
Torniamo a parlare di un argomento che è doveroso affrontare nei dettagli: il nesso che lega il corpo “artistico” Shen Yun alla pericolosa ed ancora non sufficientemente conosciuta (almeno in Occidente) setta Falun Gong o Falun Dafa. Come sappiamo, questo corpo “artistico” dopo alcune esibizioni in altri paesi occidentali ha iniziato a tenere e programmare spettacoli anche in Italia, più precisamente a Roma, Milano e a Firenze, e sebbene nella Capitale il Comune e la Provincia abbiano deciso di ritirare il loro patrocinio il successo non è comunque mancato.
Shen Yun è attivo fin dal 2004 ed è la diramazione artistica e propagandistica della setta Falun Gong, tra le varie sette religiose bandite dal governo cinese certamente la più forte e numerosa in termini di adepti. Il suo fondatore e capo, Li Hongzhi, si fa raffigurare dai propri seguaci come la reincarnazione di Li Shimin, Imperatore della Dinastia Tang al potere in Cina fra il 618 e il 907 d. C., e in molte esibizioni di Shen Yun ciò viene fortemente ribadito in toni palesemente apologetici.
Gli spettacoli di Shen Yun, infatti, combinano il propagandare l’ideologia della setta Falun Gong con l’attaccare, spesso neppur troppo velatamente, le autorità cinesi. Inoltre la “tradizionale cultura cinese” esibita in questi spettacoli viene frequentemente distorta ed assoggettata ad interpretazioni storiche a dir poco opinabili, al fine comunque di battere cassa presso il pubblico occidentale, della cui buona fede si va così ad approfittare.
In ogni caso molti di questi spettacoli costituiscono un plagio, opportunamente rivisto e corretto al fine di menar acqua al proprio mulino, di quelli trasmessi normalmente dalla China Central Television durante il Gran Galà del Festival di Primavera, con una massiccia addizione di propaganda politica e settaria da parte del Falun Gong e di Shen Yun. Non è pertanto un caso che i principali media occidentali, da The New York Times a Los Angeles Times, da The Guardian a Foreign Policy, fino alla TV canadese CBC, abbiano espresso su questi spettacoli un giudizio eufemisticamente negativo.
Collegata a Shen Yun c’è poi la Feitian Arts School, il cui fine è meramente quello d’attrarre nuovi membri alla setta con la scusa d’imparare la danza e il canto della cultura tradizionale cinese. Si tratta, dunque, anche in questo caso dell’ennesimo specchietto per allodole.
In generale, anche per chi ha poca dimestichezza con la cultura tradizionale cinese, è abbastanza chiaro come gli spettacoli di Shen Yun assomiglino più ad un’operazione di lavaggio del cervello che ad una disinteressata dimostrazione artistica. Non a caso anche nei social molte persone che hanno assistito a questi spettacoli ne hanno parlato con toni tutt’altro che enfatici, definendoli addirittura grotteschi e fasulli.
In un articolo pubblicato su Foreign Policy il 29 aprile 2015, Isaac Stone Fish, giornalista e membro storico dell’Asia Society’s Center on US-China Relationships, ha scritto: “Shen Yun… non ha niente d’artistico. Non si tratta di ‘far rivivere 5.000 anni di civilizzazione’, come ingannevolmente viene proclamato dallo spettacolo; e non è nemmeno una versione cinese dell’ampiamente popolare compagnia di circo canadese Cirque du Soleil, come invece s’aspettava l’anziano signore che sedeva accanto a me. Piuttosto, Shen Yun esiste per trasmettere un messaggio: che grandi forze divine distruggeranno la Cina moderna, spazzando via il Partito Comunista Cinese, che guida il paese dal 1949”.
In un articolo di critica sull’Hamilton Spectator dell’Ontario dell’1 gennaio 2015, Ingrid Mayrhofer invece ha scritto: “A circa venti minuti dall’inizio dello spettacolo, gli annunciatori hanno cominciato a parlare del Falun Gong e di come il governo cinese perseguiti la setta”.
