Serie A: Mihajlovic

Nelle prime due giornate di campionato c’è stata un’autentica pioggia di gol (nessuno zero a zero, credo sia un record) che hanno già fatto gridare qualcuno allo “spettacolo” e al bel giuoco” quando semplicemente questi risultati roboanti sono il frutto di squadre e roster incompleti e gruppi che devono ancora oliare i propri meccanismi, soprattutto dopo un’estate che ha visto tanti cambi in panchina. Sono sicuro che questa sarabanda di gol consocerà un ridimensionamento nei prossimi mesi quando molti tecnici nostrani, che magari pontificano bel giuoco e spettacolo fino al fischio d’inizio, incominceranno a pararsi il di dietro per poter mangiare la pagnotta, in Italia volenti o nolenti è sempre funzionato così! Questi centottanta minuti di gioco sono stati comunque abbastanza indicativi per tracciare un piccolo bilancio sulle nostre venti squadre della massima serie

Atalanta

Una vittoria ed una sconfitta per la Dea all’esordio in questo campionato di Serie A, entrambi con punteggi abbastanza altisonanti, valgono il classico discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. In un attacco già atomico, con Muriel adesso i nerazzurri hanno un’altra freccia al proprio arco, ma dietro l’assenza di un marcatore puro come Mancini si fa pesante. Inoltre la squadra è parsa ancora lunga e sfilacciata ed incapace di giocare corta e di partire in pressing compatta. La qualità c’è comunque tutta ed in Champions League i bergamaschi sono finiti in un girone tutto sommato non tremendo.

Bologna

La brutta malattia che ha colpito Mihajlović (in bocca al lupo!) ha responsabilizzato il gruppo e unito una piazza solitamente fredda e mugugnona. L’impatto e l’influenza enorme che Sinisa ha apportato ai rossoblu si vede ancora, soprattutto a livello di carattere e determinazione (una squadra che non ha queste caratteristiche non vince partite come quelle contro la Spal).

Brescia

Già tre punti in saccoccia nelle prime due giornate di Serie A per la squadra del Genio Corini con il contorno di una più che dignitosa figura a San Siro. Balotelli può essere davvero il profeta in patria in una piazza che saprà annacquare le sue “balotellate”, da verificare però l’impatto di Marione in un gruppo comuqnue rodato rispetto all’anno scorso e che ha subito poche rettifiche, Donnarumma ha comunque mostrato di poter regere la categoria anche senza un partner di livello al suo fianco.

Cagliari

Tante gatte da pelare per il pelatone Maran, a bocca asciutta dopo due giornate di Serie A. L’infortunio di Pavoletti (stagione di fatto finita) priverà i sardi di un giocatore che almeno dieci gol te li porta in carniere e si sa che far gol è un requisito fondamentale per una squadra da medio bassa classifica il Cholito Simeone mi sembra un’incognita come sostituto in quanto è un giocatore più da profondità e spazi e non da traversoni. A mio avviso la squadra rischia molto quest’anno, anche se Nainggolan (schierato da medianaccio puro da Maran) è imprescindibile.

Fiorentina

Mercato molto interessante per la viola, che in queste prime due giornate ha anche mostrato anche molti giovani di prospettiva (Sottil, Ranieri). L’entusiasmo è comprensibilmente alle stelle con l’arrivo degli americani, io però non mi capacito come una squadra con queste ambizioni sia stata affidata ad una minestra riscaldata come “Perdenzo” Montella, cioè un allenatore che da anni a mio avviso ha perso la trebisonda e che giù l’anno scorso ha dimostrato di non aver capito nulla del materiale a disposizione. E il piatto (due sconfitte in due gare) già piange!

Genoa

Quattro punti in due sole gare di Serie A è un bottino ragguardevole per una squadra che è sempre perennemente un cantiere aperto. Il vecchio Andreazzoli non è l’ultimo arrivato, a mio avviso ci sa fare, basta che la proprietà lo lasci lavorare in santa pace, ho paura come sempre che a gennaio si ripresenterà in campo un’altra squadra.

Inter

Si vede già l’impronta, nitida e inconfondibile di Antonio Conte, autentico fuoriclasse della panchina. L’Inter contista una squadra di stralodanti doti fisiche, già granitica dietro e accesa dal fosforo di Sensi, autentica sorpresa in casa nerazzurra (perfetta la sua intesa con l’altro “piedi buoni” Brozović). Davanti Lukaku è il giocatore perfetto per il gioco del salentino ed ha già timbrato il cartellino dei marcatori. Il gioco dell’Inter è l’ideale per questo campionato dove le squadre in formato panzer si trovano particolarmente a loro agio contro avversari che tendono a chiudersi, da verificare se questo gioco è possibile esportare in europa. Unico neo la catena di destra (D’Ambrosio-Candreva) dove non c’è gente che sa difendere decentemente, infatti l’unico gol incassato a Cagliari è arrivato proprio là. Ottima anche la nuova gestione di Marotta che ha risolto alla grande la grana Icardi.

Juventus

Se la mano di Conte si vede già quella di Sarri si vede… a metà! Nonostante ciò i bianconeri hanno comunque portato a casa sei punti mostrando un palleggio ed una manovra molto più ficcante degli anni scorsi (dove lo schema principale era il classico cross sul secondo palo) pur con gli stessi interpreti. L’unico neo grosso è l’infortunio di quella che è la colonna portante della difesa, cioè Chiellini. De Ligt ha qualità, ma vicino a Bonucci (lento come l’olandese) lo vedo davvero male, inoltre l’ex Ajax era abituato a difendere di collettivo nella sua ex squadra, cosa che in Italia si fa di rado e che Sarri cercherà di inculcare ai suoi prodi.

