
Anche quest’anno è finita l’estenuante sessione estiva di calciomercato, una sessione decisamente troppo lunga, che ufficialmente inizia i primi di luglio e si conclude alla fine del mese di agosto (giorno più giorno meno), ma che come è noto inizia già dal periodo di maggio giugno, rendendo il calciomercato un tormentone piacevole solo per i giornalisti e per il pubblico televisivo più incallito: una formula decisamente da rivedere, dato che tende a sovrapporsi all’inizio dei campionati, creando problemi a tecnici, società e calciatori in bilico.
Ma passiamo alle pagelle del calciomercato estivo di questo 2017. Per i padroni del podio, non ci possono essere dubbi perché è tutto occupato sull’asse Milano-Torino. Immediatamente ai margini, ci sono le romane, che comunque non sfigurano. Poi le altre, con un distacco che aumenta a forbice.
Già, perché se si vuole analizzare tutto ciò che è stata la lunga maratona del calciomercato estivo, due considerazioni non possono essere eluse.
La prima è che, qualità degli acquisti alla mano, potremmo assistere a un Campionato con le cinque grandi sorelle (Juventus, Napoli, Milan, Inter e Roma) a contendersi tutto, la Lazio e il Torino che potrebbero inserirsi e dare fastidio, e tutte le altre a fare il loro modesto percorso.
Due tronconi, allora. Forse tre. Sperando che ci sia, come la passata stagione, un’altra Atalanta di turno (bergamaschi o no, sia chiaro) a entusiasmare e entusiasmarci.
La seconda è che, lo possiamo dire senza smentite, questo mercato estivo non ci ha delusi. Vuoi perché chi poteva e doveva spendere ha messo mano ai liquidi, per le lunghe telenovele (Schick, Donnarumma, Kalinic e Keita si sono fatti desiderare), per i colpi da prima pagina dei quotidiani (Leonardo Bonucci al Milan in neanche 48 ore), la non poca serie di acquisti ad alto costo (Biglia, Andres Silva, Douglas Costa, Bernardeschi, Bonucci, Schick, Kalinic), per il tormentone “passiamo alle cose formali” che ha già fatto scuola, le tristissime storie di poca professionalità mostrata da alcuni giocatori per essere ceduti
Ma tant’è. Ora il calcio funziona così. Alla faccia dei contratti e dei tifosi.
I Top
Sul gradino più alto del podio siedono i rossoneri (mercato da 8). Grazie alle liquidità cinesi – o di chi per loro – e ai prestiti di qualche fondo non si sa bene di quale Paese, Fassone e Mirabelli (a loro però va dato il 9) hanno rivoltato l’armata brancaleone di via Turati come un calzino con un mercato a tutta birra tra maggio, giugno e luglio. In poco, pochissimo tempo, sono arrivati Musacchio, Rodriguez, Conti, Kessie, Andres Silva, Borini, Calhanoglu, Bonucci, Biglia. E quindi Kalinic, come “colpetto” agostano.
Più di 220 milioni di euro per una campagna acquisti oculata, studiata e mirata tra giovani promesse – che però le devono mantenere, le promesse, e questa è una incognita – e uomini di esperienza, e volta davvero a migliorare la qualità della rosa.
Non di secondo piano, affatto, anche la nuova e certosina campagna comunicativa dei due manager, e la campagna cessioni (tanti giocatori non funzionali hanno lasciato il Milan) effettuata.
Ma proprio per questi tanti nuovi arrivi, quello meneghino è il club delle domande. Riuscirà Montella ad amalgamare bene il gruppo? È davvero il 3-4-1-2 il modulo più adatto, o è da confermare il 4-3-3 attuale? Tutti gli acquisti saranno all’altezza della situazione? E l’obbligo di arrivare in Champions League quanto potrebbe pesare a lungo andare?
E non è neanche peregrino aggiungere che i rossoneri sono ancora una squadra incompleta e che partono ad handicap rispetto alle contendenti: si conoscono poco.
Sul secondo gradino del podio c’è la Juventus (7,5), su cui si è già cantato il de profundis dopo la perdita di Leonardo Bonucci e la sconfitta in Supercoppa a metà agosto.
È vero che i Campioni d’Italia hanno perso una delle pedine fondamentali, ma è altrettanto giusto dire che hanno confermato tutti gli altri. E tutti gli altri sono Dybala, Barzagli, Buffon, Pjanic, Cuadrado, Mandzukic, Higuain.
Non pulcini, ma di prima classe. A cui hanno aggiunto Douglas Costa e Bernardeschi. Ovvio che anche sui vicecampioni d’Europa ci sono dubbi su Matuidi (darà qualcosa in più al centrocampo?) e su Howedes, oltre che sul perché abbiano acquistato De Sciglio. E su Allegri, che forse avrebbe dovuto salutare tutti dopo la beffa di Cardiff.
La somma, però, porta a ritenere i bianconeri ancora i favoriti. Ma con più di qualche accorgimento tattico.
La medaglia di bronzo va all’Inter (7+) che finalmente, un po’ troppa filosofia a parte, ha piazzato in panchina qualcuno che il pallone sa come farlo funzionare. La rosa non è molto distante da quella dello scorso anno, ma il buon Lucianone Spalletti da Certaldo potrà mettere ordine alle cose, con un Vecino in più in mezzo al campo, con un Borja Valero a dare fastidio alle difese, con un Icardi che quest’anno può far davvero male a tutte. E senza gli impegni di Coppa, non dimentichiamolo.
Punto interrogativo grosso, però, è rappresentato dalla difesa. Numericamente e qualitativamente. Dove, soprattutto sulle corsie laterali, non sembrano essere stati risolti i problemi.
Impossibile dare un voto al Napoli, perché non ha partecipato alla sessione di calciomercato, se non per confermare tutti. Questo la rende alternativa più credibile alla Juventus, e obbligata a vincere qualcosa per evitare – a quel punto – l’inevitabile rivoluzione.
Roma e Lazio meritano 7. I giallorossi hanno sì cambiato guida tecnica, perso Francesco Totti, rinunciato a qualche pedina, ma si possono vantare del colpo Schick (vecchio discorso: vale davvero più di 40 milioni di euro?), e di aver confermato il centrocampo più forte d’Italia. Dubbi, e non pochi, sorgono sul condottiero Di Francesco e sulla tenuta difensiva. Dovrà lottare con le milanesi per un posto in Champions League.
I biancocelesti, invece, freschi di Supercoppa, potrebbero patire l’esiguità della rosa messa a disposizione di Inzaghi junior, soprattutto se dovesse prolungarsi l’esperienza in Europa league. Bello il colpo di Nani. Farà come Klose, seppur con ruoli diversi?
Anche il Torino merita 7. Urbano Cairo ha trattenuto (e senza troppa fatica) Belotti, gli ha affiancato Niang e si è leccato i baffi per i 25 milioni ricevuti dal Chelsea per Zappacosta.
I flop
Difficile, onestamente, dare un giudizio sul mercato del resto della ciurma di serie A. Male, molto male (voto 4), la Fiorentina, su cui si è abbattuto un uragano che ha portato via Vecino, Ilicic, Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Bernardeschi e Kalinic.
E l’arrivo di Thereau e Simeone sono solo foglie di fico. Dura vita per Pioli.
Il Benevento, forse, farà una fatica immane a salvarsi.
Le altre
La Spal, con l’esperienza di Borriello, Floccari, Lazzari e Paloschi, potrebbe dire la sua. 6,5
E Bucchi cosa farà, invece, sulla panchina del Sassuolo, che ha sì trattenuto Berardi ma ha perso Defrel senza rimpiazzarlo? 6