Su The Daily Telegraph del 25 febbraio 2008 Sarah Crompton invece ha scritto che “Lo spettacolo è promosso come una specie di versione orientale del Cirque du Soleil. Non è nulla del genere. Le capacità acrobatiche, di canto e di danza sono usate al servizio della propaganda a favore del Falun Gong, un gruppo bandito come ‘setta diabolica’ dal governo comunista cinese nel 1999. Gran parte dei membri della troupe Divine Performing Arts sono membri del Falun Gong”.
Analoghi commenti si possono individuare anche su altri giornali come ad esempio The Oregonian oppure The New York Times o The Toronto Star. Guardando invece i giornali italiani, non pare di ravvisare un analogo spirito critico: indipendentemente dal posizionamento politico delle testate, che siano di destra, centro o sinistra, la tendenza è quella di promuovere ed elogiare Shen Yun ad occhi chiusi, addirittura in molti casi senza neppure aver ancora visto lo spettacolo. Tutto ciò non può che suscitare preoccupazione presso quanti, in Italia, sono invece a conoscenza del drammatico fenomeno dell’espansione e della diffusione delle varie sette, tra le quali adesso si va ad aggiungere anche il Falun Gong.
Sono lieto di aver letto il vostro articolo ben strutturato, a conferma del mio modesto intuito che mi diceva che c’era qualcosa di particolarmente ingannevole in questa invadente quanto preoccupante messaggio pubblicitàrio a fini politici . Mi chiedevo chi avesse potuto promuovere una propaganda simile . Grazie di cuore . Mi sento più leggero .
Ferrara Santo .
Leggo i vostri commenti con infinito sollievo. Ho visto lo spettacolo il 23 gennaio scorso a Genova e sono rimasta estremamente delusa dal contenuto offensivo e dall’ intento malevolo della rappresentazione.
Condivido con piacere l’articolo, mi scoccia solo di aver dato loro una cifra non indifferente. Per fortuna la mia breve vacanza a Genova ha incluso anche un giro all’acquario, dove, se non altro, Darwin viene citato con rispetto e non come responsabile principale dei mali del mondo.
Bravo Filippo! Sei l’unico giornalista che ha fatto un’analisi così approfondita.
Ho visto lo spettacolo e ne sono rimasto deluso e sconvolto, ma senza i tuoi lavori non avrei capito appieno l’entità della strumentalizzazione della quale sono stato vittima.
Grazie
Ho visto lo spettacolo il 23/01 A Genova , concordo pienamente con l’articolo é con tutti i commenti.
Personalmente ho contattato il Secolo XIX, il Teatro Carlo Felice e l’assessore alla cultura del Comune di Genova e, a parte quest’ultima che non mi ha ancora risposto, sia il giornalista che l’ufficio comunicazione del Teatro, non erano al corrente dei reali contenuti dello.spettacolo.
Faccio notare loro che erano presenti molti bambini, io stessa avevo il biglietto per mio nipote di 7 anni, fortunatamente con la febbre, così é venuto mio figlio, perciò ho trovato molto grave che messaggi tipo ” ateismo ed evoluzionismo sono il male del mondo” , così cantava l’imbarazzante tenore, siano passati senza il vaglio della direzione artistica.
Stranamente non ci sono recensioni autorevoli sulla qualità dei balletti, davvero bassa, o comunque sotto la media degli spettacoli in Cina, unica tv presente quella affiliata alla setta…ma non é un evento unico e irripetibile?
Certo anche io scriverò a Sindaco é Assessore Cultura , chiederó anche il rimborso dei biglietti, intanto ho scritto al Teatro Arcimboldi di Milano dove si esibiranno ai primi di marzo con 4 date e 8 spettacoli perché hanno anche il pomeridiano delle 15.30, più che altro mi.sta a cuore che non.portino i bambini senza prima informarsi sulla setta
Anche io e mio marito abbiamo assistito allo spettacolo il 18/01/2020 al teatro L. Pavarotti di Modena e concordo pienamente su quanto detto e ampiamente descritto qui. Trovo che la pubblicità sia ingannevole e che i prezzi sono elevati x la qualità dello spettacolo.Non c’è da paragonarlo neanche lontanamente al Cirque du Soleil è un offesa farlo nei riguardi di veri acrobati e artisti…. Rispetto ciò che ho visto e la loro politica divulgativa….. Ma non lo consiglio..
