Sabato sera, 28 gennaio, ha avuto luogo un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin ed il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In 40 minuti di conversazione, i due leader hanno convenuto che le relazioni bilaterali tra Russia ed USA devono essere migliorate.
Nonostante alcune contraddizioni oggettive, vi sarebbero solidi basi per trovare un accordo. Questo riguarderebbe soprattutto il Medio Oriente e la lotta agli islamisti. Per la Russia, tuttavia, la questione di fondamentale importanza è la situazione nella ex Ucraina orientale, che è stata discussa in termini molto generali.
Entrambe le parti hanno dimostrato cauto ottimismo, ma hanno tuttavia apprezzato il risultato della telefonata. Secondo i rappresentanti del governo degli Stati Uniti, nel corso della conversazione, sarebbe stata posta la base per un miglioramento delle relazioni tra i due Paesi.
In Russia, Donald Trump è visto con notevole simpatia. Al contrario degli ucraini, che avevano inizialmente sostenuto Hillary Clinton, i russi guardano a Trump con grande rispetto: la classe politica russa si aspetta, infatti, dei cambiamenti sul piano internazionale dopo otto anni di governo democratico negli USA. L’ex presidente Obama è invece visto in chiave negativa in Russia, così come Hillary Clinton.
Per Trump, d’altro canto, stabilire buone relazioni con Putin sarebbe molto importante. Infatti, in Russia, il nuovo presidente americano è talvolta visto come il riflesso americano di Putin.
Nonostante le buone premesse, tuttavia, nessuno dei due Paesi sembra farsi illusioni: al di là della simpatia reciproca, vi sono in gioco anche gli interessi oggettivi dei due Paesi. Trump ha più volte dichiarato che sarebbe stato un partner difficile per Putin; Mosca, a sua volta, non ha fretta di fare la riverenza di fronte al nuovo presidente degli Stati Uniti.
Trump è conosciuto come un imprenditore di successo, ma i russi si chiedono ancora quanto successo potrà avere nel ruolo di negoziatore internazionale. Inoltre, agli occhi della Russia, Trump si sta rapidamente creando nemici: i sui primi passi come presidente, infatti, sono stati una dichiarazione contro la Cina, l’innalzamento di barriere nei confronti del vicino Messico e di sette Paesi musulmani (Iraq, Siria, Iran, Yemen, Somalia, Libia e Sudan), moltiplicando così i nemici degli Stati Uniti in tutto il mondo. Agli occhi di Mosca, si tratterebbe di mosse pericolose.
Vladimir Putin, d’altro canto, nonostante abbia agito più cautamente, avrebbe già provato di essere un diplomatico ed un buon negoziatore internazionale.
Secondo i commentatori russi, la presidenza di Trump potrebbe portare ad una riduzione dell’influenza americana nel mondo, portando invece ad una graduale crescita di quella russa.
Silvia Vittoria Missotti
In effetti le prime mosse di Trump sono contraddittorie , come per esempio la ipotetica decisione di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme, mossa checertonon contribuirebbe ad un clima di distensione e di ricerca di una soluzione della questione palestinese.
Le altre decisioni sono addirittura assurde visto che le misure anti terroristiche si rivolgono verso i paesi che più di tutti hanno subito e subiscono ancora guerre di terroristi che fino ad ora sono stati sostenuti finanziati e diretti proprio da paesi come Arabia Saudita, Qatar, Turchia che invece non sono stati toccato dallo stesso provvedimento( da ricordare che i terroristi delle torri gemelle erano sauditi,giordani,egiziani)percui questa decisione sembrerebbe rinforzare proprio i regimi più reazionari che avrebbero ancora la possibilità di continuare la politica di destabilizzazione in medio oriente.
La Turchia porrebbe entrare in influenza russa per cui le sue mosse potrebbero rientrare in u contesto più controllabile.
La “novità” Trump potrebbe presto trasformarsi in un flop con conseguenze nefaste su tutto il quadro politico mondiale, soprattutto sul lato cinese che un obbiettivo principale dell’attuale presidente americano.