SS Lazio

Il Punto alla ventiquattresima giornata

In queste ultime due giornate di campionato sono successi due fatti che possono scompaginare il nostro torneo, che non sarà da decenni il “più bello del mondo” ma che almeno sta regalando emozioni: la sconfitta della Juventus a Verona contro la grande sorpresa del campionato e la vittoria della Lazio in rimonta sull’Inter di Conte nello scontro diretto. La classifica ora recita così: Juventus 57 punti, Lazio 56, Inter 54 con l’Atalanta (quarta solitaria) che è a -9 dal trio di testa. In chiave Europa League ben sei sono le squadre al sesto posto (Milan, Verona, Parma) mentre in coda il Genoa sembra essersi risvegliato risucchiando i cugini della Sampdoria, anche Torino e Udinese comunque non possono dormire sonni troppo sereni.

Atalanta

La regina dei secondi tempi (71 i punti in rimonta sotto la gestione Gasperini!) blinda sempre di più la quarta piazza con un doppio importante uno a.. due colto su un campo caldo e difficile come Firenze e nello scontro diretto contro la Roma. A mio avviso è riduttivo riassumere l’Atalanta nel solito trio di punta perché anche seconde linee come Pasalić e Malinovskyj (subentrati dalla panchina, Gasp si sta dimostrando bravo anche nella lettura delle partite) si stanno ritagliando il loro spazio in questa squadra siglando gol pesanti e di pregevole fattura, come sostengo da molto tempo i gol non si contano ma si pesano.

Bologna

L’inatteso trionfo romano ha forse illuso una squadra con troppi limiti strutturali per poter puntare al sogno europeo (che sotto le due torri manca da più di vent’anni) perché contro il Genoa, nella partita che forse avrebbe potuto corroborare i sogni in grande del Bologna, la squadra si è letteralmente squagliata dopo l’espulsione di Schouten, segno che tolto il podismo, la foga e l’ottima organizzazione collettiva questa squadra è poca cosa.  

Brescia

La ricacciata del povero Corini (che si sta dimostrando una delle vittime preferita delle mattane di Cellino) a io avviso è la pietra tombale sopra a questa stagione per un Brescia che per risalire la china ha bisogno di certezze e non dei colpi di… testa del suo presidente e del suo (sulla carta) miglior giocatore in rosa. Il cocco di casa Cellino Diego Lopez non mi sembra la scelta giusta per tentare una salvezza che sembra sempre più difficile da raggiungere.

Cagliari

Nella scorsa puntata avevamo tirato fuori addirittura i nuraghi per indicare l’ultima, remotissima vittoria del Cagliari in questo campionato (quattordicesima giornata, quasi un’epoca fa). Maran a mio avviso non starà vedendo l’ora che quest’inverno finisca presto perché le prestazioni di questi ultimi due mesi sono state abbastanza sconcertanti: se si tolgono João Pedro e Nainggolan la squadra non ha uno straccio di schema e si affida a cross inutili dato che in area Pavoletti non ci sarà fino alla fine della stagione.

Fiorentina

Classico campionato senza infamia e senza lode per la Fiorentina che alterna ottime prestazioni come quella di questa settimana contro la Sampdoria a qualche piccolo passo a vuoto. Iachini comunque a mio avviso si sta confermando un valore aggiunto alla squadra, anche se a mio avviso è ancora indeciso se affiancare a Chiesa Cutrone (giocatore più da spazi chiusi) o Vlahović (giocatore più adatto alle trasferte e che tra l’altro dal punto di vista somatico assomiglia molto al figlio di Enrico).

Genoa

Zitto zitto Davide Nicola sta lavorando davvero egregiamente sulla panchina del Genoa, il mercato di gennaio lo ha sicuramente facilitato nel suo compito (Perin, Masiello, Behrami, acquisti che per il Brescia o la Spal sono un miraggio) però i due clean sheet consecutivi contro Cagliari e Bologna e l’esplosione di Sanabria sono fatti che portano acqua al mulino dell’allenatore, l’importante ora in questa situazione è quello di non perdere contatto con la quartultima piazza.

