
Si è scritto fin troppo sulla penosa lite Sarri-Mancini, squallido siparietto da campetto di periferia, che però ha ricevuto le attenzioni fin troppo interessate dell’apparato mediatico/multimediale in tempo di unioni civili (oddio, che il polverone sia stato anche alzato per coprire i recenti scandali bancari che hanno colpito il governo?).
Concentriamoci però sui fatti nudi e crudi che sono stati evidenziati dal campo. In primo luogo Napoli e Juventus stanno confermando di essere le squadre più forti del campionato, in secondo luogo stanno venendo fuori tutti i limiti (di gioco soprattutto) dell’Inter, in terzo luogo la Fiorentina pur vincendo non sembra avere la carte per tornare in corsa per lo scudetto. Infine, va evidenziato, se si eccettua per le prime quattro squadre (ma molte obiezioni potrei riservarle per l’Inter) il torneo è molto mediocre e livellato con pochi acuti e poche squadre che hanno un’identità di gioco precisa.
La notizia della settimana però è stata il passaggio in semifinale di Coppa Italia di una squadra di Serie C, parlo dell’Alessandria. Non succedeva dal lontano 1983/84, allora il Bari di Bruno Bolchi fu piegato dal Verona di Bagnoli (che l’anno successivo avrebbe vinto lo scudetto), dopo aver eliminato agli ottavi di finale addirittura la grande Juventus di Platini e Boniek. Peccato che i grigi, guidati da un tecnico che sembrava finito nel dimenticatoio di qualche sperduta cantina colma di muffa come Gregucci, abbiano dovuto aspettare le semifinali per poter giocare davanti al proprio pubblico. Una cavalcata del genere avrebbe fruttato un bel incasso al botteghino del mitico Moccagatta e avrebbe trasformato le partite contro Palermo, Genoa, Roma in autentiche feste dello sport. Purtroppo alla nostra Federazione e alla Lega Calcio interessa vendere magliette (tarocche) in Cina e in Arabia Saudita e non gliene frega niente di rianimare uno sport dalla spiccata anima nazional-popolare.
FROSINONE – ATALANTA 0-0: gara dal livello tecnico e agonistico imbarazzante quella vista al Matusa, roba davvero da Serie C (è questo infatti il valore tecnico della squadra ciociara). Un pareggio che davvero non serve a nessuna delle squadre.
EMPOLI – MILAN 2-2: un pareggio che non fa decollare le ambizioni di un Milan che non ce la fa proprio a uscire dalla mediocrità del centro classifica. Parliamoci chiaro: l’Empoli come squadra è alla pari o forse migliore di quella rossonera. L’unica differenza abissale a favore del Diavolo è rappresentato dall’attacco dove Pucciarelli e Maccarone uno sopra l’altro giungono forse alle ginocchia di Bacca. Per il resto l’Empoli si ha preferire per la fase difensiva, e per l’organizzazione complessiva del gioco a centrocampo. L’Empoli, giocando con la linea difensiva molto (forse troppo) alta ha favorito il gioco in profondità dei rossoneri che sono riusciti a trovare ben due gol. Il Milan però, come al solito, ha dimostrato troppo poco carattere (e dire che in panchina c’è un tipo decisamente tosto come Miha) e anche un pizzico d’inesperienza: due gol sono colpa dell’imberbe Donnarumma, giovane che deve ancora affinarsi dal punto di vista della tecnica di base, si insegna ai Pulcini che si esce dalla porta con tempestività e possibilmente senza spalancare le gambe! Il ragazzo avendo come procuratore il potente pizzaiolo, è comunque in una botte di ferro perché non sarà toccato da critica e opinione pubblica (se si può chiamar così).
FIORENTINA – TORINO 2-0: dopo due sconfitte di fila torna alla vittoria la Viola che si sbarazza con il più classico dei risultati di un Toro né carne né pesce. La Fiorentina la vedo in involuzione come gioco: Borja Valero e soci giocano troppo per vie orizzontali e così facendo non riescono ad innescare a dovere la loro unica punta. Torino inesistente o quasi, non c’è sempre il Frosinone da affrontare, e i sincronismi in attacco devono ancora essere trovati: Immobile ad esempio, che con Cerci faceva la punta pura, ora dovrà giocare a servizio del Gallo Belotti, scelta azzeccata?
INTER – CARPI 1-1: con assai poca fantasia si potrebbe dire che Lasagna è rimasta sullo stomaco di Mancini, che dopo gli insulti omofobi del Cinghialone Sarri ha dovuto ingoiare un altro boccone decisamente amaro. E’ tornata la pareggite in casa nerazzurra, come nel primo anno di Sciarpetta all’Inter (stagione 2004/05), e non poteva essere altrimenti: il Mancio infatti continua a cambiare formazioni e ruoli come Zamparini cambia allenatori, contro il modesto Carpi Sciarpetta ha estrapolato un inedito 4-2-4 (contro il 3-5-2 carpigiano, bah!) e una nuova linea difensiva che senza il vecchietto Miranda fa schifo a 360°. Eh, no caro Mancini, non puoi rimproverare con aria saccente il tuo migliore attaccante (”Quel gol l’avrei segnato anch’io a cinquant’anni”), che per colpa del tuo non gioco non riesce ad avere occasioni buone per segnare, non puoi dire “non siamo da terzo posto” dopo il popò di mercato che ti ha imbastito il tuo munifico presidente! A mio avviso l’Inter non è affatto uno squadrone, però il terzo posto lo devi raggiungere in carrozza quando hai due estremi come Handanović e Icardi. Se non sarà così per Sciarpetta non ci saranno scuse. Il Carpi invece lo vedo in crescita: nonostante il cambio di modulo (dal consolidato 4-5-1 al 3-5-2) gli equilibri non sono stati intaccati, poi quando ti segna un Lasagna, con quella faccia da bravo ragazzo della Bassa padana, è tutto molto più bello!
