L’effetto Covid: campionati incerti e classifica cortissima

L’effetto Covid ha letteralmente sparigliato le carte nei principali campionati europei e anche l’Italia non fa eccezione. Tra l’insolita partenza ritardata, una preparazione atletica quasi inesistente, impegni serrati ogni tre giorni, calciatori risultati positivi ai tamponi e che obbligano così i propri tecnici a cervellotiche scelte di formazione o addirittura a forzati rinvii, l’equilibrio e le sorprese non mancano. Basta osservare le classifiche dei principali tornei europei per notare situazioni impensabili fino a qualche mese fa: in Inghilterra comanda il Leicester seguito dal Tottenham (classica eterna incompiuta) mentre squadre di modesta levatura come il Southampton, l’Aston Villa e l’Everton sono rispettivamente quarta, sesta e settima. In Spagna il dominio di Real Madrid e Barcellona, che era incontestabile fino a pochissimo tempo fa, sembra già essere un ricordo: i madrileni sono quarti mentre i catalani addirittura ottavi con la sorpresissima Real Sociedad a comandare la classifica. Se Francia e Germania continuano a confermarsi campionati dove c’è troppo squilibrio tra una sola squadra (Bayern Monaco e Paris Saint Germain) e le altre, è la nostra Serie A a registrare la graduatoria più corta ed ingarbugliata: comanda il Milan con 17 punti, segue il Sassuolo con 15 punti, Napoli e Roma sono appaiate a quota 14, solo quinta la Juventus a 15 punti assieme all’Atalanta. Una delle favoritissime della vigilia, l’Inter, è settima in graduatoria con 12, la terzultima squadra (il Genoa) dista appena sette punti in una classifica che più corta e affollata di così non si può.

A livello di gioco la pandemia non ha fatto altro che confermare un trend già in atto da qualche anno: in un questa situazione di equilibrio generale e di precaria condizione sono sempre più fondamentali corsa e capacità di pungere in zona gol. Il “calcio pandemico” assomiglia ad una sorta di basket giocato con i piedi: fase difensive quasi del tutto assenti, si segna con una facilità disarmante quasi ad ogni azione offensiva. La media gol (3,75 fino alla scorsa) giornata è persino più elevata di quella di molti campionati degli Anni Cinquanta, epoca in cui con la tattica del Sistema bastava vincere un duello individuale per avere ottime chance di segnare un gol. E’ vero, le difese ed i difensori sono sempre più imbarazzanti, il fattore campo a causa delle “porte chiuse” ormai è del tutto saltato, ma a corroborare questo trend c’è anche il fatto che senza pubblico sugli spalti (o con pochi cristiani spesso ammutoliti) i giocatori “sentano” di meno la pressione della partita incappando più spesso in qualche fatale calo di concentrazione. Il grottesco Real Madrid – Inter di mercoledì scorso, giocato in una sorta di campetto di periferia senza pubblico, ne è una testimonianza. Siccome in una situazione del genere parlare di tecnica, tattica, ha poco senso cercherò di fare solo un breve riepilogo della situazione su ciascuna squadra.

Atalanta

A mio avviso come valori l’Atalanta ha tutte le carte in regola per centrare uno storico scudetto, purtroppo però gli impegni in Champions non permettono ai bergamaschi di essere sempre presenti e sul pezzo al 100% in campionato, cosa che per una squadra che fa del ritmo e della condizione atletica il proprio marchio di fabbrica non è da poco. Se in coppa la squadra di Gasperini pare essersi “normalizzata” (anche se ha ancora le carte in regola per passare il turno) in campionato i nerazzurri sono incappati in qualche black out di troppo (Napoli, Sampdoria). A mio avviso la squadra di bergamo quest’anno sta pagando la scarsa vena delle sue due mezzepunte (di Iličić consociamo i problemi, Malinovs’kyj e Pašalić sembrano in ombra), con il peso della squadra che è sempre tutto sul piccoletto Gomez.

Bologna

Il Bologna sembra davvero aver perso smalto e cattiveria rispetto alle passate stagioni, la squadra sembra non avere un equilibrio e fuori dalle mura amiche (zero punti conquistati) fa davvero troppa fatica, le due vittorie incamerate sono giunte però dopo due autentiche goleade e questo può essere la nota lieta di questa prima parte di stagione. L’attacco, punto debole della squadra di Mihajlović, sembra essere tutto sulle spalle del giovane Barrow che non ha grosse alternative al suo fianco se non qualche sporadico lampo di Orsolini, giocatore a cui che sembra sempre mancare qualcosa. Con questo trend di marcia i rossoblù possono penare fino all’ultimo.

