Pietro Anastasi
Pietro Anastasi con la maglia della Juventus.

Addio Anastasi!

In settimana è scomparso a 71 anni Pietro Anastasi, indimenticato centravanti della Juventus e della Nazionale grande protagonista nell’Europeo della rinascita, quello del 1968. Anastasi, allora ventenne, siglò una doppietta nella ripetizione della finale contro la Jugoslavia. Quell’incontro fu una sorta di apogeo per l’attaccante siciliano, che nei tanti anni alla Juventus (ben sette) divenne il simbolo delle speranze di tanti meridionali che cercavano lavoro al Sud.

Centravanti classico del calcio Anni Sessanta, molto mobile e dotato di una buona tecnica individuale, Pietruzzu era uno specialista nei gol acrobatici: non era una macchina da gol ma le sue reti non erano mai banali, in Nazionale formava una coppia ben affiatata con una seconda punta più fisica come Riva.

L’avvento in Italia del calcio fisico in seguito alla rivoluzione del Calcio Totale hanno un po’ penalizzato la carriera di Anastasi che a ventotto anni fu sbolognato dalla Juventus all’Inter in cambio del trentatreenne Boninsegna, centravanti più tosto e muscolare che meglio si adattava al nuovo corso bianconero targato Trapattoni.

La storia ha dato ragione a Boniperti: la Juventus ha vinto due campionati e una Coppa UEFA garzie ai gol di Bonimba, Anastasi invece ha conosciuto un precoce declino che lo ha portato ad appendere le scarpe al chiodo a soli trentaquattro anni dopo annate poco fortunate con le maglie di Inter, Ascoli e Lugano. Tipica parabola di quei giocatori che, esplosi giovanissimi nel calcio che conta, poi conoscono un precoce declino.

È stato abbastanza squallido che le nostre squadre non abbiano tributato un omaggio a questo giocatore, del resto la nostra è una nazione (non solo calcistica) senza memoria e che non sa trarre utili lezioni dal passato.

Il Punto alla ventesima giornata

Al giro di boa il nostro massimo campionato si presenta suddiviso in quattro tronconi:

  • Le prime tre squadre (Juventus, Inter e Lazio) che sembrano avere un qualcosa in più rispetto al resto delle compagini in merito di talento e costanza di rendimento.
  • L’Atalanta e la Roma, squadre dotate di talento  e organico ma più discontinue delle compagini sopracitate.
  • Un vasto marasma di squadre (ben dieci, dal Cagliari al Sassuolo) ferme a centro classifica che non possiedono né la continuità di prestazioni né la cifra tecnica per stare tre la prime cinque ma che sono dotate comunque di un organico ed un impianto di gioco che le permettono di non avere grossi patemi.
  • Il quintetto di coda (Sampdoria, Lecce, Brescia, Genoa e Spal) cioè le squadre più problematiche e in difficoltà che si giocheranno la salvezza fino all’ultima giornata, difficile che una di queste squadre possa ambire al vagone di centro classifica.

Sono abbastanza convinto che questa quadripartizione del torneo durerà fino al termine senza grosse variazioni.

Atalanta

Dopo la grandissima partita che la Banda Gasp ha giocato a San Siro al cospetto dell’Inter, dove solo un miracoloso Handanovič ha evitato alla sua squadra una sconfitta meritata, l’Atalanta si è incredibilmente sciolta come neve al sole contro la Spal, sua storica bestia nera. Probabilmente nella magra prestazione dei bergamaschi, che si sono dimostrati incapaci di gestire il vantaggio, c’entra molto l’impegno infrasettimanale (anch’esso non andato a buon fine) contro la Fiorentina in Coppa Italia. Non credo personalmente che i bergamaschi abbiano la continuità per entrare il quarto posto.

Bologna

La squadra sembra sempre lì e lì per spiccare il volo, perché l’organizzazione di gioco c’è e il gruppo è sempre sul pezzo ma manca come al solito una punta di livello. Sia a Torino che in casa contro il Verona il Bologna ha prodotto molto ma ha cavato solo un gol ed un punto. E mi sa che il povero Mihajlović a gennaio non sarà accontentato.

