È durata appena due giornate la fuga dell’Inter di Conte: i nerazzurri sono stati infatti raggiunti allo scadere a Firenze e ora sono appaiati in vetta con la solita Juventus che ha liquidato l’Udinese con molta comodità. Continua invece il momentaccio del Napoli a cui non è servito il cambio di panchina per evitare un’umiliante sconfitta casalinga contro il volitivo Parma, la seconda sorpresa della stagione. Torino e Milan, le due squadre che speravano di rientrare nel discorso Europa dopo i successi della scorsa settimana, sono ripiombati nell’anonimato con due pareggi: scialbo quello dei rossoneri contro il Sassuolo, pazzesco quello dei granata a Verona (all’80’ il risultato era sul 3-0 per il Torino). In coda i due successi di fila del Brescia ritargato Corini negli scontri diretti contro Spal e Lecce hanno rimescolato le carte: ora, oltre alle attardate Genoa e Spal a rischiare forte è anche l’Udinese.
Atalanta
Come il Newcastle 2002/03 di Alan Shearer e Sir Bobby Robson (due leggende del calcio infglese) l’Atalanta si è riuscita a qualificare tra le migliori sedici squadre d’Europa (verdetto che per me ci sta tutto) dopo aver perso le prime tre partite del girone, un altro (quasi) record per i ragazzi di Gasperini che in campionato hanno pagato gli sforzi in Ucraina perdendo a Bologna un match abbordabile. I soloni del calcio dicevano che la difesa a tre è controproducente in Europa quando i moduli sono fatti per essere interpretati e non per essere rigide sequenze di numeri da scrivere su un foglio. E i nerazzurri contro lo Shakhtar hanno segnato con i due esterni di fascia (Castagne e Gosens), segno che se hai dei precisi meccanismi di gioco, difendere a due, tre, a quattro, a cinque a tre e mezzo è solo un dettaglio.
Bologna
Due partite in casa, una sconfitta ed un pareggio per un Bologna altalenante ma che comunque è tranquillo a metà classifica. Contro l’Atalanta, squadra che gioca in modo molto similare ai rossoblu e che pur avendo più qualità inevitabilmente ha sofferto il pressing degli uomini di Mihajlović, è stato decisivo Palacio, giocatore che due tre partite all’anno le risolve sempre anche se fisicamente ormai non ce la fa più, a gennaio serve una punta vera, giocatore fondamentale nell’economia del gioco de tecnico serbo.
Brescia
Dopo le tre sconfitte, i zero gol fatti e i dieci subiti della “gestione” Grosso (le virgolette sono d’obbligo) a Brescia è tornato il buon Corini che in due match ha centrato il bottino pieno con quattro gol fatti e nessuno al passivo! Mi sembra davvero incredibile che un presidente come scafato come Cellino abbia commesso una stupidaggine del genere (che spero non gli costerà caro alla sua squadra a maggio) dato che prima dell’esonero dell’artefice della promozione la squadra aveva mostrato di raccogliere di meno di quanto meritasse e quando semini prima o poi passi all’incasso!
Cagliari
Avevamo parlato la scorsa volta della buona sorte che assiste il Cagliari, buona sorte che assiste sempre chi la fortuna e gli episodi favorevoli se la cercano sul campo lottando su ogni pallone e buttando il cuore oltre l’ostacolo (il Cagliari di quest’anno è forse la squadra con più “garra” di tutto il campionato). Contro la Lazio gli episodi che avevano sorriso a Maran nelle ultime giornate sono evaporati a dieci minuti dal termine quando i capitolini hanno piazzato un micidiale uno-due. Sconfitta immeritata quindi, anche se questa volta ai sardi è venuto il braccino troppo corto mentre un paio di contropiedi invitanti sono stati sciaguratamente sciupati.
Fiorentina
Un punticino d’oro contro l’Inter muove la classifica e puntella la panchina del miracolato Montella dopo quattro rovesci di fila che avrebbero causato l’esonero immediato al 90% dei tecnici di casa nostra. Perdenzo, che mi sta pure simpatico, è stato salvato da una prodezza all’ultimo istante di Vlahović, giocatore che potrebbe apportare nuova linfa ad un attacco che senza Ribery perde tantissimo fosforo.
Genoa
Dopo tante salvezze acciuffate per il rotto della cuffia quest’anno sembra andare tutto male al Grifone. A Lecce la squadra ha avuto un sussulto d’orgoglio che però ha partorito solo un pareggino mentre nel derby i ragazzi di Thiago Motta hanno spinto e giocato ma davanti i problemi sono troppo evidenti, se il vecchio amico Pandev non inventa qualche giocata delle sue la notte è fondissima.