Inter

Due volte nella polvere (dopo il primo tempo del derby, al fischio finale di Lazio-Inter) due volte sull’altar (al fischio finale del derby, dopo il primo tempo di Lazio-Inter), parafraso Manzoni per descrivere la schizofrenica settimana calcistica di Antonio-Napoleone Conte che in due partite ha fatto vedere pregi e difetti del suo essere allenatore. Un tecnico che è bravissimo ad inculcare concetti monotematici ai suoi giocatori ma che pecca di fantasia ed improvvisazione, poi non è colpa sua se la società non gli ha preso un vice-Handanović come si deve dato che Padelli sembra davvero non dare sicurezza al pacchetto arretrato, anche se sul secondo gold ella Lazio a mio avviso il portiere nerazzurro può fare poco perché il tiro di Milinković -Savić è improvviso oltre che scoccato con la punta. Il fatto che Eriksen provato prima da seconda punta (nel derby) poi da metodista (contro la Lazio) è la prova che con il danese Conte non sa ancora che pesci pigliare.

Juventus

Pur continuando a non entusiasmare e a giocare al piccolo trotto la Juventus è sempre e comunque la capolista del campionato. A Verona, se si eccettua per la perla di Cristiano Ronaldo, la sconfitta non è giunta per episodi, come spesso è successo in passato, ma al termine di un’autentica lezione di calcio che il “postino” Sarri ha faticato a mandare giù. Se a questa squadra mancano CR7 e PD10 la luce tende sempre ad essere poco vivida e fioca perché il centrocampo è davvero troppo monocorde mentre in difesa i gol incassati sono sempre troppi per una squadra che guida la classifica, per fortuna che adesso rientra Chiellini giocatore che con la sola sua presenza nella fase difensiva bianconera è imprescindibile.

Lazio

La fortunosa e discussa vittoria di Parma e la grande rimonta nello scontro diretto contro l’Inter sono la prova definitiva che questa Lazio è davvero attrezzata per la grande impresa. A mio avviso in estate questa squadra è stata sottovalutata e parecchio: i biancocelesti è da anni che vantano uno dei centrocampi più forti del nostro campionato, adattando Milinković -Savić (un autentico crack per la nostra Serie A) e l’ex seconda punta Luis Alberto nel ruolo di interni Inzaghi ha ulteriormente alzato il tasso tecnico della sua squadra, poi davanti c’è un giocatore (Immobile) che in questa stagione segna anche bendato. Inzaghino si sta dimostrando, assieme a Gasperini, un po’ il Klopp italiano, la bestia nera di tutti i guardiolisti come Sarri. Chissà se questa stagione può segnare una definitivo spartiacque calcistico con il ritorno in auge di un calcio più verticale dopo un decennio di “dittatura” del possesso palla?

Lecce

Le tre vittorie di fila (di cui due al Via del Mare, autentico tabù nel giorne d’andata e una in trasferta el tempio del San Paolo) sono il segnale che il Lecce ha messo definitivamente il turbo nella lotta salvezza, in una squadra che non ha grossi attaccanti in rosa il bomber che non ti aspetti è il trentaduenne Mancosu che con i suoi otto centri (cinque su rigore) è il centrocampista più prolifico dei principali cinque campionati europei. La salvezza di una squadra  spesso passa anche da questi fattori, che all’apparenza sono di puro contorno.

Milan

Dopo l’altalenante derby il Milan è riuscito comunque ad agganciare il sesto posto (seppur in abbondante compagnia) battendo con il minimo scarto il Torino. Dalla stracittadina il camaleontico Pioli ha abbandonato il 4-4-2 in favore del 4-5-1 con un trequartista (Çalhanoğlu/Paquetà) alle spalle di Ibra e il sorprendente goleador Rebić pronto a fiondarsi in diagonale da sinistra, mossa che sta dando esiti interessanti per la fase offensiva. La squadra rossonera sembra però sempre essere dipendente dalla condizione fisica: se Romagnoli e soci non premono sull’acceleratore a tavoletta i limiti strutturali, soprattutto in difesa ed in mezzo al campo, si notano in modo preoccupante. usando una metafora questa squadra sembra il criceto che corre come un forsennato nella ruota restando però sempre fermo!

Napoli

L’inaspettata sconfitta contro il Lecce ha un po’ rovinato l’inizio 2020 del Napoli che appare comunque in crescita sotto la nuova gestione Gattuso, segno che i problemi di spogliatoio sotto la gestione precedente c’erano eccome (infatti Mertens si è rimesso a segnare!). Una piccola curiosità: gli azzurri sono la squadra che fa più possesso palla di tutto il campionato ma allo stesso tempo è anche quella che crossa di più, questo è un segnale che la mano di Ringhio è evidente, del resto il suo Milan dello scorso anno si contraddistingueva soprattutto per i passaggini ed i traversoni.