Brescia

Preoccupa decisamente la tenuta difensiva del Brescia di Corini che ha incassato sette gol in due gare, per giunta contro due avversari non trascendentali come Sampdoria e Cagliari. Resta quindi da sperare nelle lune degli attaccanti e quella di Super Mario Balotelli non sembra essere delle migliori, per fortuna che Torregrossa si è messo a sgollare.  

Cagliari

Il Cagliari non vince ormai da tempi biblici e sembra abbastanza sulle gambe e privo di quella garra (o cazzimia o come dir si vuole) che l’ha contraddistinto nelle prime quindici giornate, davanti l’attacco sembra troppo João Pedro dipendente, giocatore che sta vivendo la stagione della vita.

Fiorentina

La differenza tra Montella e Iachini è una sola, il primo non riesce a far segnare i suoi attaccanti manco per sbaglio, il secondo almeno nella sua carriera è riuscito sempre a valorizzare i suoi giocatori di punta pur predicando sempre l’anticalcio più spinto. Un giocatore con le caratteristiche di Cutrone mancava a questa Fiorentina, del tutto priva di un nove, e infatti sono arrivate due vittorie consecutive…

Genoa

Nonostante i rinforzi di mercato siano arrivati, come da consuetudine sotto la turbolenta gestione Preziosi, il Genoa continua a palesare gli stessi identici limiti di inizio stagione. La cura Nicola ha prodotto il classico sussulto di inizio gestione, ma per il resto il piatto piange e sembra davvero difficile risalire la china.

Inter

Si sa che gennaio non è mai stato un mese troppo amato dalle squadre di Conte, a Lecce però è giunto un pareggio nel momento più sbagliato che rischia di deprimere un ambiente da sembra umorale e mutevole. Il problema è sempre il solito: contro avversarie che si trincerano in difesa serve il colpo risolutivo del fuoriclasse, secondo Conte spolmona sempre i suoi giocatori che spesso, se non supportati dalla giusta condizione, arrivano davanti alla porta con le idee annebbiate. Sono dubbioso sul ruolo che avrà Eriksen, giocatore che mi è sempre parso un po’ incompiuto in questa Inter: Andonio che ruolo gli ritaglierà nel suo sempiterno 3-5-2: mezzala, regista, trequartista?

Juventus

L’esatto opposto dell’Inter in tutto e per tutto, questa Juventus magari non è sempre sul pezzo per novanta minuti, però davanti il magico trio Cristiano Ronaldo-Dybala-Higuain le castagne dal fuoco te le tirano fuori sempre in un modo o nell’altro. Molto bravo Sarri a dosare e gestire il suo trio di punta e i risultati si vedono, l’unico neo è l’infortunio di Demiral: il turcomanno mi aveva molto impressionato nelle uscite in cui aveva giocato al contrario dell’olandesino.

Lazio

Undici vittorie consecutive e primato di Eriksson che viene così archiviato, Immobile con questa media gol rischia davvero di superare le trenta reti stagionali,, cifre da capogiro veramente per un attaccante che al di fuori del nostro campionato ha sempre fatto fatica a segnare. Va detto che contro la Sampdoria l’oscena difesa cerchiata ha favorito in tutti i modi il compito della Lazio spalancando praterie davanti al proprio portiere. Occhio che il derby della prossima giornata potrebbe essere decisivo nel proseguo della stagione bianco celeste.

Lecce

Il pari contro l’Inter del salentino Conte sembra essere un buon viatico per il futuro: dopo quattro ko consecutivi Liverani ha deciso di lasciare in soffitta i buoni propositi belgiochisti e ha sfoderato un 3-5-2 che ha mandato l’Inter a cozzare uomo contro uomo contro i giallorossi, mossa che si è rivelata giusta perché giocando sull’avversario la più quotata squadra nerazzurra, che in quanto a duttilità tattica ha qualche limite, non è riuscita a trovare le contromisure giuste. Per centrare la salvezza a volte bisogna giocare “sporco”.