Inter
Non è stata una settimana saltante per Antonio Conte, mercoledì la sconfitta contro le riserve del Barcellona e domenica sera un beffardo pareggio (secondo X consecutivo dopo il nulla a nulla contro la Roma) contro una Fiorentina in caduta libera. A mio avviso queste partite hanno mostrato i difetti del salentino che è un grandissimo tecnico sotto alcuni aspetti ma ancora con limiti evidenti. E’ dall’inizio dell’anno che giocano sempre gli stessi giocatori, la panchina non è lunga e nemmeno di troppa qualità, però in queste prime sedici giornate si poteva fare qualche rotazione in più, soprattutto in attacco dove Lukaku sembra davvero non farcela più dopo aver corso con la lingua a penzoloni per tre mesi. In attacco i movimenti delle punte ormai sono sempre quelli e gli avversari incominciano a conoscerli, infine in difesa un giocatore molto pompato come Škriniar sta mostrando qualche limite tecnico (vedi i gol contro Barcellona e Fiorentina dove non temporeggia nella dovuta maniera).
Juventus
Si sta risvegliando anche Ronaldo e con un Higuain e un Dybala così in forma è un delitto non schierare un tridente puro con la baby face che parte da destra, CR7 da sinistra e il Pipa al centro, per Sarri sarebbe un ritorno ai tempi felici napoletani. In difesa inoltre crescono le quotazioni dell’ottomano Demiral che con Bonucci forma una partnership molto più complementare ed assortita rispetto a quella con de Ligt, parso lento e spesso impacciato e non adatto ad aggredire l’avversario come invece pretende il sistema difensivo sarriano. Se il tridente manterrà il ruolino di marcia dell’andata, a mio avviso da gennaio in poi la Juve può fare il vuoto, se invece Sarri (come sembra convinto) si incaponirà con i vari trequartisti inutili come Bernardeschi, panchinando a turno i tre moschettieri ecco che il discorso campionato potrebbe essere più aperto, Conte e gli interisti lo sperano perché non esiste paragone tra la profondità di rosa della Juve e quella dell’Inter.
Lazio
Le vittorie pesantissime contro Juventus e Cagliari, entrambe giunte con una prepotente rimonta, il fatto che quest’anno la squadra di Inzaghino sia già stata eliminata precocemente dall’Europa League sono tutti segnali che fanno pensare ad un’annata che sarà molto felice per la Lazio in campionato. I biancocelesti si stanno dimostrando una squadra che è capace di sopperire alle scene mute dei singoli: a Cagliari ad esempio Milinković e Immobile, grandi protagonisti contro Juventus e Udinese, sono stati quasi imbarazzanti e chi te la va a firmare la rimonta? Caicedo e Luis Alberto! Un unico piccolo neo è che questa squadra, come l’Atalanta l’anno scorso parte spesso ad handicap regalando i primi tempi agli avversari.
Lecce
Nei due scontri diretti contro Genoa e Brescia bisognava portare a casa almeno quattro punti, invece i giallorossi salentini sono riusciti a stento a strappare un pareggio con una rimonta insperabile contro i liguri. Se il tabù del Via del Mare permane, ciò che preoccupa di più è la facilità con la quale il Lecce ha incassato tre pappine a Brescia che si aggiungono alle due pappine incassate in casa contro il Genoa.
Milan
La squadra ha compiuto notevoli miglioramenti rispetto all’era Giampaolo sia nel gioco che nei singolo dove alcuni elementi stanno migliorando sensibilmente la loro condizione fisica (Bonaventura, Conti e in parte anche Piątek, tutta gente rivitalizzata da Pioli che con Jean Paul sembravano zombie) però ciò che colpisce in negativo di questa squadra è l’incredibile quantità di occasioni create senza riuscire a trovare la via del gol, la sfortuna c’entra fino ad un certo punto perché un palo o una traversa, a livello statistico è sempre un tiro sbagliato. Salvo colpi di coda a gennaio vedo davvero difficile migliorare questo gruppo, consiglio a Padre Pio di mettere più fieno in casina possibile in questi mesi perché a primavera la squadra potrebbe scemare di condizione fisica.
