Trump ha sciolto le ambiguità attorno alla propria politica estera, probabilmente perché ricattato dallo “Stato Profondo” e ha ceduto sulla Siria. Alle 2.40 ore italiane è stata attaccata la base militare di Al Shayrat, a nord di Idlib, ritenuta responsabile dell’attacco chimico. 59 missili Tomhawk hanno colpito la base, sei le vittime tra i militari, undici i civili.

12.30

Anche Marine Le Pen condanna fortemente l’intervento militare Usa. Intervistata stamane da France 2, il leader del Front National e candidata alle prossime elezioni presidenziali francesi, ha dichiarato che in Siria bisognava “procedere ad un’indagine internazionale sulle armi chimiche”. Inoltre, la Le Pen si dice delusa da Trump “perché (lui) aveva indicato a più riprese di non voler far più degli Stati Uniti il gendarme del mondo, ma è esattamente ciò che ha fatto ieri”. “Non vorrei che ci ritrovassimo nello stesso scenario visto in Libia e in Iraq – ha continuato Marine Le Pen – che ha provocato soltanto il caos rafforzando il fondamentalismo islamico e le strutture terroriste, che ne hanno approfittato per venire a colpirci”.

12.15

Gentiloni da Palazzo Chigi: “L’azione di questa notte come noto si è sviluppata nella base aerea da cui erano partiti gli attacchi con uso di armi chimiche nei giorni scorsi. Contro un crimine di guerra il cui responsabile è il regime di Assad. Gli Stati Uniti hanno definito la loro azione come puntuale e limitata e non come una tappa di una escalation militare”

Farage su twitter: “Molti elettori di Trump sono preoccupati da questo intervento militare. Dove andrà a finire?”

11.50

Salvini condanna il gesto del tycoon: “Missili Usa sulla Siria pessima idea e regalo all’Isis. Forse per i problemi interni, forse mal consigliato dai guerrafondai che stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam Hussein, Trump in Siria fa la scelta più sbagliata e riapre una guerra contro il terrorismo islamico che era già stata vinta. Forse qualcuno a Washington vuole ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia e Europa?”, si legge in una nota del segretario del Carroccio.

Si diffonde la voce non confermata che il Pentagono abbia avvertito Mosca e Damasco qualche minuto prima dell’imminente attacco alla base aerea.

09.45

La base siriana è stata praticamente distrutta dall’attacco. UK e Francia, pur sostenendo di non volere un confronto con Russia e Iran, sottolineano come la loro posizione, condivida da Turchia, Israele e Arabia Saudita, sia che Assad non possa restare al potere e che un suo sostegno da parte di Mosca e di Teheran non abbia alcun senso.

Dal canto suo, Mosca ha detto che c’erano stati segnali d un imminente attacco, ma la cosa che più li colpisce è l’assoluta incapacità, da parte di americani e alleati, di pensare alle conseguenze.

L’ISIS ne ha approfittato, con un tempismo sospetto, per tentare di conquistare i pozzi petroliferi vicino Palmira, ma ha fallito.

08.15

Putin ha condannato fermamente l’attacco americano, sostenendone l’illegalità. Un portavoce della presidenza della Duma sostiene  inoltre che l’attacco sia irresponsabile perché porterà all’allargamento del conflitto.

Inoltre, a differenza di quanto dichiarato inizialmente, pare che vi siano delle vittime, cinque in tutto, probabilmente civili abitanti in un villaggio vicino. A ogni modo, dato che non pare vi sia personale russo coinvolto, la de-escalation è ancora teoricamente possibile.

Tuttavia, dopo questo attacco a sorpresa – che tale sembra essere stata anche per molti politici americani – il futuro è imprevedibile e ogni scenario sembra aperto, compreso quello di una escalation militare fuori controllo, con conseguenze difficilmente prevedibili, ma facilmente immaginabili.

Arabia Saudita, Gran Bretagna, Turchia, Israele e UK sostengono l’azione americana, mentre l’Iran la condanna duramente, così come hanno fatto alcuni politici americani, fra cui Rand Paul, suo padre Ron e, strano a dirsi, anche l’ex candidato al posto di vicepresidente della Clinton, Tim Kane, mentre McCain e Lindsey Graham hanno espresso sostegno all’azione di Trump.

Poche ore fa, infatti, ha ordinato il lancio di 59 missili cruise contro una base aerea siriana da cui – secondo Trump – sarebbe partito l’attacco chimico che avrebbe colpito i terroristi islamici nella provincia di Idlib.