Purtroppo sabato 18/01/2020 io mia moglie con i nostri due amici siamo andati al Teatro Pavarotti di Modena a vedere lo spettacolo “Shen Yuon”, confermo tutto quello che ho letto nelle recensioni citate sopra , il teatro è un’incanto , gentilissimo il personale molto qualificato e professionale ma lo spettacolo è stata una grande delusione ,con quello che ci è costato , c’è mancato poco che uscivamo al primo tempo ,sempre quasi simile dall’inizio alla fine , ho trovato insopportabile sentire dalla presentatrice ed il suo traduttore dire frequentemente ad ogni inizio balletto “ i migliori acrobati del mondo “ ma se guardi una serata di “Amici “ di Maria De Filippi , vedi giovani adolescenti che cantano e si esibiscono nel ballo 100 volte meglio , se quella cifra che ho speso assistivo ,allo Zecchino D’oro , sarei stato Felice . Sono molto seccato perché persone di spettacolo molto illustri e famose (per me non più credibili) , intervistati alluscita dello spettacolo dissero che meritava assolutamente vederlo e che non avevano mai visto uno spettacolo così fantastico di una bellezza inimmaginabile ed indescrivibile….è proprio vero che la pubblicità è l’anima del commercio .
Mail inviata in data 20.01.2019 al Sindaco di Modena e al Teatro Pavarotti
con oggetto:PROTESTA FORMALE PER LO SPETTACOLO SHEN YUN del 18.01.2019
Gentilissimo Sindaco, cortese Direzione del Teatro Pavarotti,
sono ad esprime la mia formale e vibrata protesta ed indignazione per l’esibizione del gruppo Shen Young che, a mi avviso squalifica, in modo deciso, l’istituzione teatrale modenese dedicata ad un tenore il cui valore non merita l’accostamento neppure fortuito con simili spettacoli.
Chi acquista un biglietto del prezzo di 90 euro (noi siano stati in quattro ad averlo fatto) per una esibizione artistica di qualsiasi tipo, cerca le informazioni disponibili che, in questo caso, sono ESCLUSIVAMENTE quelle dell’organizzazione Shen Youn, nella fattispecie lacunosa e di parte, si ritiene totalmente garantito dal sito prestigioso in cui l’esibizione avviene.
Ho assistito ad uno spettacolo in cui la parte artistica è sicuramente minoritaria, come importanza rispetto al messaggio subliminale che si accresce nelle due ore di esibizione, sino a giungere, nell’ultimo brano a livelli parossistici di catastrofe provocata dal “MODERNISMO” contrapposto alla discesa salvifica di una entità in grado di “salvare il mondo”.
La più che mediocre esibizione di un soprano e di un tenore nel luogo in cui ha cantato il tenore Pavarotti, mentre alle sue spalle, nello “schermo megagalattico”, scorreva la traduzione in italiano del testo che inneggiava ad un fantomatico movimento religioso di rinascita………lascia il tempo che trova.
L’indignazione personale non si esaurisce con questa mia comunicazione che, in assenza di immediate risposte troverà il suo naturale sfogo in un post nel profilo personale.al fine di evitare che, altre persone, incorrano in simili incresciosi inconvenienti.
Carlo Hendel
Vetralla (Vt) 20 gennaio 2020
Visto lo spettacolo a Modena il 18 Gennaio 2020. Confermo totalmente l’analisi fatta. Siamo al limite della truffa per come viene promosso lo spettacolo e l’enorme delusione sia dal punto di vista artistico (sembra di assistere ad una brutta rappresentazione dialettale) che dal punto di vista ideologico con messaggi del tipo “il pensiero moderno e l’evoluzionismo porteranno all’abisso”.
Ultima nota: prezzi sconsiderati, degni appunto solo di un Circle di Soleil o spettacoli di altissimo livello.
Ho visto lo spettacolo ieri 10 gennaio 2020 a Napoli. Concordo con i commenti e sono molto preoccupata per la superficialità con cui si tratta la questione. Pessimo spettacolo
Dopo lo spettacolo del 27.12.2019, ho inviato alla Direzione Maggio Musicale Fiorentino una mail e sono in attesa della risposta…
Ho assistito allo spettacolo questa sera a Firenze e non posso che condividere le osservazioni e riflessioni di Cristiano. Trovo offensivo e manipolatorio quanto espresso ripetutamente contro l’ateismo e l’evoluzionismo. Non mancava che si facesse la propaganda al terrapiattismo! Pur non conosccendo la setta Falun gong è stato sufficiente porre attenzione ai messaggi che di volta in volta presentavano i quadretti.