Lazio

Abbiamo forse sottovalutato in estate la squadra di Inzaghino che ha mantenuto tutti i pezzi pregiati (Milinković, Luis Alberto, Immobile) e che quando deve giocare in verticale fa davvero male. È già arrivata una vittoria meritata ed una mancata nel derby per un incredibile serie di congiunzioni astrali (tre pali colpiti in novanta minuti!), Lazzari sulla fascia ha colmato una alcuna in un ruolo che negli anni precedenti è stato occupato da interpreti non trascendentali. Se Inzaghino saprò dosare gli sforzi durante la stagione la sua Lazio potrà togliersi le sue soddisfazioni, complimenti al solito Tare che azzecca sempre acquisti sottostimati.

Lecce

L’unica tra le venti squadre di Serie A a non sembrarmi davvero all’altezza della categoria. La squadra di Liverani giochicchia anche discretamente al calcio, ma davanti manca chi sa gonfiare il sacco e così è arrivata una sconfitta assolutamente da evitare contro una papabile diretta rivale contro il Verona. Il paragone con il Benevento (non solo per i colori sociali) ho paura ci stia tutto!

Milan

No, non ci siamo già. Troppo brutto per essere vero il Diavolo visto a Udine con alcune scelte di formazione da far accapponare la pelle (Castillejo seconda punta, Borini mezzala), contro il Brescia è arrivato un successo striminzito che non toglie ancora il cartello “lavori in corso” appeso a Milanello. Giampolo ci sta capendo poco della squadra a disposizione: ha insistito sul 4-4-2 a rombo per tutto il ritiro estivo quando anche un cieco può vedere come il modulo mal si adatti ai giocatori a disposizione, soprattutto ad un Piątek che è costretto a partire troppo defilato e che infatti sembra un pesce fuor d’acqua. L’albero di Natale può essere una buona pezza, però un conto è farlo con Kakà e Seedorf, un conto con Suso e Castillejo!

Napoli

C’è molto da pedalare anche per Ancelotti che sembra ancora non aver trovato una quadratura decente al suo undici dopo un successo “miracoloso” a Firenze ed una sconfitta rocambolesca a Torino. Il reparto arretrato, con l’acquisto di Manolas è stato peggiorato, perché il greco è un semplice doppione di Koulibaly che abbisogna di avere al suo fianco un regista difensivo e non un altro marcatore! Inoltre la squadra sembra spaccarsi spesso in due tronconi, non è un caso che con il vecchio 4-4-2 e non con il nuovo modulo ad una punta, gli azzurri abbiano fatto vedere le cose migliori.

Parma

Con pochi ritocchi estivi l’undici di D’Aversa ha già centrato una vittoria importante in quel di Udine confermando la vocazione contropiedista dell’undici, un gioco del genere premia sempre alle nostre latitudini.

Roma

Altro rebus difficile da risolvere è la Roma di Fonseca, una squadra che ha cambiato molto in estate con sul groppone una partenza “pesante” come quella di De Rossi. Infatti senza l’ex Capitan Futuro a fare da cerniera l’undici giallorosso sembra letteralmente spaccato in due, praticamente il portoghese sta dimostrando di non sapere cosa sia il centrocampo, settore che in una squadra di calcio è nevralgico. Spero che sia solo questione di meccanismi da oliare altrimenti per i tifosi giallorossi sarei davvero in ansia!

Sampdoria

Non voglio proprio essere nei panni di Di Francesco che sta guidando una scialuppa nel mezzo della burrasca di un cambio societario (da Ferrero ad una fantomatica cordata Vialli). Di zemaniano in questa squadra per ora c’è solo la  colabrodo mentre davanti il vecchio Quagliarella non può fare sempre miracoli.

Sassuolo

Hanno cambiato abbastanza sul campo i neroverdi però la guida è rimasta la stessa e quindi anche i principi di gioco. L’ennesima esplosione della meteora Berardi (sarebbe più correttamente definirlo un pulsar) potrebbe essere l’unica variabile che potrebbe far impazzire positivamente la stagione in Serie A della Mapei.

Spal

Due sconfitte sfortunate e di misura per la squadra ferrarese, però c’è da dire che la squadra sembra molto meno compatta rispetto agli anni scorsi anche perché alcuni acquisti (D’Alessandro, Di Francesco) mal si sposano con il collaudato 3-5-2 di Semplici. Petagnone sembra abbastanza solo davanti e senza una spalla decente, sì sarà dura salvarsi.

Torino

Sei punti in saccoccia e l’eliminazione prematura dall’Europa League contro il Wolverhampton (che nelle due sfide a mio avviso si è dimostrato superiore) sono il segnale che il Toro sarà protagonista fino all’ultimo per l’Europa. L’arrivo del figliol prodigo Verdi può consentire a Mazzarri più soluzioni a livello modulo, magari con l’impiego del fantasista alle spalle delle due punte pesanti (Zaza e Belotti solo così possono convivere), una soluzione che ricorda molto quella dei “tre tenori” al tempo del Napoli.

Udinese

Anche qui classico discorso da bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. La multinazionale bianconera si è già tolta una bella soddisfazione contro il Milan, mentre con il Parma sempre tra le mure amiche è arrivata una sconfitta inaspettata. La squadra sembra come negli ultimi anni esprimersi al meglio quando deve contrarre il gioco avversario piuttosto che quando deve imporre il suo, da valutare l’impiego di Jajalo al fianco di Mandragora, autentico architrave del centrocampo.

Verona

Quattro punti sono già tanti per una neopromossa in Serie A, Ivan Jurić non è un tecnico banale, questo lo sappiamo. Da buon gasperiniano è uno che vuole trasmettere chiari principi di gioco alle sue squadre e ci sta riuscendo anche se l’attacco sembria davvero da Serie C.