Siria: profughi a Rukban

Il 6 marzo, il Ministero della Guerra della Siria e il Centro per la riconciliazione dei partiti in guerra e il controllo dello spostamento dei rifugiati (costituito dalle forze armate russe, stabilisce un dialogo tra le fazioni in guerra e il governo siriano) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta all’ONU e alla comunità mondiale.

La base della dichiarazione è la catastrofica situazione umanitaria nella zona di Al-Tanf. Qui si trova la base militare della cosiddetta coalizione internazionale, nella provincia di Homs (a 23 km a nord-ovest del confine di Al-Tanf). Come è noto, le truppe della coalizione internazionale si trovano in territorio siriano senza permesso del governo legittimo di questo Paese, pertanto sono considerate forze di occupazione. La base militare di Al-Tanf è stata fondata nell’aprile-maggio 2017 dall’intelligence degli Stati Uniti ed è utilizzata attivamente per l’addestramento militare, oltre a fornire armi ai rappresentanti della cosiddetta “opposizione moderata” – che pur sempre jihadisti sono, ma che, per considerazioni tattiche operano sotto gli auspici degli Stati Uniti.

Tra i militanti dell’ “opposizione moderata” vi sono molti immigrati provenienti dal continente europeo. Secondo i resoconti dei media russi, nel novembre 2017, il numero di istruttori nella base di Al-Tanf ammontava a circa 600 persone, tra militari degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Norvegia e rappresentanti dei servizi speciali della Giordania.

A causa delle azioni dell’ISIS, moltissimi siriani sono stati costretti a lasciare le proprie case. Sono stati pertanto creati dei campi profughi, uno dei quali si trova a Rukban, al confine con la Giordania. La stragrande maggioranza dei residenti del campo sogna di tornare a casa. Grazie alle azioni, in primo luogo, della Russia, l’ISIS è stato praticamente annientato, quindi le persone possono tornare alla vita pacifica. Dal 19 febbraio 2019, per i residenti di Rukban sono stati predisposti un corridoio umanitario e un posto di blocco mobile, “Dzhleb”. Il governo siriano fornisce garanzie di completa sicurezza ai cittadini che lasciano il campo.

Per coloro che desiderano lasciare il campo, sono stati creati campi speciali (con l’aiuto dell’esercito russo) nelle province di Homs e Aleppo e nei sobborghi di Damasco. Sono stati allestiti stazioni mediche, scuole e rifornimenti di acqua e cibo. Il 1° marzo di quest’anno, la leadership siriana, in collaborazione con gli ufficiali russi del Centro per la riconciliazione delle parti in guerra, ha inviato dei convogli di autoveicoli nell’area intorno ad Al-Tanf per trasportare i rifugiati, dopo aver informato il direttore dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati nella Repubblica Araba Siriana.

In una dichiarazione congiunta, i militari della Siria e della Russia hanno affermato che il comando del gruppo statunitense nella zona di Al-Tanf non ha assicurato il passaggio sicuro e senza ostacoli delle colonne di autoveicoli attraverso la zona, lunga 55 chilometri, controllata da esso e, di fatto, ha interrotto l’esecuzione della più importante operazione umanitaria per salvare i cittadini siriani a Rukban.

Così, decine di migliaia di siriani sono praticamente tenuti in ostaggio. Le condizioni in questo campo sono molto deplorevoli. Il campo assomiglia a una discarica, in cui, tuttavia, la gente è costretta a vivere. Vicino vi è un luogo di sepoltura, che è stato attrezzato ad aerea “vivibile” dai residenti del campo per la propria sopravvivenza. Questo cimitero contiene circa 300 tombe, ma è possibile che diversi morti siano stati sepolti nella stessa tomba. Oltre 40.000 residenti del campo di Rukban sono forzatamente trattenuti dai militanti dell’ “opposizione moderata”, sostenuta dagli Stati Uniti. Pertanto, gli americani sono accusati direttamente, da Siria e Russia, di sostenere i jihadisti e di trascinare la guerra dei terroristi islamici contro il legittimo governo del Paese e la popolazione civile. La tesi dell’esercito siriano e russo sarebbe confermata dalle parole del consigliere del coordinatore capo dell’Ufficio per gli Affari Umanitari dell’ONU, Rana Zakut: la situazione umanitaria nel campo di Rukban ha raggiunto una fase critica.

Gli americani hanno perso contro russi e iraniani in Siria e stanno cercando di riportare indietro la situazione. Sebbene nel dicembre dello scorso anno il presidente americano Donald Trump abbia annunciato il ritiro dell’esercito americano dalla Siria, sembra non vi sia alcuna fretta di mettere in pratica tale dichiarazione. Il controllo di alcuni luoghi, come il campo di Rukban, permette agli americani di mantenere un ponte di comando in Siria. In tal modo, però, non rafforzerebbero tanto le proprie posizioni, quanto piuttosto i danni arrecati ai militari siriani e russi, e soprattutto alla popolazione civile della Siria.

Silvia Vittoria Missotti