LAZIO – CHIEVO 4-1: partita rovinata letteralmente dall’espulsione di Cesar (si pronuncia Zesar con la Z di Zorro non Sesar alla brasiliana) e dal generoso rigore accordato dall’arbitro Calvarese alla Lazio. Poi, non c’è stata più storia, nonostante il rigore parato da Berisha. La Lazio, senza Klose e Anderson (Felipe non Pamela!) non ha uno straccio di schema offensivo e così si aggrappa sempre di più alla folta balba di Candreva, la zona Europa però ora è sotto tiro.
PALERMO – UDINESE 4-1: è crisi nerissima per le zebrette friulane che sembrano davvero in crollo verticale. Il ritiro imposto da patron Pozzo, dopo la comica esibizione contro la Juventus, non è servito a nulla perché contro il Palermo si sono riviste le solite amnesie difensive oltre al solito non gioco (ma questa non è una novità). I rosanero, che sembravano morti solo sette giorni fa, sono improvvisamente risorti come Lazzaro, a dire “alzati e cammina!” non è stato il taumaturgico Mister Mercatone, ma tale Guillermo Barros Schelotto (affiancato da tale Bosi sulla panchina), che non si sa come ha letteralmente ringalluzzito la squadra.
SAMPDORIA – NAPOLI 2-4: le pretestuose polemiche omofobe hanno ulteriormente caricato l’attacco atomico del Napoli, che contro l’abominevole difesa della Samp (Viviano è il portiere che ha subito più tiri in porta) ha trovato un valido sparring partner. Higuain continua a viaggiare a una media in stile Nordahl-Angelillo, e non è una novità, mentre è una novità eccome l’ottimo rendimento del Crestone Hamšik, che da mezzala sgobbona sta trovando la propria dimensione migliore. Del Napoli continua a non convincermi la difesa: Albiol e Kulibalì Kulibalà regalano sempre troppi centimetri agli avversari, cosa che non fa la difesa della diretta avversaria Juventus (che ha però la difesa della nazionale italiana). La Samp mostra anche qualche trama interessante in attacco con Cassano falso nove, ma dietro con Fenomeni Parastatali come Moisander, Zukanović dove vuoi andare?
VERONA – GENOA 1-1: il Verona non riesce proprio a vincere. Nonostante i ragazzi di Delneri abbiano giocato una buona partita, il risultato pieno non è ancora arrivato, il Treviso nel 2005/06 aveva vinto alla diciannovesima giornata contro l’Udinese, per l’Hellas fino a quando dovremo attendere? La squadra B del Milan invece ha palesato un passo indietro rispetto alla gara con il Palermo, cosa normale per una squadra che a gennaio viene sempre stravolta e infarcita di mercenari e capitani di ventura in cerca di rilancio come lo spagnolo Suso (ex Milan manco a dirlo!) che, nonostante sia qui in italia da un annetto abbondante non spiccica ancora l’italiano, ma dove siamo?
SASSUOLO – BOLOGNA 0-2: risultato a sorpresa quello di Reggio Emilia. Il Sassuolo ha steccato completamente la partita e il Bologna è risucito a far valere il suo titolo di “dotta e grassa” contro i provinciali piastrellisti. Donadoni oltre a Destro sta resuscitando anche Giaccherini, il Giaccherinho tanto amato dal Conte Parrucchino, in vista degli Europei.
JUVENTUS – ROMA 1-0: troppo forte questa Juventus, alla vittoria numero undici, che ha vinto con pieno merito, con il classico piglio della grande squadra, contro una Roma che deve ancora ritrovare la bussola. Lucianone (Spalletti non Moggi) a mio avviso si sta già cercando alla grande. Dopo una partita ha già messo in soffitta il modulo dei bei tempi che furono per abbracciare un 3-5-2 che più abbottonato non si può. Le due squadre hanno così giocato a specchio, uomo contro uomo: le due punte contro i due marcatori di difesa avversari, i tre centrocampisti rigorosamente a uomo (Nainggolan su Marchisio è stata la marcatura chiave) così come i due esterni a tutta fascia. Spalletti non poteva fare diversamente, perché le individualità della Juventus sono troppo superiori alle contendenti (in Italia almeno), il fortino giallorosso ha retto fin che ha potuto finché si è arreso al gran diagonale di Dybala, giocatore che non pensavo così forte: sa rendere facili le cose più difficili. Un’ultima cosa: dove sono finiti quelli che sostenevano che Allegri fosse un incapace?
Francesco Scabar