Dispiace aver sprecato oltre 100 € e di aver contribuito in questo modo a mandare avanti questo spettacolo indecoroso nonostante lo spreco di abiti, scenografie ecc.
mi pare che il Teatro del Maggio di Firenze e gli altri teatri italiani dovrebbero porre più attenzione alla scelta della qualità degli spettacoli.
Spettacolo “Shen Yun” Firenze 28 Dicembre 2019
Ho appena assistito allo spettacolo “Shen Yun” e dopo l’enfatizzazione ben messa a punto dall’entourage organizzativo con la massiccia propaganda effettuata a suon di brochure illustrative voluminosissime e sfolgoranti, video promo, interviste a personaggi dove si raccolgono commenti esclusivamente entusiastici, volti ad esaltare l’unicità mondiale dell’evento, il tutto unito al costo non indifferente dei biglietti (che vanno da € 77,00 ad € 145,20), più che a uno spettacolo , ci faceva presagire un “Kolossal”………ahimè il ritorno alla realtà è stato immediato e ciò che si prospettava davanti agli occhi, era soltanto una grande delusione.
Belle alcune scenografie con immagini di elevata cromaticità, altre ai limiti del videogame e del kitsch.
Belli alcuni costumi anch’essi enfatizzati dalle luci del teatro.
Musica ben suonata dall’orchestra, assolutamente non in stile “cinese” come facevano presagire le brochure;
Orchestra che avremmo apprezzato sicuramente di più in un concerto, dove i suoni dei musicisti sarebbero stati più apprezzabili al di fuori della “buca” e dove gli stessi avrebbero potuto ampliare il loro range dinamico, non dovendo fare soltanto d’accompagnamento allo spettacolo .
Non posso dire altrettanto per il soprano ed il tenore, assolutamente non di alto livello per un teatro di opera, avendo avuto in passate occasioni, la fortuna di ascoltare altri interpreti di ben altro spessore.
Ma veniamo alle più dolenti note e a mio parere non ve ne sono poche :
Le rappresentazioni, tanti piccoli quadretti di pochi minuti, molto elementari e che a breve diventano assai ripetitivi e che ben poco suscitano nello spettatore, ne coinvolgimento ne tantomeno emozione .
La rappresentazione dei contenuti, quasi da recita di scuola elementare .
Uomini e donne “quasi” mai insieme sul palco;
alle donne riservate quasi esclusivamente parti coreografiche, mentre agli uomini riservate quelle atletiche, fatte di salti e volteggi, ma che al nostro Bolle avrebbero fatto sorridere……..
Molto catechismo con riferimenti al Tao e a una sua setta.
Brevi rappresentazioni interrotte ogni volta dalla presentazione in italiano e cinese (e non viceversa), spiegazioni lasciate in mano a due “persone robot”, che di enfasi a ciò che introducevano ne davano ben poca.
Sfogliando il programma e consultando l’altro materiale, si legge che la compagnia ha sede a New York e nessun interprete è nato in Cina (salvo una) e infatti nello spettacolo c’è più America che Cina, come in una delle rappresentazioni, dove il santone è identico a quello di Kill bill .
Certamente più spettacolo che poesia o dramma (ma di livello mediocre), va bene la critica allo stato cinese, ma qui è fatta in maniera dottrinale, a volte al limite del ridicolo con il cartello “daffna is good”.
Si, a volte si ha la percezione di “propaganda inversa” scientemente studiata a tavolino, da mandare a giro per il mondo……..
Applausi di pura cortesia, più all’orchestra che ai ballerini .
Per quanto precedentemente evidenziato, mi vedo costretto a scindere i voti ;
allo spettacolo in termini di contenuti, rappresentazioni e danza, do un voto di 5 più tendente al basso, dove il tendente al basso non è un 5 – – , ma bensì un 4 e mezzo.
Mentre all’orchestra do un voto 7 che potrebbe salire, se ascoltata singolarmente in concerto .