Benevento

A sprazzi la squadra di Inzagone ha mostrato anche un buon calcio con una fase offensiva agile e abbastanza imprevedibile, però con una difesa del genere, mal supportata dal centrocampo, nonostante alcuni importanti rinforzi in sede di mercato (l’ex granata Glick su tutti), c’è davvero da preoccuparsi ed il Benevento tra tutte le neopromosse ha senza ombra di dubbio la rosa migliore e più attrezzata per la massima serie.

Cagliari

Con dieci punti la classifica del Cagliari vale il classico giochino del bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto. La cosa positiva sembra essere la definitiva esplosione del Cholito Simeone che sembra stia beneficiando dell’arrivo di un allenatore “offensivista” come Di Francesco e la conferma a centrocampo di Nandez, uno dei centrocampisti dal rendimento più continuo in questo inizio di stagione. L’unica nota negativa è Godin che sembra davvero ormai un ex calciatore.

Crotone

E’ l’unica squadra del campionato a non aver ancora trovato i tre punti, anche se il pareggio colto contro la Juventus vale di fatto una vittoria. Per i calabresi di Stroppa vale un po’ lo stesso discorso che si fa per molte squadre neopromosse: se già in Serie B segni tanto e subisci altrettanto, in Serie A sei destinato a segnare la metà e a subire gli stessi gol con il risultato che la maggior parte delle volte, pur giocando bene, i punti finiscono agli avversari.

Fiorentina

Iachini è già stato defenestrato dopo un avvio di torneo così così, anche se la recente prova di Parma (dove alla squadra gigliata è mancato solo il gol) ha confermato che il gruppo viola stava dalla parte di Cappellino; il ritorno di un bollitissimo Don Cesare Prandelli è l’emblema di una società che davvero pare navigare a vista. Va detto che la squadra, nonostante un’ottimo centrocampo dove tra i vari Castrovilli, Bonaventura, Callejon, Pulgar la qualità abbonda (forse troppa per i canoni di gioco iachiniani), sembra davvero faticare tantissimo in zona gol dove manca gente che sappia segnare con continuità e se non si accenda Ribery sono dolori. Saprà un allenatore che non azzecca una stagione dall’anteguerra risollevare una squadra ed un ambiente pieno di rebus?

Genoa

La presenza di un “regolare” come Maran dovrebbe sulla carta normalizzare un ambiente che da qualche stagione è alquanto lunatico con il cartello “lavori in corso” che è sempre presente in bella vista per preciso volere societario, Preziosi sembra proprio la versione calcistica di Trockij e della sua “rivoluzione permanente”! Nel concreto l’operazione normalizzazione non si è ancora vista: la squadra ha già cambiato spesso modulo e giocatori e segna davvero con il contagocce, l’unica cosa positiva è la presenza nell’undici di giovani italiani e promettenti come Rovella e Scamacca.

Inter

La squadra nerazzurra a mio avviso è una delle grandi favorite sulla carta di questo campionato perché ha la coppia gol più forte del campionato e tante ottime alternative in panchina ad un undici senza sbavature, eppure quest’Inter non sembra davvero essere alimentata dal “furore” che Conte solitamente sa trasferire alle sue compagini. Sarà per l’insolito clima pandemico, per gli impegni ogni tre giorni, per l’emergenza nel pacchetto arretrato, ma l’Inter tolta la coppia d’attacco Lu-La e un Nicolino Barella che sembra sempre di più consacrarsi come dominatore del centrocampo non convince affatto. Colpa a mio avviso anche del suo tecnico che, pur di non toccare il suo ultradogmatico modulo, ha finito per adattare un terzino di spinta (Kolarov) come difensore centrale, con risultati disastrosi. Anche l’inserimento in mediana di Vidal (altro giocatore voluto fortemente dal leccese) sembra davvero essere stato controproducente perché il cileno sembra per ora l’ombra del giocatore che fu mentre Eriksen assomiglia sempre di più ad un Bergkamp 2.0.

