Questo strano ed anomalo 2020 può essere riassunto in due figure: il “fortunato” Gastone Pioli, imbattuto per tutta l’annata e che guarda tutti dall’alto verso il basso della classifica, e lo “sfigato” Paperino Giampaolo che chiude la classifica con il suo Torino. I due personaggi, cui la sorte sta giocando destini opposti, in realtà hanno un comune denominatore, o meglio una squadra in comune e cioè il Milan. Quando i rossoneri avevano esonerato l’attuale allenatore dei granata erano tredicesimi in classifica con quattro sconfitte e tre vittorie in sette giornate, oggi con il sostituto Pioli sono primi in classifica senza aver perso nemmeno una partita (caso unico in Europa) in tutto questo sciagurato 2020! Il caso Giampaolo-Pioli-Milan ricorda un po’ quelle storie da fotoromanzo in cui la piaciona amante prima si concede al classico sfigatello di turno per poi piantarlo in asso e concedersi ad un altro amatore più fortunato. Si sa che in amore non conta arrivare per primi bensì per ultimi: la storia calcistica del Pioli allenatore ricorda un po’ questa ardita metafora…
Abbiamo detto del Milan capolista con pieno merito. Per ora l’unica seria accreditata a contendere ai rossoneri il primato sono proprio i cugini dell’Inter che nonostante qualche balbettio e un’ignominiosa eliminazione dalla Champions sono lì ad un punto. Dopodiché si è già formato un piccolo fossato di sei punti con l’eterna incompiuta Roma seguita da Sassuolo, l’altra incompiuta Napoli ed infine la grande delusione Juventus che è sesta in graduatoria ma con un match da recuperare per la nota telenovela napoletana. Classifica molto corta e compatta in coda manca la classica squadra materasso con Torino, Crotone, Genoa, Spezia e Parma che sembrano avere grossi problemi tecnici.
Atalanta
La telenovela Gomez-Gasperini ha come un po’ rotto l’incantesimo che gira attorno alla squadra bergamasca, nonostante ciò in Champions League l’Atalanta ha confermato di essere squadra di rango superiore per valori al glorioso Ajax (giustamente eliminato) scrivendo così un’altra pagina di gloria nella sua storia. In campionato invece le cose vanno così e così: la squadra va troppo a sprazzi e confezione prestazioni da urlo come quella della scorsa settimana contro la Roma ad altre pause preoccupanti. Pessina non vale Gomez come sostituto, con i russi che si stanno rivelando molto altalenanti, per il resto Gasperini vive sempre sulle lune del ritrovato Josipone e sembra sempre troppo confidare sui suoi prodi.
Bologna
I rossoblù stanno disputando il classico campionato né carne né pesca tipico della loro recente storia, la cosa positiva è che Mihajlović sembra aver ripreso in mano il gruppo dopo qualche prestazione sotto tono dei primi mesi: il Bologna è infatti vivo e tonico dal punto di vista fisico pur avendo poche qualità. Il serbo ci ha messo comunque del suo: ha reinventato il mastino Medel centrale difensivo e davanti sta lanciando l’italo-brasiliano Vignato, il buon Sinisa si conferma tecnico non banale che sa fare scelte forti e anche ardite che molti suoi colleghi non farebbero.
Benevento
In questi ultimi due mesi Super Pippo ha compiuto un lavoro egregio avendo trasformato una squadra da ultimi tre posti, con un autentico colabrodo in difesa, in una compagine che sembra addirittura poter finire nella parte sinistra della classifica. Il pragmatico ex rapace delle aree di rigore ha messo mano alla cerniera difensiva giocando spesso di fatto con tre centrali puri (il trio Glik, Tuia, Barba), valorizzando la spinta del terzino destro Letizia. In attacco i vari piccoletti continuano a girare bene e ad essere pungenti pur mancando un vero finalizzatore.