Il tutto, mentre aveva come ospite Xi Jinping, il che fa quanto meno sospettare che l’attacco fosse anche un avvertimento nei confronti di Cina e Corea del Nord. Pechino, in particolare, per due motivi: ha una discreta influenza sulla Corea Democratica e, inoltre, c’è anche la questione del Mar Cinese Meridionale.

La Bolivia e la Russia hanno richiesto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per discutere a porte chiude di questo attacco.

L’attacco è stato effettuato con 59 tomahawk da due navi da guerra americane nel Mediterraneo orientale.

Non si registrano perdite fra i civili o fra il personale della base aerea, né fra i siriani né fra i russi. Tillerson ha comunque smentito che ci siano stati contatti con le alte sfere russe per evitare di ucciderne gli uomini.

Tuttavia, il fatto che vi siano stati solo danni alle infrastrutture e non a civili e militari è piuttosto contrario alle tipiche modalità degli attacchi americani, in Siria e altrove.

Al contrario, gli americani hanno sempre provocato numerose vittime che, nel caso dei civili, venivano derubricate a “danni collaterali.”

Il portavoce del Pentagono ha infatti affermato che sono state prese straordinarie precauzioni per evitare vittime fra i civili o fra il personale.

L’assenza di vittime – anche se i media italiani riportano il contrario – fa pensare che Trump non voglia arrivare a uno scontro totale con la Russia, cosa che sarebbe stata quasi inevitabile se fossero morti dei russi. Anche l’assenza di morti fra i siriani dà da pensare che Trump abbia o voluto mandare una sorta di avvertimento, oppure che abbia in qualche modo piantato i piedi, cedendo sì alle pressioni dello “Stato Profondo” in merito all’attacco, ma rifiutandosi di portare la faccenda alle estreme conseguenze.

Le motivazioni ufficiali, e cioè che l’attacco servirebbe a difendere la sicurezza americana e a impedire la morte di altri bambini, sono risibili e in contraddizione fra loro, ma a ciò la politica estera americana ci aveva già abituati.

Infatti non si capisce come i siriani possano minacciare la sicurezza degli USA, dal momento che non dispongono di armi in grado di colpirli; e non si capisce come il favorire l’ISIS e gli altri gruppi terroristici possa aiutare i bambini e i civili in generale.

Infatti, subito dopo l’attacco missilistico, l’ISIS ha attaccato in quell’area, quasi che fosse stato preavvertito.

Il Governatore di Homs, in cui si trova la base aerea, ha detto che gli USA, con questo attacco, hanno aiutato i terroristi, ma che in ogni caso non cambieranno né la leadership né la politica siriana.


Israele, intanto, fa sapere di approvare l’attacco americano. Anche Francia, UK e Turchia sarebbero pronti a sostenere gli USA e, probabilmente, anche il resto degli alleati. Questo farebbe pensare al desiderio di una guerra totale, o quanto meno di una replica dei tentativi obamiani di usare la forza per rovesciare Assad.

Tuttavia, la prima ipotesi sembra smentita dagli sforzi compiuti per evitare vittime fra civili e militari: non avrebbe senso, se non nell’ottica di evitare una escalation o almeno un allargamento del conflitto aperto (cioè coinvolgendo la Russia). Tuttavia, anche un attacco limitato, per avere davvero senso, deve prevedere l’assenza di interferenze da parte russa, cinese e iraniana, altrimenti gli americani potranno fare molto poco, a parte bombardare qualche base aerea.

Intanto, la Russia starebbe prendendo in considerazione l’idea di interrompere ogni comunicazione militare con gli USA. Decisamente, Mosca non l’ha presa bene.

A cura di Massimiliano Greco e Redazione

3 COMMENTI

  1. ancora una volta l America si rivela quella che è un paese che semina terrore e guerre in ogni parte del mondo ….adesso Assad è il diavolo di turno poi appena possibile ce ne saranno altri importante fare guerre e uccidere…..come hanno sempre fatto ….vedi Bush Obama ecc ecc …..poi che fornisce armi all Isis ormai lo sanno tutti…

  2. Questo attacco favorisce ovviamente l’Isis e in questo potremmo dire che gli americani e tutti i presunti alleati ,israele in testa, siano ormai apertamente sostenitori dell’Isis … ora mi sembra lampante.
    L’attacco aereo americano non ha alcun senso se non visto in questa ottica.
    La scusa dell’attacco chimico ,smontato totalmente dalla rilevazioni successive che hanno appurato trattarsi di un deposito chimico in mano ai terroristi saltato in aria dopo un attacco aereo siriano, rappresenta una scusa per poter intervenire in favore dell’Isis … infatti dopo l’attacco, come se fossero stati avvertiti , i terroristi hanno sferrato un attacco di terra. Più chiaro di così?
    Alp Arslan

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