Si preannuncia una settimana decisamente succulenta, perché il turno infrasettimanale e le partite del prossimo week-end, che faranno da antipasto ad una tre giorni europea non meno importante, saranno decisive per il futuro del nostro campionato. Napoli e Juventus, le due autentiche schiacciasassi del campionato, prima di tuffarsi nell’avventura europea, avranno impegni differenti. Il ciuccio dovrà affrontare Lazio e Carpi mentre la Juve dovrà vedersela con Genoa e Frosinone. Due turni che potrebbero quindi favorire la Vecchia Signora che sulla carta ha due partite abbordabilissime, mentre il Napoli dovrà sfidare una squadra scorbutica come la Lazio che ha già fatto scherzi a Inter e Fiorentina e che a Carnevale, dove ogni scherzo vale, potrebbe piazzare qualche trabocchetto sulla strada di Higuain e soci. Questo turno numero ventidue ha comunque confermato che oltre al duo di testa il torneo offre davvero poco: se il Milan sembra in ascesa, seppur tardiva, l’Inter pare davvero piombata in un’autentica crisi di nervi con il proprio allenatore che sembra per davvero aver perso il lume della ragione. In coda non si registrano sussulti degni di nota, mentre nella bolgia del centro classifica abbonda il segno X con ben cinque pareggi e ben tre 0-0.

CARPI – PALERMO 1-1: questa volta l’inedita partita di sabato alle 15 non porta bene al Carpi. Il pareggio finale accontenta più gli ospiti che gli emiliani. Nelle file rosanero va segnalata la comparsata di Giovanni Tedesco, dopo Bosi e Viviani, tutti prestanome del mitico Mago sudamericano Schelotto! Lo stesso ex mediano del Perugia di Cosmi ha rivelato come funzionano le cose con l’argentino: “C’è intesa su tutto, ma durante la partita non abbiamo parlato molto. Ha dato alcune indicazioni importanti, ma nulla di più anche perché la squadra sa esattamente quello che deve fare”. Tanto la squadra la fa Padron Zampa!

ATALANTA – SASSUOLO 1-1: l’ultimo gol del Tanque Denis in Serie A è l’unico fatto rilevante di un pareggio che non serve a entrambe le squadre, soprattutto per le ambizioni europee dei neroverdi, squadra specializzata in pareggi (ben nove in ventidue giornate).

CHIEVO – JUVENTUS 0-4: Juventus impressionante che fa tredici (vittorie consecutive) e lancia un segnale non solo al Napoli ma anche al Bayern Monaco. Sono sicuro che il buon Pep Guardiola non starà dormendo sonni troppo tranquilli: l’inverno tedesco è bello freddino e la pausa di gennaio è sempre stata studiata dalle teste d’uovo della Federazione tedesca per avere le squadre crucche in palla a maggio (sempre se sono in corsa) e la Mannschafft carica a mille per mondiali ed europei! L’unica incognita, per quanto riguarda la Juventus, sarà il modulo: il 3-5-2 è fin troppo perfetto per l’Italia, mentre per l’Europa potrebbe procurare qualche problema. Allegri dovrà essere bravo a presentare un modulo flessibile e camaleontico, magari con i due esterni asimmetrici (Cuadrado a destra e Evra a sinistra per esempio), se così sarà prevedo problemi per i bavaresi, specie a Torino.

ROMA – FROSINONE 3-1: nell’inedito derby tra la Città Eterna e il capoluogo della Ciociaria, Lucianone Spalletti trova il primo successo nella sua seconda avventura romanista. La partita è stata però molto più equilibrata di quello che ci si aspettava: il Frosinone non ha sfigurato e con un paio di difensori e un portiere più decenti avrebbe anche potuto sognare l’impresa. La Roma è tutta nei singoli come quella del Sergente Garcia: davvero fantastico il gol del ritrovato Faraone, mentre capitan Ciccio Totti dimostra che a quarant’anni può ancora dire la sua nel calcio di oggi, l’assist di prima intenzione per il terzo gol di Pjanić è infatti un pezzo tipico della casa e della vecchia Roma spallettiana. Spalletti comunque mi sembra orientato a confermare la difesa a tre con De Rossi alla Sammer e pure l’inedito ruolo riservato a Nainggolan (trequartista), mosse che però sanno molto di pezza messa sul maglione bucato.

GENOA – FORENTINA 1-1: nonostante le due squadre abbiano di fatto giocato uomo contro uomo (3-4-3 contro 3-4-3), alla fine hanno finito per annullarsi a vicenda. Nella Fiorentina il supponente Paulo Sousa, espulso perché voleva fare la foca da circo davanti alla panchina, non può rinunciare al suo miglior bomber (Kalinić), inoltre deve sveltire la manovra a centrocampo. Nelle prime giornate la Fiorentina era capace di andare in porta con pochi passaggi, ora invece non più.

BOLOGNA – SAMPDORIA 3-2: successo importante per i felsinei che ora si vedono spalancare scenari di classifica decisamente interessanti, viceversa per la Doria, alla quarta sconfitta consecutiva, il baratro è dietro l’angolo. Che brutta squadra la Sampdoria, un’accozzaglia di pippe straniere (Dodò e Alvarez, ex Inter su tutti) e figurine sopravvalutate come l’altro ex interista Ranocchia, giocatore incapace di guidare la difesa dell’Inter, figuriamoci di quella doriana, peggiore solo a quella del Frosinone! Il Bologna ha comunque il grosso difetto di calare nei secondi quarantacinque minuti, retaggio probabile della non preparazione fatta sotto Delio Rossi, per il resto a Bologna possono finalmente godersi una società ambiziosa e seria.