Cagliari
Per la squadra sarda vale un po’ il solito discorso che si fa per il Bologna, classico campionato anonimo da centroclassifica con l’impressione che si possa fare sempre un pochino meglio rispetto al materiale a disposizione, l’andamento del Cagliari sembra un po’ ricalcare quello dello scorso anno con un novembre-dicembre concluso senza alcuna vittoria portata in dote. Di Francesco sembra abbastanza confuso: ha già cambiato tre moduli e non sembra aver dato una chiara impronta alla squadra, si sta almeno consacrando Cragno a mio avviso uno dei migliori tre portieri del campionato.
Crotone
Dopo una partenza disastrosa la squadra calabrese sta acquisendo fiducia dimostrando di poter fare la voce grossa contro le dirette contendenti per la salvezza (Spezia e Crotone) e non è poco per una squadra che deve mantenere la categoria. Il Crotone, tra le squadre neopromosse, resta quella che ha l’impianto di gioco più consolidato anche se i gol incassati in difesa (nonostante l’ex centrocampista Marrone faccia da sorta di libero camuffato nella retroguardia a tre) sono sempre molti.
Fiorentina
Il recentissimo sussulto di Torino contro i sempre odiati “gobbi” della Juventus ha sicuramente dato una bella sferzata ad un ambiente che sembrava vicino alla depressione più totale. Il ruolino di marcia di Don Cesare Prandelli è però ancora peggiore del predecessore, segno che il predecessore aveva sì delle colpe ma fino ad un certo punto. Il fatto che il “belgiochista” Prandelli stia cambiando disposizioni come una girandola puntando sul classico “primo non prenderle” è sinonimo di confusione e incertezza in casa viola nonché di ipocrisia per un personaggio che ha sempre predicato bene e razzolato male.
Genoa
I sequel sotto la Lanterna di Ballardini IV la Vendetta rischiano di diventare più numerosi di quelli di Fantozzi, famoso cittadino genovese (anche se Villaggio era tifoso doriano)! Questa volta però il pupillo di Sacchi (e Pistocchi…) sembra avere avere un compito davvero arduo nelle proprie mani, dovrà a tutti i costi confidare sulle buone giornate dei vari Pandev per colmare alle lacune offensive, anche se nelle ultime partite Destro sembra essere uscito dal letargo in cui si era cacciato da tempo.
Inter
Personalmente ho criticato (e molto) Conte per come sta gestendo l’Inter e per l’ignominiosa eliminazione dalla Champions League, a mio modo di vedere molto più grave di quella contro il Malmö nel 1989 o l’Helsingborg nel 2000. Lì furono un paio di partite storte, per di più ad inizio stagione, in questo caso una sfilza di partite giocate in modo indegno per un club come l’Inter. Però in campionato la squadra, pur non esprimendo un gran calcio con il sempiterno schema contiano “palla a Lukaku e pensaci tu!”, dà veramente l’impressione di essere una corazzata che può bucare i propri avversari in ogni momento. Con la profondità di rosa dei nerazzurri, i ricambi in ogni reparto, il fatto che possono concentrarsi tutto sul campionato sono indizi pesanti che vedono la squadra di Suning favorita per il successo finale. Due sono però le cose che non mi convincono ancora: il fatto che per la prima volta il Conte Parrucchino debba vincere a tutti i costi e non da under dog, il portiere, Handanovič è al digestivo e non dà più sicurezza al pacchetto arretrato.
Juventus
Con Allegri in panchina ma anche con il tanto vituperato (dai tifosi bianconeri) Sarri sono sicuro che la squadra bianconera sarebbe tranquillamente nella posizione del Milan, invece in panchina c’è il Maestrino Pirlo e i bianconeri sono addirittura sesti! Il barbuto ex campionissimo della regia si sta confermando un dilettante allo sbaraglio, soprattutto nella lettura della partita e nell’approccio alla gara. Alla fine, tutti hanno scritto peana sulla partita di Barcellona (contro la peggior versione del Barça degli ultimi vent’anni!) ma in quel caso la Juventus, al contrario dalle idee che sulla carta professa Pirlo, ha giocato prevalentemente sulla difensiva punendo gli avversari con cinismo attraverso gli episodi. Tutte cose che in campionato, quando per il 90% dei casi una squadra come la Juve è costretta ad attaccare e a fare la partita, capitano di rado e se in panchina hai un novellino che non ha idea di come la squadra debba sfruttare gli spazi o fare cambi tutto si complica inevitabilmente. La colpa a mio avviso non è di Pirlo ma da chi lo ha messo (cioè Nedved e Paratici).
