite, soltanto tre in meno dei Campioni d’Italia.
Ovvio che – a meno di clamorosi miracoli – si tratta di un fenomeno da circoscrivere all’inizio pazzo di Campionato, ma i numeri, l’unica cosa che contano nel pallone, dicono che la Spal è una squadra a dir poco cinica. Quattro reti in altrettanti partite, e una sola subita. Significa che, avendo mantenuto la porta inviolata in tre partite, quella emiliana è una delle difese più forti d’Europa. Così è se vi pare.
Per il resto, il quarto weekend di serie A ha detto ancora una volta che l’unica certezza è la Juventus, ma questo lo sapevamo già. Campione in carica, è già a punteggio pieno e messo in riga tutte le altre. Il Napoli è a -3, la Roma a -7, le milanesi a -8 (anche se il Milan ha una partita in meno). Dopo soli 120 minuti più recupero giocati. E, in attesa che i bomber da Fantacalcio si sblocchino (Dzeko, Higuain, Immobile sono fermi a uno, Icardi ancora a zero), si segnalano gli attaccanti della Lanterna: Piatek e Defrel, già a quota quattro. Sempre le (non) certezze di cui sopra.
Sta accadendo, in pratica, quello che qualche arguto analista aveva previsto. Le rivali bianconere sono protagonisti di una delle opere teatrali più famosi di Pirandello. Sono personaggi in cerca d’autore. Il Napoli sta assimilando il passaggio da Sarri ad Ancelotti, e può incappare in passaggi a vuoto. L’Inter è ancora tutta da sistemare, paga qualche infortunio grave (Icardi e Lautaro Martinez), da registrare in molti meccanismi di gioco, e anche sfortunata. Sia con alcuni episodi arbitrali, sia perché, nonostante i 28 tiri verso la porta emiliana – soltanto con il Novara nel 2012, con 30, furono di più – non è riuscita a centrare il bersaglio grosso. E, guarda caso, anche Inter-Novara quella domenica finì 0-1. L’altra milanese non se la passa meglio, perché è tornata dalla Sardegna con un misero punticino che non fa bene al morale. Anche Gattuso deve lavorare su tante sfaccettature. Sulla testa dei difensori, che continuano nel festival degli orrori e delle sciocchezze. Sulle giocate offensive, perché Suso e Calhanoglu non riescono a sopportare e supportare bene Higuain, sulla mancata profondità dell’intera manovra.
Anche Di Francesco deve registrare più di qualcosa, e alla svelta. I giallorossi incassano troppe reti, e mancano di idea di gioco e di un briciolo di equilibrio. Ancelotti, Spalletti, Gattuso e Di Francesco riusciranno a sbrogliare la matassa. Già, ma quando? Quando sarà troppo tardi? I sette volte Campioni d’Italia, nel frattempo, fanno quello che devono fare. Che tutti si aspettavano facessero. Vincere. Senza se e senza ma. Senza incantare, senza dare spettacolo, con alcuni punti interrogativi da risolvere, vista l’abbondanza della rosa, all’apparenza senza sforzarsi più di tanto. E il calendario, Frosinone e Bologna, è anche dalla loro parte nelle prossime due giornate. E, sempre in casa bianconera c’è da segnalare che nelle ultime 11 partite, ben in cinque occasioni il primo tempo è terminato senza alcuna rete segnata agli avversari.
Sembra ripetersi, purtroppo per il calcio italiano, la storia degli ultimi sette anni. Una squadra più forte delle altre, anche perché queste altre fanno di tutto per non ostacolare chi comanda. Non possono, certo, ma dietro il non potere c’è tanto altro. In attesa di avere altre certezze, dunque, vediamo in alta quota la Spal, il Sassuolo, la Sampdoria, la Fiorentina, il Genoa.
La giornata numero 4 ha fatto registrare due traguardi personali. Il 50esimo squillo di Insigne in serie A, la 700esima vittoria della Sampdoria nel massimo Campionato. Zero, invece, sono ancora le reti messe a segno da Frosinone e Bologna dopo quattro partite. È la seconda volta che accade dagli anni 2000.