Caracciolo

Facciamo un po’ i fenomeni ed esclamiamo “Ve l’avevamo detto!”.

Ve l’avevamo detto che a Perugia sognavano, ve l’avevamo detto che a Frosinone potevano pensare in grande, ve l’avevamo detto che il Carpi era partito bene nonostante le cessioni, ve l’avevamo detto che il Parma avrebbe avuto qualche difficoltà, che la Cremonese aveva fatto una buona impressione, che il 5-1 del Pescara al Foggia era bugiardo, che al Venezia manca un attaccante, che il Brescia non era dispiaciuto, che il Bari non aveva entusiasmato troppo contro il Cesena.

Già, però avevamo anche detto che il Palermo era assoluto protagonista e invece torna da Brescia con un punto figlio delle parate di Pomini, che l’Entella era parso veramente poca cosa e poi se ne ritorna con un punto dalla trasferta dello Zaccheria. E poi? La Ternana che va a Salerno e per poco non se ne torna con tre punti, dopo che avevamo analizzato la rosa ricavandone un grosso punto interrogativo.

Sia chiaro che siamo alla seconda giornata e ce ne sono altre quaranta ma gli spunti sono veramente tanti. La classifica dice che a punteggio pieno ci sono Perugia, Frosinone, Parma e Carpi.

Gli umbri hanno surclassato il Pescara (4-2) di Zdenek Zeman, capace di stare in partita soltanto grazie a una magia di Brugman e ad un rigore di Benali. I biancorossi dimostrano di essere una macchina da gol incredibile, chi gioca segna. Di Carmine dato per partente fino all’ultimo secondo di calciomercato viene schierato dall’inizio e sigla una doppietta, Han si porta a quattro in classifica marcatori e poi segnano anche i lunghi della difesa, vedi Monaco. Resta da registrare un po’ la difesa a sinistra soprattutto quando viene presa in velocità.

Il Frosinone batte il Cittadella in casa e forse delle quattro a punteggio pieno pare quella più completa, segna meno del Perugia ma è più solido dietro e nel mezzo, è meno lezioso del Parma, è più forte sotto ogni punto di vista rispetto al Carpi. Gli uomini di Longo possono contare su un’ossatura di prim’ordine, basti pensare ad Ariaudo e Terranova dietro, alla qualità di Paganini in mezzo e ai gol di Daniel Ciofani, l’ariete vero che farebbe comodo a chiunque in Serie B. Attorno ad essa girano nomi di tutto rispetto, alcuni anche in panchina come Gori e Frara.

A Parma (0-1 storico a Novara) invece si aspetta a gloria l’esordio di Ceravolo e viene da chiedersi se Mister D’Aversa abbia finalmente capito che Di Gaudio esterno è più completo rispetto al fumoso Insigne e allo spaesato BarayeCeravolo-Calaiò-Di Gaudio pare essere la soluzione alla stitichezza del Parma.

Il Carpi invece è corsaro a La Spezia contro i padroni di casa che non possono appellarsi alla sfortuna per le occasioni mancate. La squadra ligure pare a posto in quanto a nomi ma manca di cattiveria e Granoche non è eterno. Se non segnano gli attaccanti è roba dura. Gli emiliani invece fanno affidamento sul solito Mbakogu (autore del gol vittoria), mentre Malcore si è accomodato in panchina. Squadra che va a giocare di rimessa e lo fa bene, dimostrando adattamento alle situazioni. Non c’è Carpi senza Castori.

Tralasciando le prime, passiamo a Palermo ed Empoli, le due squadre a quattro punti. Nonostante la buona gara offerta ad Avellino, il Brescia pareva essere destinato alla sconfitta interna contro i rosanero e invece escono dal campo tra gli applausi del proprio pubblico e imprecando contro la sfortuna: se non c’arriva Pomini, ci arriva il palo a stoppare la gioia delle Rondinelle. 0-0 e Palermo che esce a testa bassa. Mancavano molti nazionali ma la formazione resta di prim’ordine, più che un punto guadagnato rimaniamo dell’idea che si tratti di due punti persi.

L’Empoli maschera i propri problemi di reparto in difesa e a centrocampo grazie ai gol di Donnarumma e di Caputo che contro il Bari sigla una doppietta, classica vendetta dell’ex per il bomber di Altamura. Al Castellani si è assistito ad una gara tra due squadre che lasciano molti dubbi sulla reale capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Finisce 3-2 grazie alla potenza di fuoco toscana, ma senza convincere.

