Siria: testimonianze smentiscono ipotesi atacco chimico

Il 7 aprile scorso ha avuto luogo un attacco condotto con presunte armi chimiche nel sobborgo siriano di Douma, ad est di Damasco. Questo presunto utilizzo di armi chimiche da parte di Bashar al-Assad contro la popolazione siriana ha indotto USA, Gran Bretagna e Francia a lanciare un attacco missilistico su tre centri del Paese nella notte del 14 aprile.

Omar Diab mina l’impianto accusatorio dell’Occidente

Tuttavia, le prove concrete dell’attacco chimico non sono mai state mostrate dagli USA e dai loro alleati. In questi giorni, invece, sarebbero pervenute prove e testimonianze che dimostrerebbero la falsità di tale accusa nei confronti del governo siriano. Il 19 aprile, Omar Diab, padre dell’undicenne Hasan Diab, il quale era stato coinvolto nel video girato dagli elmetti bianchi riguardo all’attacco del 7 aprile, si è detto pronto a testimoniare di fronte alle organizzazioni internazionali che non vi è stato alcun attacco chimico a Douma: “Mio figlio non ha riportato alcuna ferita da armi chimiche, era un po’ spaventato, ma in salute. La mia famiglia ed io siamo pronti a testimoniare in qualsiasi parte del mondo, anche a Ginevra, anche a New York, che non vi è stato alcun uso di armi chimiche”.

Il giornalista russo Aleksandr Koz, che si era recato in Siria per un reportage per il quotidiano Komsomol’skaya Pravda, in seguito agli eventi di Douma, è riuscito a parlare con Hasan Diab, il quale ha raccontato: “Ero con mia mamma e mia sorella nel rifugio anti-bombe. Ma all’improvviso sono arrivate di corsa delle persone che ci hanno ordinato di correre dal sotterraneo all’ospedale. Non avevamo avuto nemmeno il tempo di iniziare a correre quando hanno iniziato a spruzzarci addosso dell’acqua. Non ho capito perché. L’acqua era fredda ed io avevo paura, ma non mi faceva male niente”.

Il padre Omar, in quel momento, stava cercando la sua famiglia e, non trovandola, si era recato in ospedale. “In quel momento tutto era calmo, non ho nemmeno percepito la presenza di gas – ha raccontato – sono andato all’ospedale e ho visto delle persone con le videocamere. Ma i miei famigliari stavano bene, erano stati dati loro dei fichi e dei biscotti.”

Medico di Douma: “Nessun ferito per sostanze tossiche”

Aleksandr Koz ha raccolto anche la testimonianza di uno dei medici dell’ospedale di Douma, Baraa Badran, il quale ha detto che, quel giorno, erano crollati diversi edifici e vi erano stati degli incendi, fatti che avevano creato problemi di respirazione a diverse persone, però: “Nessuno ferito da sostanze tossiche è stato ricoverato nel nostro ospedale il 7 aprile”.

Il giornalista russo ha riportato che ora, per le strade di Douma, vi sono diversi soldati russi, che sono stati accolti favorevolmente dalla popolazione locale e che hanno iniziato le operazioni di soccorso umanitario dopo che i terroristi avevano lasciato la città. Uno dei civili intervistati da Koz ha riferito: “Non ho sentito niente, non ho percepito neanche alcun odore. Quella dell’attacco chimico è una bugia. Ho vissuto qui per sette anni, conosco tutti, nessuno è rimasto ferito. Abbiamo sentito un colpo vicino a noi, ma non c’erano sostanze velenose”. Il resto degli intervistati ha raccontato la stessa cosa.

Il reportage dei giornalisti anglosassoni

Il giornalista britannico Robert Fisk, anch’egli recatosi a Douma, in un reportage pubblicato dal quotidiano inglese The Independent, scrive: “Quei civili erano sopraffatti non dal gas ma dalla carenza di ossigeno dentro i tunnel e negli scantinati in cui vivevano, e sono stati sottoposti a bombardamenti pesanti che hanno scatenato una tempesta di polvere”.

Anche il giornalista americano Pearson Sharp, membro dello staff di One America News Network, ha riscontrato lo stesso scenario durante il suo viaggio a Douma: “I residenti del posto mi hanno detto che sono stati i terroristi, prima di lasciare la città, a scatenare questo attacco, al fine di provocare una reazione degli Stati occidentali contro l’esercito siriano… Ho sentito questa storia da molte, molte persone”.

Queste testimonianze corroborerebbero la tesi di Sergei Lavrov, Ministro degli Esteri russo, e delle stesse autorità di Damasco, i quali avevano già affermato di poter dimostrare che l’intero caso si basi su una montatura del video girato dagli elmetti bianchi (una ONG fondata da un ex ufficiale dell’esercito inglese e finanziata dagli USA).

Una guerra civile che dura da troppo tempo

Nel frattempo, come sottolineato dal giornalista britannico, gli ispettori dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) non sono autorizzati a recarsi sul luogo del presunto attacco – il motivo ufficiale è che non hanno ottenuto i permessi necessari da parte dell’ONU.

L’attacco missilistico sulla Siria condotto da USA, Gran Bretagna e Francia ha portato ad una nuova fase una guerra che dura da ormai sette anni. L’escalation del 14 aprile rischia di compromettere i risultati ottenuti finora contro il terrorismo nella regione, nonché gli ancora fragili tentativi di accordi di pace.

Silvia Vittoria Missotti