Milan

Grazie a San Ibra (e non solo) è arrivato quel filotto di due successi consecutivi che potrebbe cambiare la stagione del Milan dopo un’andata che è proseguita troppo a strappi. La presenza di Zlatan in area porta sempre via almeno due giocatori e così anche carneadi come Leão e Rebić si sono messi a sgollare. Intanto la stampa sportiva italiana, nota per il suo provincialismo, ha già affermato che Theo Hernandez è il più forte laterale d’Europa: si vede che per questa gente i vari Alexander-Arnold, Robertson, Marcelo, Kimmich giocano a curling!  

Napoli

Stagione da archiviare al più presto, all’ombra del Vesuvio tira un’aria decisamente da Basso Impero con troppi giocatori che semplicemente non vedono l’ora di finire il contratto che li lega alla società di De Laurentiis per poi accasarsi in altri lidi. In tutta questa situazione il povero Gattuso è stato una semplice vittima: ha provato ad arruffianarsi i senatori ritornando ai canoni di Sarri salvo poi accorgersi che giocando in questo modo i difensori non hanno nessuna protezione. Che fare ora?

Parma

Dopo le cinque sberle di Bergamo la squadra si è ripresa con un successo sul Lecce mentre a Torino i crociati hanno perso con onore contro la grande Juventus, D’Aversa sta inoltre effettuando delle rettifiche sia al suo gioco (meno contropiedista) che al suo tridente di punta con il nuovo innesto Kurtić che a Torino è stato schierato come finto esterno, in realtà come quarto mediano in marcatura sul regista basso avversario.

Roma

Non doveva fallire la Roma a Genoa, intermezzo comodo di un duo importante di partite per la squadra giallorossa (Juventus, derby) e così è stato. Spinazzola era sul piede di partenza e a Marassi è stato uno dei migliori in campo mentre Pellegrini si conferma sontuoso rifinitore, le continue emergenze però continuano a non dare una fisionomia chiara a questa squadra, l’Atalanta però la vedo ancora più discontinua in ottica quarto posto.

Sampdoria

La cinquina inflitta al Brescia ha illuso un po’ tutti, del resto Ranieri alla vigilia della partita contro la Lazio era stato categorico “vietato rilassarsi!” e infatti la sua oscena difesa all’Olimpico si è scatenata (Chabot e Colley ma chi sono?) in una sequela di errori da museo degli orrori.  

Sassuolo

Sembrava su una brutta china la squadra di De Zerbi ma finché che i vari Boga, Berardi, Caputo girano la squadra non avrà mai grossi patemi, resta però l’impressione che con questo organico si potrebbe avere un minimo di continuità in più.  

Spal

Nel momento in cui non ti aspetti la Spal timbra una preziosissima vittoria in rimonta (ancora in trasferta proprio come a Torino) sul campo dell’Atalanta. Già a Firenze si erano visti incoraggianti segnali di risveglio, segno che la squadra ferrarese sa esprimersi meglio in trasferta che in casa, ma a Bergamo Petagnone e soci sono passati all’incasso: adesso il quartultimo posto è a un tiro di schioppo!

Torino

Non sono bastati due successi consecutivi per far svoltare la stagione del Torino che a Sassuolo hanno buttato letteralmente alle ortiche un match dopo essere passati in vantaggio e sembrare essere in pieno controllo del match. Il cambio Verdi-Laxalt ha completamente abbassato il baricentro della squadra che dopo si è fatta rimontare.

Udinese

La sconfitta di Milano non può pregiudicare l’ottimo lavoro che sta svolgendo il silenzioso Luca Gotti che nel disinteresse generale ha dato una certa impronta alla sua Udinese. Okaka-Lasagna è una coppia offensiva che ben si integra mentre il rientro di De Paul in mediana conferisce qualità ad un reparto che ne abbisogna.

Verona

Il Verona ha tutte le carte in regola per arrivare tre le prime otto del campionato che, numeri alla mano, sarebbe il miglior risultato in A della società scaligera se si toglie il ciclo di Bagnoli. Nel frattempo Jurić si sta inventando un po’ di tutto per colmare le deficienze in avanti, addirittura Verre centravanti (rivelatosi decisivo contro il Genoa)!