Juventus

I nove volte (consecutive) campioni d’Italia sembrano davvero un cantiere aperto con l’apprendista capocantiere Pirlo che deve ancora fare conoscenza oltre che con il mestiere anche con buona parte della sua truppa. Per ora la Juventus è tutta riassunti nella coppia che scoppia Morata-Ronaldo che sembra davvero efficace e ben assortita, con la restante parte della squadra che è immersa in profondi dubbi di natura sia tecnica che tattica. Se sapevamo già dell’anno scorso che Chiellini da solo vale la tenuta della fase difensiva, la dipartita di Pjanić ha tolto un regista puto alla squadra. Un signor regista come Pirlo si trova così a giocare con un centrocampo dove abbondano gli ibridi (Betancour), i perennemente infortunati (Ramsey) e le mezze tacche (McKenny, l’impresentabile Bernardeschi). In più ci sta mettendo del suo anche Mastro Pirlo che, nonostante sia dipinto da giornali e TV come un Messia, ha spesso mostrato una certa confusione nell’utilizzo nei moduli e nelle scelte.

Lazio

La squadra di Inzaghino, al completo e senza le distrazioni della Champions, a mio parere avrebbe tutte le carte in tavola per lottare per lo scudetto come lo scorso anno perché dispone del centrocampo più forte e meglio assortito di tutto il torneo. In questo avvio di campionato però si è messo di mezzo il virus che ha letteralmente falcidiato una squadra che però si è confermata dal punto di vista caratteriale. Nelle ultime due partite per la Lazio sono arrivati ben quattro punti (addirittura tre contro il Torino, uno contro la Juventus) nei minuti dopo il novantesimo mentre nella massima competizione europea i capitolini si stanno facendo decisamente rispettare. Reina conferisce più sicurezza alla retrovia rispetto all’alterno Strakosha, davanti Caicedo ha saputo fare il sostituto l’Immobile segnando gol pesantissimi.

Milan

A Milano, sponda rossonera, stanno probabilmente sperando che le misure restrittive continuino fino alla fine della stagione perché dopo il lockdown di marzo il Diavolo con Pioli sulla plancia di comando ha veramente messo il turbo! Certo, l’attuale Milan può essere riassunto principalmente in un nome e in un giocatore che nel nostro campionato è un autentico marziano (Zlatan Ibrahimović), per il lavoro di Padre Pioli è stato davvero importante: ha impostato la sua squadra su canovacci semplici ed essenziali, facendo ricorso tante volte ai classici traversoni dalla fascia. In uno spartito in cui ognuno è al suo posto giocatori come Calabria sono cresciuti molto, altri come Kessie e Çalhanoğlu hanno trovato un finalmente un senso e una definitiva collocazione in campo. Molto probabilmente i rossoneri caleranno alla distanza a causa dei doppi impegni ravvicinati, però 25 risultati utili di fila non arrivano per caso e l’allenatore ha un merito indiscutibile…

Napoli

Senza l’assurdo pastrocchio del proprio presidente la squadra di Gattuso, che fino ad ora ha toppato solamente una partita (il Sassuolo), sarebbe probabilmente in testa al campionato. Il Napoli è una squadra che per ora non conosce per ora le mezze misure (ancora nessun pareggio incamerato) però in difesa sono una delle poche compagini che paiono davvero solide, l’intesa tra i due possenti obici Koulibaly e Manolas infatti  sta migliorando anche perché Gattuso abbassa spesso la linea difensiva, mentre in attacco il calabrese ha davvero tante soluzioni sia al centro che sulle fasce tra i vari Osimhen, Petagna (che il gol lo trovano spesso) e giocatori completamente rivitalizzati come il messicano Lozano.

Parma

Il Parma è una delle poche compagini del campionato ad aver cambiato allenatore, con così poco tempo a disposizione era davvero difficile per il neotecnico Liverani apportare cambiamenti dalla precedente gestione D’Aversa, specie in una situazione così particolare e delicata. Dopo sette giornate l tecnico ex Lecce ha già cambiato più volte modulo (4-4-2 a rombo, 3-5-2) e per ora sembra essere orientato soprattutto a non prenderle giocando come il Parma delle passate stagioni, piccoli cambiamenti ma graduali, sembra essere questa la ricetta anche se l’impressione è che si navighi a vista.

Roma

Sembra un po’ la solita eterna incompiuta la Roma di Fonseca, squadra cui sembra davvero mancare il classico soldo per fare moneta e che comunque in questo inizio di campionato, senza la stupidaggine di Verona (sconfitta a tavolino) sarebbe da sola al secondo posto della classifica. Il moro portoghese sta continuando a fluttuare quasi incessantemente tra difesa a tre e a quattro, le certezze sono per ora Spinazzola protagonista di un grande inizio di stagione sulla fascia sinistra e Pedro che si sta confermando come valida alternativa in attacco, trovo abbastanza assurdo il ballottaggio tra Pau Lopez e “nonno” Mirante (il nuovo Ballotta) in porta, segno che il tecnico non ha molta fiducia nei suoi guardiani.