I pugliesi hanno fatto vedere la solita nenia mostrata nel primo tempo contro il Cesena dove solo la pochezza dei romagnoli ha permesso di rendere la partita in discesa. Contro un Empoli tenace anche se confusionario si sono visti tutti i limiti degli uomini di Grosso, a partire dal centrocampo parso ancora un corpo estraneo dall’ossatura dell’undici titolare.

In riva all’Arno invece se fossimo nel Presidente Corsi bacchetteremmo Vivarini sul suo modo di esprimersi alla stampa. Hai Donnarumma e Caputo là davanti, non puoi parlare di vivere alla giornata e di campionato tranquillo, non si spendono soldi in certi giocatori per disputare un campionato tranquillo, significa non avere chiaro il valore della squadra oppure credere che chi ascolta sia un cretino. Alzare l’asticella, please!

Scorrendo ancora c’è il Pescara di Zeman di cui abbiamo parlato, il Bari e poi la Cremonese che conferma la buona prova col Parma schiantando l’Avellino allo Zini. Attilio Tesser manda in campo una squadra vogliosa e organizzata al cospetto degli irpini che soffrono la vivacità dei padroni di casa. Per Novellino potrebbe essere un campanello d’allarme, ma aspettiamo, dopotutto si andava a far visita a una neopromossa.

Nelle retrovie sorprende la Ternana che a Salerno viene raggiunta da un rigore di Vitale a dieci dal termine, 3-3 il risultato finale.

Zero gol ancora una volta per il Venezia che pareggia a Cesena mentre Foggia, Novara e Spezia appaiono ancora dei cantieri aperti.

In coda chi sembra non avere ancora trovato il bandolo della matassa è la Pro Vercelli, veramente poca cosa.

Nel prossimo weekend il calendario potrebbe già spaccare in due la classifica, non tanto per distacco ma per i giudizi che si farebbero ancora più marcati. Spiccano Pescara-Frosinone, Carpi-Salernitana e Palermo-Empoli. Il Perugia va a Cittadella nel posticipo del lunedì, il Parma ospita il Brescia in quello della domenica. Sfide da seguire.

Il calciatore della settimana

Quando pensi al Brescia pensi a Roberto Baggio, alla corsa di Mazzone, a Gheorghe Hagi, a Maurizio Neri ma soprattutto ad Andrea Caracciolo, l’Airone.

Il 18 settembre compirà trentasei anni, molti dei quali dedicati al Brescia. Cresciuto nel Milan, gira in interregionale e nel 2001 approda alle Rondinelle, sette presenze e due reti in Serie A alla prima stagione. Un anno a Perugia e poi nell’estate 2003 nuovamente Brescia, ventiquattro gol in serie A in due stagioni e contrattone al Palermo dove starà per due stagioni soffrendo la presenza di Amauri. Quindi Sampdoria e nuovamente Brescia, dal 2008 al 2011, poi Genoa e Novara e ancora Brescia nel 2012 ma stavolta si ferma definitivamente.

È amore, ripagato a suon di gol, di cuore e prestazioni. Esempio di professionalità, uomo spogliatoio e carisma spiccato ma a volte sembra di vederlo triste, come un amante stanco ma pur sempre innamorato che non ha il coraggio di dire basta e allora prosegue la storia. Caracciolo ha buttato via questi anni? Ha fatto bene a sposare Brescia piuttosto che andare a giocarsela altrove? Sì, perché nonostante il crollo dei lombardi in termini di ambizioni, l’Airone è il Brescia, ce l’ha nella pelle e non esiste obiettivo di classifica che possa indurlo a guardare verso altri lidi. Ci si aspettava tanto da lui quando era più giovane e forse era lecito ma non avremo la riprova: Caracciolo è il Brescia, non lo togli da lì.

L’Undici della settimana

(3-4-3) – Pomini (Palermo); Crivello (Frosinone), Gastaldello (Brescia), Rigione (Cesena); Croce (Cremonese), Bianco (Perugia), Di Santantonio (Brescia), Castagnetti (Empoli); Di Carmine (Perugia), Caputo (Empoli), Bocalon (Salernitana). Allenatore: Castori (Carpi).