
Il warm-up delle cinque giornate è scaduto e il campionato, pur mediocre per cifra tecnica, si sta rivelando molto più equilibrato del previsto. Anzi, azzardo: non si vedeva un torneo così equilibrato e avvincente dalla stagione 1998/99 (il primo che ricordo integralmente). Anche allora la Fiorentina, guidato dal mitico Trap, partì a razzo laureandosi addirittura campione d’inverno. Poi per, causa l’infortunio a Batistuta e le bizze di Edmundo, la truppa di Cecchi Gori si squagliò come neve al sole e fu sorpassata prima dalla Lazio, in testa fino alla trentaduesima giornata e poi da un sorprendente Milan che si laureò campione d’Italia dopo essere stato in testa solitario per appena due giornate (credo sia un record). Era il Milan di Zaccheroni, di Boban imposto trequartista da Sua Emittenza Berlusconi, dei carneadi N’Gotty, Guly e dei vecchi leoni ruggenti Costacurta, Maldini Leonardo e Weah. Il mio riferimento al Milan 1998/99, squadra allora reputata ingiustamente scarsa e che nella Serie A di oggi si giocherebbe tranquillamente lo scudetto, non è casuale perché questa Juventus, alla ricerca ancora di un’identità, ricorda molto da vicino quella squadra. Il momento no della Vecchia Signora ha spalancato la porta ad una pletora di pretendenti al trono di Regina d’Italia: la Fiorentina, il Torino libidinoso di Ventura, le matricole terribili Sassuolo e Chievo, l’incompiuta Roma, l’incostante Lazio e infine le due strisciate milanesi, ancora alla ricerca di una patente di nobiltà perduta. Insomma, ci sarà da divertirsi fino alla fine!
ROMA – CARPI 5-1: sembrava la classica partita da campagnetta, quelle che si giocavano con quattro zaini al posto delle porte. Il punteggio finale (5-1) rispecchia fedelmente il divario imbarazzante tra le due squadre, anche se il computo finale, tra rigori sbagliati e gol mangiati, poteva essere tranquillamente di 7-3 o 8-4. Nella Roma si è finalmente rivisto un Gervinho incisivo, il mocio ivoriano è in assoluto, dopo Totti, il secondo giocatore imprescindibile per gli schemi offensivi del proprio tecnico. Unica nota stonata della giornata il fatto che Totti, Džeko e Keita siano usciti per infortunio, nelle prossime quattro gare chi giocherà in attacco?
NAPOLI – JUVENTUS 2-1: dopo il mezzo-passo falso infrasettimanale, si è rivisto un Napoli sontuoso, a tratti irresistibile. Quando i partenopei riescono a giocare per vie verticali sono letteralmente imprendibili. La modesta Juventus di questo inizio stagione, che non partiva così male dal lontano 1970/71, ha potuto farci ben poco, specie con un centrocampo lento e fuori fase dove capeggiano i fantasmi di Hernanes e soprattutto Pogba. A proposito del francesino, ritengo che giocatori del genere, tecnicamente e fisicamente mostruosi, ma lenti come la fame, privi di dinamismo e di un elevato Q.I. calcistico siano letteralmente dannosi in squadre scariche o alla ricerca di identità. A proposito, Allegri mi pare un filino in confusione (3-5-2, 4-4-2, 4-3-3, manca solo il 5-5-5 e siamo a posto) anche se sono convinto che sabato la sua Juventus, contro un Napoli del genere, abbia potuto opporre ben poca resistenza.
GENOA – MILAN 1-0: niente da fare, Mihajlović continua a capirci poco della squadra che ha a disposizione. Il centrocampo è sempre troppo lungo, nonostante l’inserimento di Mister 20 Milioni Bertolacci (Sabatini si starà sfregando le manone) e l’affiancamento del cagnaccio De Jong al metodista Montolivo, e questo rombo allungato paga dazio contro squadre aggressive, corte e verticali come il Genoa gasperiniano. Capitolo Romagnoli: Mister 25 milioni (altro regalo a Sabatini) farà la fine del Criscito in versione juventina, specie se affiancato a Pennellone Zapata e con davanti a proteggerlo Montolivo. Un’ultima mia obiezione riguarda la coppia d’attacco: lo Sputacchione deve giocare con Bacca-Luiz Adriano, punto e stop. Balotelli va bene come tredicesimo uomo, come jolly da inserire nel secondo tempo per sfruttare punizioni, tiri da lontano e rigori. Non è un caso che, se Balotelli a Marassi sia stato tra i meno peggio, Luiz Adriano sia risultato il peggiore (non per colpe sue….). In casa Genoa, con un ariete al centro dell’attacco come Pavoletti la squadra sembra girare, curioso comunque come l’amico Galliani continui a regalare punti…Preziosi all’amicone irpino produttore di giocattoli.
BOLOGNA – UDINESE 1-2: una partita aberrante tra due squadre scabrose, alla fine vince in rimonta la squadra più passabile, cioè l’Udinese. Delio Rossi è ai titoli di coda anche se, personalmente, me la prenderei anche con chi ha costruito la squadra (Corvino, ex mago del mercato della Fiorentina), troppo lenta e bolsa.
