angelantonio storti

Viviamo in un periodo storico-politico molto delicato, la nostra provincia con il passare del tempo diventa sempre più terra di conquista di personaggi pseudopolitici che si affacciano all’incirca ogni 5 anni solo per far bottino di voti e spartirsi gli incarichi o poltrone istituzionali. Analizzando la politica locale, possiamo evincere che rispecchi in modo chiaro anche la situazione nazionale. All’ombra del 2020 non esiste più una radice politica, esistono dei simboli senza storia, senza pensiero politico. Come si può parlare, scrivere, appartenere, programmare senza conoscere la nostra storia politica? Questo credo sia un controsenso.

La nostra amata Irpinia versa in condizioni drammatiche, secondo le ultime statistiche in un mese in media almeno un giovane è costretto ad abbandonare la propria casa e la propria famiglia per inseguire una possibilità occupazionale che i nostri territori ormai non offrono quasi più. I nostri giovani, che avvertono più di tutti il peso di questa precarietà esistenziale, ne sono le vittime. Questo è un compito che spetta alla politica, anche se molto probabilmente chi tiene le redini della provincia ancora non se ne è accorto.

Il nostro turismo così chiaro è di interesse nazionale, i nostri parchi, i nostri fiumi. Senza contare che in Irpinia sono presenti ben 78 castelli medioevali, ma anche questo sembra non interessare ai nostri politici. I nostri fiumi sono sempre più inquinati, le nostre montagne per lo più abbandonate a se stesse. A cosa serve la politica quando sembra non esserci?

La nostra agricoltura, perno principale del nostro sostentamento, potrebbe sposare un progetto turistico, ma non vedo incentivi. Eppure questi progetti sono materia prima di programmi elettorali atti forse solo a rimorchiare consensi. È ora di dire basta, c’è bisogno di fare e di far si che i nostri territori tornino ad essere protagonisti. Come diceva don Sturzo: “promettere poco e mantenere quel che si è promesso”