Lazio
I doppi impegni serrati tra campionato e Champions hanno mostrato un po’ la classica coperta corta che già si era intravista nel post lockdown la scorsa stagione. La Lazio infatti dal punto di vista della preparazione fisica fa fatica a giocare ogni due giorni e in questo caso la colpa la do ad Inzaghino e al suo staff, inoltre dietro non possono giocare un portiere ormai finito come Reina (che comunque è sempre meglio di “saponetta” Strakosha) e due autentiche pippe come Patric e Radu, anche lui giocatore finito (sempre se è mai incominciato!). Peccato davvero perché dalla cintola all’ingiù la squadra è da primissimi posti ed infatti Europa, dove gli spazi abbondano in misura ancora maggiore, i capitolini si stanno comportando alla grande.
Milan
E’ stato un anno magico, incredibile, indimenticabile per il Milan che da nobile decaduta del panorama calcistico europeo si è trasformata nell’unica squadra che non ha ancora perso nei dodici mesi del 2020. Abbiamo già lodato abbondantemente il principale artefice dei successi rossoneri, l’apparentemente bonario e pretesco Padre Pioli, ai tanti meriti del mister aggiungo la preparazione fisica: nonostante gli impegni ravvicinati la squadra sembra essere sempre brillante e sul pezzo, pericolosa sia quando verticalizza in velocità che quando sfrutta i calci piazzati. Questo Milan ricorda molto quello della stagione 1998/99 allenato da Zaccheroni: una squadra che partiva a inizio stagione reduce da due tornei a metà classifica e che ha saputo vincere tante partite “da provinciale” sfoderando gli artigli con quel pizzico di sano culo che ogni tanto non gusta mai e che spesso, nelle stagioni fortunate, si ripete con costanza, del resto la fortuna aiuta gli audaci ed è giusto che così sia! L’unica differenza è che in quel Milan c’erano alcuni fuoriclasse che spostavano gli equilibri e che in questo attuale Milan non vedo: insomma da una parte c’erano Maldini, Boban, Costacurta, Weah, Leonardo, Bierhoff, Albertini dall’altra solo Ibrahimović e Theo Hernandez (giocatore he a livello europeo è comunque tutto da scoprire). Già arrivare secondi o in Champions con i vari Kjaer e Calabria sarebbe comunque un’impresa titanica…
Napoli
Le recenti vicissitudini di salute capitate a Ringhio Gattuso (a proposito, auguri!) hanno forse un po’ distratto una squadra che con le medio piccole sbaglia poco o nulla mentre dimostra più di qualche difficoltà quando deve incontrare avversari di pari rango. Va detto che ad esempio nelle due partite contro Milan e Inter, dove il Napoli è tornato a casa a mani vuote, la squadra azzurra ha dimostrato di avere un impianto di gioco migliore delle rispettive avversarie meneghine che però sono tornate a casa con il bottino pieno. Gattuso è un po’ a metà del guado: ha normalizzato l’impianto sarriano, però i suoi ogni tanto continuano a giocare con qualche ghirigoro di troppo calpestando troppa polvere in area di rigore.
Parma
E’ preoccupante l’involuzione che ha subito negli ultimi mesi il Parma, una squadra che sembra davvero aver perso grinta e mordente, doti fondamentali per chi deve mantenere la categoria e che erano la principale caratteristica delle passate gestioni targate D’Aversa. I ducali fanno fatica a segnare contro le compagini di pari valore mentre contro le big vere o presunte si assiste spesso ad un tiro a bersaglio verso la porta di Sepe.
