L’ex sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, presidente della fondazione intitolata alla memoria del padre Bettino, ha evidenziato luci ed ombre della recente visita in Tunisia del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

“E’ una nota positiva in uno scenario mediterraneo che continua ad essere assai complicato e difficile e di cui come Italia, sia bilateralmente sia in seno alle istituzioni comunitarie, dobbiamo interessarci con crescente impegno e serietà”, si legge in una nota.

Il premier ha incontrato il presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi, il presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisino, Mohammed Ennaceur, e il Primo ministro Youssef Chahed.

“La Tunisia, infatti, continua ad essere una democrazia a rischio non per la tenuta e la messa in discussione dei valori e dei sentimenti di libertà, tolleranza e pace che animano il suo popolo, quanto per l’incognita estremista e le difficoltà, economiche e sociali, che interessano ampie sacche di povertà e la fascia più giovane della popolazione”, ha aggiunto l’ex sottosegretario.

Per Stefania Craxi “sarebbe del tutto spiacevole che ci ricordassimo di questo paese, come abbiamo fatto già in passato con molte realtà dell’area, solo in presenza del riemergere di nuove emergenze (vedi i flussi migratori) e di tragedie. Servono quindi impegni concreti che possano dare un seguito fattivo alle tante iniziative, istituzionali e non, che si intendono sviluppare nel mare nostrum e che riempiano di contenuto e significato quel ‘Piano Marshall’ di cui ora tutti parlano”.

Al presidente della Fondazione Craxi non è sfuggita la “dimenticanza” di Gentiloni durante la tappa tunisina del suo viaggio in Africa (che toccherà Angola, Ghana e Costa d’Avorio). Le sue sono parole cariche d’amarezza: “Personalmente, mi spiace constatare come il presidente del Consiglio, nel corso della sua visita tunisina, non abbia inteso rendere omaggio, parimenti ad altri importanti rappresentanti istituzionali italiani ed europei, a Bettino Craxi in quel di Hammamet”.

“Sono certa che ciò sarà dipeso non dalla sua volontà e sensibilità, ma dalla sua appartenenza ad un partito, il Pd, il cui valore fondante è il moralismo militante, ovvero il giustizialismo, che tanti guasti ha fatto al nostro Paese”, conclude Craxi.