Parma

Il Parma non meritava di perdere contro la Lazio così non meritava di vincere contro il Sassuolo, ma invece che due punti ne ha ottenuti tre trovandosi così a soli quattro lunghezze dal quinto posto. Il rientro di Gervinho potrebbe essere l’arma in più di questa squadra, soprattutto nella fase primaverile dove i campi asciutti potrebbero favorire le sgroppate dell’ivoriano.

Roma

Inizio di anno nuovo terribile per la Roma: cinque sconfitte in sette gare se non sono un crollo verticale poco ci manca. La squadra, perennemente falcidiata dagli infortuni (preparazione estiva completamente cannata), manca di profondità in panchina inoltre il gioco di Fonseca è già stato capito da quasi tutte le squadre del nostro campionato. Inoltre, fatto che in pochi hanno rimarcato, le partenze di personaggi come Totti, De Rossi e Florenzi hanno privato di quell’anima romana e romanista che negli ultimi vent’anni è stata una delle chiave delle ottime annate della squadra della capitale.

Sampdoria

La vittoria di Torino ha illuso un po’ tutti perché contro la Fiorentina la squadra cerchiata è ripiombata nella solita sequela di errori difensivi da museo degli orrori (errori prettamente individuali più che collettivi): Ranieri incominci a stare molto attento perché dietro la sua squadra i cugini genoani si sono messi a correre e non si può continuare a subire certi gol.

Sassuolo

Va avanti sempre a sprazzi il Sassuolo di De Zerbi che tiene spesso il boccione tra i piedi, mostra belle trame da gioco e segna anche bellissimi gol, però quando incontra squadre arcigne e che badano a difendersi come il Parma il rischio di fare cilecca è sempre alto.

Spal

L’esonero di Semplici e l’arrivo sulla panchina spallina di Di Biagio (tecnico che reputo non all’altezza e che con l’Under 21 ha fatto scempi) equivale di fatto ad un’alzata di bandiera bianca in casa Spal. Il presidente Mattioli in settimana l’ha detto chiaro: ha esonerato Semplici perché faceva “possesso palla” e perché non vuole passare per il “coglionazzo” (testuali parole) che ha sbagliato di costruire la squadra, più chiaro di così si muore!

Torino

Quattro sconfitte di fila e squadra che sembra davvero precipitata in un tunnel senza fine. Ciò che colpisce in negativo di questo Torino è l’arrendevolezza, il numero impressionante di palloni sbagliati in uscita (un errore del genere è stato fatale a San Siro) e l’assenza di idee sul fronte d’attacco. Dopo Mazzarri serviva un tecnico di polso e tempra per scuotere una squadra che non è ancora completamente al sicuro, il novellino Longo poteva andare bene per rifondare la squadra in estate, adesso in questa situazione rischia di bruciarsi.

Udinese

Dopo tre preoccupanti ko consecutivi sono arrivati due pareggini in casa Udinese, la squadra sembra nel complesso migliorata sotto la gestione Gotti (allenatore dall’impatto mediatico pari a zero ma molto capace sul piano tattico), anzi mi sento di dire che dal dopo Guidolin questa è una delle edizioni dell’Udinese che gioca un miglior calcio, però manca qualcosina in attacco per essere tranquilli.

Verona

Credevo che la storica vittoria contro la Juventus avrebbe potuto rilassare la squadra, invece anche a Udine il Verona è sembrato bello sul pezzo, del resto nel 2020 la squadra del “metallaro” Jurić non ha ancora perso e vanta pure la miglior difesa dell’anno solare, quindi non c’è assolutamente della casualità nell’exploit dei gialloblu. Davanti alla sorpresa della stagione il croato fa il modesto: “Ho semplicemente dato intensità, tutto il resto è venuto da sé”. Dichiarazione sulla quale non sono molto in sintonia a mio avviso perché il cuore e l’intensità si possono “ammirare” anche sui campetti di periferia, la differenza la fanno (oltre alla qualità dei giocatori, in primo luogo) anche le idee di chi li mette in campo.