Sampdoria

La società dell’esuberante Ferrero sembra muoversi nella direzione dei “piccoli passi”, la conferma di un tecnico esperto e scafato, ma non sicuramente da fuochi d’artificio, come Ranieri va in questa direzione. C’è molto dell’esperienza del miracoliere di Leicester in questo tutto sommato buon discreto della Sampdoria: poche idee ma semplici e ben applicate con l’eterno Quagliarella a graffiare sempre davanti, l’esterno sinistro Augello è stato sicuramente una lieta sorpresa in questi mesi.

Sassuolo

La squadra di De Zerbi gioca ormai a memoria e non può più essere considerata una “sorpresa”, Locatelli si sta definitivamente consacrando in mediana come uno dei migliori centrocampisti di casa nostra mentre l’attacco può contare su tantissime soluzioni e non dipende dal solo, prolificissimo, Ciccio Caputo, la ciliegina sulla torta neroverde. Nelle ultime due uscite gli emiliani non hanno subito gol e stanno anche mostrando progressi nella fase difensiva, il cruccio delle passate stagioni. In un campionato così anomalo, contraddistinto da un’altissima media gol, il Sassuolo potrà ambire sicuramente ai piani alti perché dispongono di uno dei migliori attacchi.

Spezia

All’inizio del torneo, stante la situazione societaria poco chiara ed il mercato abbastanza caotico e raffazzonato, ero sicuro che tra le neopromosse lo Spezia fosse quella messo peggio. Invece la matricola di Italiano (tecnico sottostimato) ha mostrato un’organizzazione di gioco interessante con ottimi sfondamenti sugli esterni che permettono al terminale di turno (Galabinov, Nzola) di sgollare. Si è messo in luce anche il giovane cursore Pobega, in due gol nelle ultime due uscite, giocatore che ben aveva impressionato anche l’anno scorso in Serie B. L’unico neo della neopromossa è la difesa che non sembra all’altezza della categoria, ma gli spezzini sono in buona compagnia!

Torino

Sembra davvero un 2020 da incubo per il Torino che anche con la nuova gestione Giampaolo sembra davvero fare una fatica tremenda a trovare punti e positività. Certo, la presenza di un personaggio ombroso e di poco carisma come Le Maître Jean Paul, aiuta molto l’autostima però va detto che partite come quelle contro Sassuolo e Lazio (almeno cinque punti persi su sei) non le perdi perché dopo dieci stagioni sei passato dalla difesa a tre a quella a quattro ma semplicemente perché questo Toro è composto da troppi giocatori senza attributi che si squagliano alla prima difficoltà in un ambiente dove i mugugni ed i musi lunghi sono sempre troppi. Senza quelle due follie comunque oggi il Torino avrebbe dieci punti in classifica, si parlerebbe di un altro campionato e il povero Maestro Giampaolo sarebbe meno sfottuto…

Udinese

Quest’anno i Pozzo hanno imbastito una squadra che dalla cintola all’insù ha più soluzioni e qualità rispetto a quella degli anni scorsi, tra i vari De Paul, Deulofeu, Pussetto, Pereyra. Il problema è che Gotti, dopo le ottime cose fatte vedere l’anno scorso sembra essersi incartato non riuscendo ancora a trovare delle certezze al suo undici. I friulani sono il peggior attacco della Serie A e se non si sveglieranno sotto porta potrebbero essere dolori.

Verona

Jurić ed il suo impianto di gioco sono la solita certezza, rispetto allo scorso anno la squadra sembra essere più fisica e meno tecnica, anche si dispone di un vero centravanti come Kalinić, bravo anche a far inserire chi gli gioca dietro. Gli ottimi pareggi ricavati a Torino e a Milano sono il segnale che la squadra scaligera sa pressare ma sa anche difendersi con i denti, il centrale difensivo ex Padova Lovato potrebbe ripercorrere le orme di Kumbulla della scorsa stagione: per un difensore giocare in un collettivo oliato e rodato è sempre un fattore favorevole. A mio avviso però i giocatori più forti della squadra sono il portiere Silvestri e la mezzala Zaccagni.