Il diritto di cronaca non può essere calpestato da nessuno, neanche dalla magistratura. L’inchiesta di Fanpage ha fatto emergere scenari torbidi su cui non è solo giusto ma doveroso far luce. La rabbiosa reazione del governatore campano Vincenzo De Luca e dei suoi supporters, le mezze frasi di Matteo Renzi e i silenzi assordanti di quasi tutto il Pd, devono far riflettere.

Nel video che riguarda Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Partito Democratico al comune di Salerno e figlio del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, Fanpage ha usato come infiltrato l’ex camorrista con esperienza nel traffico dei rifiuti e collaboratore di giustizia Nunzio Perrella. Perella, finge di voler proporre la propria azienda per lo smaltimento di ecoballe all’estero, e per questo fa organizzare un incontro con De Luca.

I due parlano di appalti della Regione. L’incontro avviene nello studio di De Luca jr e si parla di smaltimento delle ecoballe e di come partecipare agli appalti della Regione. In alcune telefonate successive e in un incontro con un intermediario, si parla di anche “percentuali”.

I giornalisti hanno fatto solo il loro dovere. In una terra che paga ogni giorno i pesanti costi dell’economia criminale, a far gridare allo scandalo non dovrebbe essere un’inchiesta ma il balbettio di chi per interessi di bottega elettorale finge di non capire o di non vedere.

Il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Giuseppe Giulietti, sarà giovedì 22 a Napoli per incontrare i colleghi di Fanpage. Il direttore Francesco Piccinini e il giornalista Sacha Biazzo, nella giornata di venerdì, hanno illustrato l’inchiesta che svela, grazie all’aiuto di un ex boss che ha fatto da gancio, retroscena inquietanti sul traffico illecito di rifiuti tossici in Campania che vede implicati camorra, amministrazione pubblica e politica.

Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, intervenuto all’incontro, ha parlato di necessità di tutelare la segretezza delle fonti e il lavoro dei giornalisti. “La redazione è sacra”, ha affermato Verna parlando della perquisizione che c’è stata. E ha ricordato che la tenuta della democrazia non può prescindere dalla difesa del diritto di cronaca.

La redazione di Fanpage è stata perquisita e due giornalisti risultano indagati per corruzione e traffico di rifiuti. Questo perché i colleghi sono stati protagonisti di un’inchiesta nella quale sono riusciti a documentare il traffico di rifiuti illeciti e i collegamenti tra camorra e politica grazie ai quali lo smaltimento delle sostanze tossiche avveniva senza alcun controllo provocando disastri ambientali. La Procura era stata informata già dal direttore Francesco Piccinini di quanto era stato documentato.

Mettere i giornalisti sotto inchiesta e perquisire una redazione non possono essere considerati “un atto dovuto” quando soprattutto in territori difficili sono in gioco la libertà di informare e la tutela delle fonti dei cronisti, la cui segretezza non può essere messa in alcun modo a repentaglio.

Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e Federazione nazionale della Stampa italiana hanno espresso solidarietà ai colleghi “di cui difenderanno in ogni sede il diritto di fare il loro lavoro nell’interesse dei cittadini ad essere informati”.

Dopo le testate di Ostia che tanta indignazione avevano suscitato, sono arrivati gli schiaffi a Salerno. Ma questa volta il Pd, tranne qualche sparuta eccezione, ha la bocca cucita.

“L’aggressione alla giornalista di Fanpage Gaia Bozza da parte di sostenitori di De Luca avvenuta a Salerno è un gesto vergognoso. Esprimiamo solidarietà alla collega e ci aspettiamo adesso che con la stessa solerzia con cui è stata perquisita la redazione del giornale per scoprire le fonti dei cronisti, vengano identificati gli autori dell’aggressione”, scrivono in una nota Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, e Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti Campania.

 

 

UN COMMENTO

  1. E’ mafia organizzata e Renzi e’ un loro complice …. e’ ovvio …dopo un filmato ce ne era per arrestare tutti senza indugio…invece la beffa e’ che ad essere perquisiti e indagati sono quelli che hanno scoperto le connivenze no la camorra targata PD …
    Ecco la “giustizia” tanto proclamata da Renzi e dalla Boldrini, tanto prodiga contro il rinascente fascismo ( non si capisce da dove) mentre resta zitta su una vicenda gravissima.

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