NAPOLI – EMPOLI 5-1: semplicemente devastante la banda Sarri che ha saputo fare a pezzettini una squadra tosta e organizzata come l’Empoli, dimostrandosi tra le altre cose non dipendenti dalla propria stella Higuain, che comunque ha infilato il centro numero ventidue in altrettante partite! Si sono sprecati nel dopo-gara i paragoni tra questo Napoli e il Milan di Sacchi, paragone che a mio parere non sussiste assolutamente. L’unica cosa che può accomunare queste due squadre è il modo di difendersi (anche se il Milan teneva la difesa esageratamente alta), per il resto le filosofie proposte dai due tecnici, un ex rappresentante di scarpe e un ex impiegato bancario, sono abbastanza dissimili. L’Arrighe prediligeva un calcio servante e stressante adatto per eclettici nel suo 4-4-2, Sarri invece si basa molto su specialisti del ruolo sia a centrocampo che in attacco. In mediana il Cinghialone invece utilizza un classico centrocampo a tre tipico della scuola italiana: mediano incontrista (Allan) + regista (Jorginho/Valdifiori) + incursore (Hamšik), anche l’attacco è schierato con un tridente asimmetrico con un tornante (Callejon) a supporto delle classiche due punte (Higuain/Insigne).

TORINO – VERONA 0-0: il Toro deve ancora registrare l’attacco e impatta a reti bianche contro il derelitto Verona, che continua la striscia record di mancate vittorie. Siamo sicuri che la coppia Immobile-Belotti  sia ben assortita?  Tra i due chi è la prima e chi la seconda punta?

UDINESE – LAZIO 0-0: nonostante la seconda espulsione consecutiva di Danilo, a cui il nuovo stadio completato evidentemente porta una sfiga pazzesca, l’Udinese riesce a tamponare l’emorragia di sconfitte con un pareggino che serve solo a mitigare la freddezza e lo scetticismo della piazza, incazzata per essersi vedere scippata l’intitolazione “Friuli” dal friulanissimo patron Pozzo in favore di “Dacia Stadium” (il potere del Dio denaro può questo ed altro). La Lazio paga come al solito l’assenza di un attaccante serio, essenziale per il gioco del suo tecnico, in una partita da due squadre che hanno i propri bomber (Di Natale e Klose, quasi ottanta anni in due) distrutti dall’età in panchina, non poteva che finire 0-0!

MILAN – INTER 3-0: l’atteso derby di serata segna il trionfo di Sinisa Mihajlović sull’amico ed ex compagno di squadra Mancini, che sembra davvero precipitato in una crisi di nervi dopo l’incredibile lite dai contorni sodomiti con l’omofobo Sarri. Anche contro i Casciavit, Sciarpetta ha dimostrato di essere completamente nel pallone. Ha confermato l’assurdo 4-2-4 visto con il Carpi (ma poteva anche essere un 4-4-2 o un 4-2-3-1, chi l’ha capito!) con una coppia d’attacco di seconde punte (Jovetić/Eder), due esterni che non fanno la fase difensiva (gli slavi Perišić/Ljajić) e una mediana composta da giocatori lenti e perdipiù inadatti a un centrocampo a due. A questo aggiungiamo l’improbabile coppia di terzini, formata dall’adattato J.J. e dal rinsavito Santon, per completare l’autentico scempio messo in campo da Sciarpetta. Non voglio fare come quelli che vogliono buttare la croce addosso a chi è in difficoltà: mi spiace vedere un fuoriclasse del calcio italiano come il Mancio aver perso completamente la bussola, e pensare che fino allo scivolone diplomatico con Sarri Mancini aveva tenuto un comportamento quasi impeccabile sia con quel manipolo di mercenari anarchici e casinisti che si trova in squadra sia con i classici giornalisti linguacciuti. Si sa però che la panchina dell’Inter scotta e che solo tre santoni (Herrera, Trapattoni, Mourinho) sono riusciti a domarla, come diceva il buon Trap: “l’Inter non ha vie di mezzo: o sta sulla Luna o va ne pozzo”. In quanto al Milan, non mi monterei troppo la testa per il successo, salutato a fanfare spiegate dal solito padre venerabile Berlusconi, presentissimo quando si vince, e dal suo potenziale erede/scagnozzo Salvini che elegantemente ha posto la mano sulla doccia del gomito dopo il rigore sbagliato da Icardi, si sa signori si nasce non si diventa! Lo Sputacchione, persona intelligente e pragmatica da buon serbo, sta dando una logica alla squadra, a differenza dell’amicone Mancini, con un 4-4-2 fatto di poche idee ma redditizie. I motivi del vistoso miglioramento dei rossoneri a mio avviso sono due: il recupero di Montolivo in versione recupera palloni, abbinato ad un autentico cavallo pazzo anarchico come Kučka e l’efficacia del gioco sulle fasce, dove Abate-Honda e Antonelli-Bonaventura formano delle ottime catene di supporto al duo d’attacco. Chiaro che il materiale è quello che è e che oltre il quinto posto difficilmente si andrà a finire, però Miha si sta rivelando almeno un allenatore di calcio a differenza del predecessore.