
A Bari nel segno di una tradizione ancora viva che non teme l’insidia dello scorrere inesorabile del tempo. Per festeggiare il 125° anniversario della nascita del PSI, con i disastri di quest’Europa davanti agli occhi e quel pomeriggio di inizio estate del 27 giugno 1991 nella mente e nel cuore.
Stefania Craxi ha alzato idealmente al cielo quel garofano rosso, impresso nella storia e nella lotta di migliaia di uomini e donne, che papà Bettino brandì come una spada nel Padiglione dell’Auto della Fiera del Levante, durante il 46mo Congresso del Partito Socialista Italiano, per difendere se stesso e i 500 delegati dall’assedio politico-economico-giudiziario incombente.
“Spero che questo anniversario riservi al popolo socialista ed all’Italia un destino migliore del centenario del 92 che segnò per noi l’inizio di una tragedia umana e politica e che ha condannato il Paese ad una transizione infinita ed all’irrilevanza europea ed internazionale”, ha dichiarato, Stefania Craxi, già sottosegretario agli Esteri e presidente della Fondazione Bettino Craxi, intervenendo a Bari nel corso della tavola rotonda “L’Europa da Craxi ai populisti”, organizzata nell’ambito delle celebrazioni per il 125° anniversario della nascita del PSI.
“Sull’Europa, come sull’Italia e sul Mediterraneo, prosegue la figlia del leder socialista, Bettino Craxi è stato la cassandra del nostro tempo. Aveva visto molto, se non tutto, di quello che è e di quello che rischia di essere l’Europa se non recuperiamo lo spirito delle origini e rinnoviamo le regole e le ragioni dello stare insieme. Bisogna sviluppare una forte opzione euro-revisionista, perché non è solo colpa dei cosiddetti ‘populisti’ se le cose non vanno bene. Semmai è perché le cose vanno male che ci sono i ‘populisti’ e bisogna impedire che la difesa dell’Unione passi, come alcuni vorrebbero, per una difesa dello status quo.
Correva l’anno 1997 e ”Monsieur le president”, fece una previsione che, riletta oggi, appare come una tragica ma lucidissima profezia: “Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre. L’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo nella peggiore delle ipotesi l’Europa sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perché la cosa più ragionevole di tutte era quello di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa ha bisogno dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”.
Sulle storture dell’eurocrazia e sul ruolo di parte del mondo politico italiano, si è soffermata anche Stefania Craxi.
“Quanto all’Italia, conclude l’ex sottosegretario, il nostro stare in Europa è stato quanto di peggio ha prodotto la Seconda Repubblica. Siamo passati dalle scelleratezze di Romano Prodi alle capriole verbali di Matteo Renzi. Forse questa sinistra italiana, sinistrata e senza bussola, farebbe bene a pensare al futuro dell’Europa praticando un po’ di sano revisionismo e riconoscendo a Bettino Craxi meriti ed intuizioni di grande attualità da cui ripartire”.