Roma
Ormai è un classico delle recenti stagioni: ogni qual volta che la Roma sembra finalmente spiccare il volo, puntualmente giunge una batosta inattesa a gettare malumore e pessimismo nella piazza giallorossa. Il clamoroso 1-4 di Bergamo giunto nell’ultimo weekend (dopo che la squadra giallorossa era passata in vantaggio) è un po’ emblematico di quello che è l’andamento della Roma nelle ultime stagioni. Va detto che una squadra che ha ambizioni di vertice non può presentarsi con un pensionato in porta (Mirante), inoltre giocatori come Pedro dopo un ottimo inizio sono evidentemente stanchi. Fonseca prima o poi dovrà iniziare ad azzeccare qualche big match prima che sia troppo tardi.
Sampdoria
Campionato anonimo e abbastanza a far spenti per la Sampdoria di Ranieri, squadra che vince contro chi deve vincere e perde contro chi deve perdere senza fare grossi sussulti di sorta, Quagliarella è ancora giocatore fondamentale per la squadra ma dietro di lui non si vedono sostituti all’altezza, la coppia centrale Colley-Tonelli è una delle più scarse della categoria.
Sassuolo
Oggi la piccola cittadina in provincia di Modena sarebbe in Champions League, posizione più che meritata per una delle squadre che ha il miglior impianto di gioco del campionato e che sa creare più pericoli agli avversari. Il Sassuolo si sta dimostrando squadra capace anche di soffrire in certe occasioni e di saper essere “resultadista” (vedi la partita contro il Benevento) anche se mi sembra avere qualche difficoltà quando non segna per primo incassano subito il gol in apertura: contro Milan e Inter è successo così ed infatti i nero verdi sono usciti dal campo a mani vuote.
Spezia
L’inesperienza degli aquilotti spezzini sta pian pianino emergendo, il pareggio contro il Bologna e la sconfitta nell’inedito derby contro il Genoa sono stati punti persi a dir poco sanguinosi. A mio avviso, in tempi normali, giocando nel catino del Picco con le gradinate gremite, lo Spezia avrebbe qualche chance in più per salvarsi.
Torino
La gloriosa società granata si sta confermando la barzelletta della Serie A, sia per quanto riguarda la gestione societaria (leggi alla voce Cairo) che tecnica (leggi alla voce Giampaolo). Quello del Torino 2020/21 è un caso che in molti esperti o pseudoesperti dovrebbero studiare anche dal punto di vista statistico. Ad esempio, se nel calcio ipoteticamente, valesse la vecchia regola del golden gol, cioè vince chi segna per primo, il Torino di Giampaolo avrebbe all’incirca gli stessi punti del Milan! Il problema è che questa regola nel calcio non esiste e che le partite durano novanta minuti: risultato otto punti in classifica ed ultimo posto in classifica, c’è qualquadra che non cosa! L’unica speranza è che l’annus horribilis stia per finire: con 26 punti in 34 gare i granata sono stati infatti la peggior squadra del 2020.
Udinese
I bianconeri friulani in questa stagione si stanno confermando un po’ schizofrenici: brillanti e fluidi lontano dalle mura amiche, in casa mostrano sempre qualche impaccio contro squadre che giocano chiuse e sulla difensiva. L’impressione è che nell’Udinese tutto dipenda da De Paul, vero faro della squadra, con i vari Pussetto, Forestieri, Lasagna che fanno fatica se non hanno spazi davanti.
Verona
In quest’annata il Verona è un po’ il contrario della Sampdoria di Ranieri: disputa grandissime prestazioni contro le grandi e si assopisce contro le medio piccole. Va rimarcata che la squadra non ha grossi valori e che avere venti punti è già tanto per un allenatore che deve far giocare i vari Dawidowicz, Tameze, Colley (e chi sono questi?) che gli mette in piatto la società che, invece di essere soddisfatta del lavoro che sta facendo Jurič, lo stia bacchettando e non è che Setti abbia messo a disposizione del suo allenatore chissà che innesti di valore, anzi. Gratitudine questa sconosciuta nel calcio!