SASSUOLO – CHIEVO 1-1: bel match tra due autentiche realtà del nostro calcio, alla fine però credo che le due squadre si siano in un certo senso accontentate del pareggino. Zitto zitto la squadra di Mister Confindustria non perde da 11 turni: qualcuno incomincia a fare paragoni con il Parma di Tanzi, ma quella era una squadra che schierava fuoriclasse, questo Sassuolo schiera solo buoni giocatori.
TORINO – PALERMO 2-1: nonostante il Toro abbia cercato di complicarsi la vita, la squadra di G.P. Ventura è riuscita a portare all’incasso tre punti sudatissimi che la proiettano a +8 sull’odiata Juve. Da evidenziare il gol da cineteca, alla Van Basten, per Benny Benassi (a proposito, faceva così schifo in maglia nerazzurra?) e i nuovi mal di pancia di Zamparini che potrebbe esonerare Iachini e con lui il suo cappellino.
VERONA – LAZIO 1-2: nel secondo tempo si è rivista la Lazio aggressiva e arrembante della scorsa stagione, anche se c’è da tenere conto che davanti la squadra della Capitale aveva un avversario ai minimi termini, letteralmente spuntato oltre che impacciato e intimorito dall’atteggiamento inculcato dal proprio tecnico. Zitta zitta, nonostante due scapaccioni niente male, la Lazio ha 12 punti in classifica anche se credo che saranno alti e bassi per tutta la stagione.
INTER – FIORENTINA 1-4: il big match della giornata demolisce le certezze, per altro costruite a base di 1-0 e d’incredibili colpi di fortuna, dell’Inter manciniana e proietta in cima alla classifica la Fiorentina di Paulo Sousa. Che dire, non ci sto al tiro al piccione contro Mancini, personaggio che tra l’altro detesto come in molti ormai sanno. La sua intenzione di giocare a WM puro (3-4-3 contro 3-4-3 è di fatto gioco uomo contro uomo) non era in partenza sbagliata (do per scontato che un simile assetto sia stato provato in settimana): il gioco uomo contro uomo si addice a squadra fisiche e strabordanti dal punto di vista fisico come l’Inter, peccato che questa intenzione sia stata letteralmente seppellita dalle due vaccate del solitamente ottimo Handanovič, anche se credo che Sciarpetta abbia sottovalutato il tasso tecnico della Viola, che in queste prime cinque giornate non era emerso del tutto. Ho visto finalmente una grande Fiorentina: il lusitano è risuscito ad aggiustare una difesa in pochi mesi, cosa che Montella non era riuscito a fare in un triennio, in più ha irrobustito la mediana e reso più veloci i contrattacchi. La chiave è stata tutta nel centrocampo: agile e tecnico quello viola, muscolare e legnoso quello interista, Murino e Miranda, se non adeguatamente protetti, fanno vedere tutti i loro limiti. Insomma, caro Mancini, non si può vincere sempre per sedere!
FROSINONE – EMPOLI 2-0: se l’Empoli giocasse a pallamano, sono sicuro che neanche in questo sport riuscirebbe a gonfiare la rete, per giunta anche stavolta i toscani sono incredibilmente crollati nella ripresa dopo aver tenuto le redini del gioco in mano per tutto il primo tempo. Quella del Frosinone è una squadraccia che gioca un calcio pseudo-gaelico, però in campo butta sempre l’animaccia perché il gruppo è rimasto quello della doppia promozione e in casa si costruiscono le salvezze…
ATALANTA – SAMPDORIA 2-1: una partita bruttissima ravvivata dagli ultimi minuti, la Sampdoria vista fino ad ora è una squadra schizofrenica, che non conosce mezze misure e che dipende troppo dalle lune della sua coppia d’attacco. L’Atalanta si è confermata una squadra tosta, ben registrata in difesa e sempre pungente davanti. Il terzo posto non è casuale…
ANGOLO PRONOSTICI CHAMPIONS:
BATE BORISOV – ROMA: trasferta insidiosa per una Roma che si presenterà in Bielorussia letteralmente decimata, il Bate cercherà di disputare la partita e di impostare la partita su ritmi elevati, probabile che la Roma usufruisca di abbondanti spazi in contropiede, che è il modo in cui Garcia ama giocare. Tutto dipenderà se Gervinho gira, possibile il colpaccio. 2
JUVENTUS – SIVIGLIA: tira una brutta aria in casa juventina, però in Europa la banda Allegri ha dimostrato di non essere quell’accozzaglia senza idee “ammirata” in campionato. Il Siviglia è un avversario strano: irresistibile in Europa League, non ha mai però veramente fatto il vero salto di qualità verso l’élite del calcio. Emery è un perfezionista e sono sicuro che il suo 4-5-1 causerà bei problemi a Pogba e soci, se fossi in Allegri rinuncerei al rombo come contro il City e rischierei il tridente, probabile a mio avviso il pareggio. X
Francesco Scabar