Napoli
Mi è bastato vedere i primi istanti di Napoli-Genk per capire che il destino di Ancelotti era ormai già stato segnato: i vari Mertens ed Insigne, che negli ultimi mesi giocavano al piccolo trotto, contro i fiamminghi sono subito partiti in quarta pressando come indemoniati facendo fare al giovanissimo e debuttante portiere belga una figuraccia in mondovisione. Gattuso è stato preso per un solo motivo: fare contenti i vari senatori ancora vedovi di Sarri (Insigne, Mertens su tutti) e riproporre il tiki-taka che Ancelotti ha cercato di abolire in favore di un calcio più d’assalto. Contro il Parma si sono viste una teoria di passaggetti orizzontali: i napoletani si sono così asserragliati nella metà campo avversaria senza però trovare spazi adeguati per perforare la difesa avversaria, il Parma invece ha sfruttato la metà campo da… vendere che gli azzurri e soci avevano alle proprie spalle e con letali ripartenze hanno fatto loro la partita!
Parma
Non credo di dire un’eresia se sostengo che questo Parma disputa una delle migliori interpretazioni di calcio verticale e di ripartenza d’Europa, solo il Liverpool di Klopp (con molta più qualità) riesce a condurre transizioni e ripartenze più ficcanti e micidiali di quelli condotti dai vari Kulusevski (per me fortissimo e duttile), Gervinho. Eppure Klopp è un divo della panchina, D’Aversa dopo aver condotto ad una doppia promozione la sua squadra un bieco difensivista…
Roma
La squadra ha tutte le carte in regola per arrivare tra le prime quattro, a mio avviso i cugini della Lazio ha un qualcosa in più ed un filo più continua. A mio avviso alla Roma mancano ricambi adeguati in difesa (Florenzi per me non è un terzino) perché senza Smalling la difesa tende a ballare e parecchio, anche contro un attacco asfittico come quello della Spal, davanti però la qualità non manca e Fonseca la sta utilizzando bene con i giocatori che sono tutti al loro posto giusto.
Sampdoria
L’inopinata sconfitta casalinga contro il Parma poteva mandare in crisi tutto l’ambiente doriano invece Claudione Ranieri ha gestito alla perfezione il derby: immaginando il forcing del Genoa, ha presentato una formazione molto coperta e da battaglia, con una sola punta (Quagliarella) ed un trequartista (Ramirez). Al momento opportuno il romano ha inserito Gabbiadini che nel momento di maggior spinta del Genoa ha timbrato la vittoria, avere un tecnico di esperienza in queste partite serve ed eccome!
Sassuolo
Va avanti a suon di pareggi la squadra di De Zerbi, se contro il Cagliari i neroverdi emiliani meritavano ampiamente e sono stati puniti solo da episodi e dal veemente forcing dei sardi, contro il Milan Berardi e compagni non hanno praticamente mai tirato in porta e sono stati salvati solo dalla bravura di Pegolo e dalla scarsa mira degli attaccanti avversari.
Spal
Due sconfitte, una sanguinosa in casa contro il Brescia ed una pronosticabile a Roma, che sanno quasi di condanna per una Spal che fatica sempre tremendamente a trovare la via del gol. Petagna almeno ha ripreso a segnare (su rigore, cosa che per altro gli riesce difficile) anche se sente troppo la mancanza di un attaccante come Floccari che la scorsa stagione era la sua spalla ideale.
Torino
Sembrava essere ripartito il Torino dopo il successo casalingo contro la Fiorentina, altra squadra delusa di questo campionato, invece a Verona è successo l’imponderabile con gli scaligeri che sono riusciti a rimontare tre gol in venti minuti di gioco. A mio avviso Mazzarri ha sbagliato a inserire Belotti, che non era ancora al top, togliendo per altro un giocatore di raccordo come Berenguer, peccato perché per trequarti di gara a Verona si è forse visto il miglior Toro di questa stagione.
Udinese
La situazione sembra davvero precipitare in casa Udinese, anche se il pareggio casalingo ottenuto contro il Napoli (squadre comunque in crisi nera) può essere accolta positivamente al Friuli tenendo conto che a Torino era quasi impensabile tornare con un risultato positivo. L’impressione è quella di una squadra sena anima con un allenatore che sembra non credere in quello che fa.
Verona
Della serie quando conta avere un tecnico preparato. Contro l’Atalanta, una delle sedici migliori squadre d’Europa, l’Hellas meritava ampiamente il pareggio mentre contro il Torino, sotto 3 a 0 Jurić ha inserito tre giocatori (Pazzini, Verre e Stepinski) che si sono resi protagonisti della remuntada con tre gol. Anche se la squadra sembra aver perso solidità in difesa e un po’ di brillantezza, la sosta farà solo bene alla squadra gialloblu che potrà così ritrovare la sua condizione fisica ottimale.