Preceduta da tre giorni di incessanti piogge che avevano messo in seria difficoltà diverse regioni d’Italia, la Tempesta Vaia ha fatto il suo ingresso il 29 ottobre 2018. Un evento inaudito, con effetti mai visti prima, nemmeno durante l’alluvione del 1966.

Precipitazioni sopra i 70 centimetri e raffiche vicino ai 200 km/h sono riuscite a stendere, come fossero stuzzicadenti, quasi 14 milioni di alberi, colpendo la Val di Fiemme, Val d’Ega, le Dolomiti, l’Agordino, la Marmolada, il Cadore, il Comelico, l’Altipiano di Asiago. Veneto, Trentino e Friuli, tre regioni che hanno contato danni incalcolabili.

La Lombardia ha contato 44 milioni di euro di danni, il Friuli 615 milioni, il Trentino 400 ed il Veneto, capolista, ben 1,6 miliardi di euro. 100 mila ettari di boschi sono spariti nel nulla, lasciando il posto a detriti, ceppaie, strade distrutte, villaggi interi da ricostruire, laghi alpini sommersi di detriti.

Un anno dopo, si è riusciti a rimuovere solamente il 15% del materiale rimasto sul terreno. Il legno, ha preso la strada dell’Austria e della Cina, partendo dai porti di Marghera e di Capodistria. Il mercato del materiale, ben presto saturato dall’enorme quantità di legname a disposizione, ha trovato fortunatamente disponibilità sul mercato estero.

La vita nei luoghi post – Vaia vede tuttora un immenso cantiere a cielo aperto lungo 41mila ettari di valle. L’Unione Europea ha mandato i suoi operai specializzati da Francia, Germania, Slovenia, Austria, Lituania e Finlandia. Il pregiatissimo abete rosso, ha visto il valore del suo legno precipitare di gran lunga, essendo stato in gran parte abbattuto.

Dopo un anno, si è inteso che gran parte degli alberi schiantati rimarrà a terra, poiché rimasti in versanti inaccessibili. Come percentuali, il 50% del legname proviene dall’Altipiano di Asiago (da cui partono una cinquantina di camion giornalieri), mentre il 40% dalla Val Visende, nel Bellunese, tra le più colpite nella tragedia. Il trasporto, durerà tutto il 2020 e anche 2021.

Quanto alla ricostruzione, il Veneto vanta 1746 cantieri aperti, impegnando 377 milioni di euro, utilizzando tutti i fondi della manovra finanziaria.

Se pensiamo all’ambiente, l’orientamento prevalente è lasciar spazio al rinnovamento naturale, pur salvaguardando la natura dall’attacco degli animali selvatici, e combattendo ogni tipo di boschi meticci. Ad esempio, se si trattasse di un bosco di betulle, esso deve rinascere come tale, e non misto di faggi, betulle e abeti.

Tra luci ed ombre si cerca di rinascere. I paesi, come Rocca Pietore, non possono essere abbandonati ora. Devono rivivere, grazie al turismo, alla solidarietà, all’inventiva e al genio italiano, che si esprime sempre al massimo proprio durante le situazioni di emergenza. La generosità ha alimentato grandi gocce, arrivando all’acquisto di nuovi scuolabus, mezzi antincendio, e tutto quanto serve alla rinascita del territorio. I volontari del Soccorso Alpino hanno sistemato campeggi, strade, boschi ove possibile, rendendo possibile il ritorno nei luoghi di Vaia.

E’ sembrato, nei giorni successivi al disastro, di attraversare delle zone di guerra. Gli archivi dell’altipiano di Asiago, che conservano le foto dei boschi dopo il conflitto del 1915 – 1918, regalano uno scenario simile. E difatti, ci vorranno cent’anni, forse anche oltre, per veder rinascere i boschi. Tuttavia, per regalare alla collettività e alle generazioni future ciò che noi, sino al 2018 abbiamo fruito come bene superiore, dobbiamo impegnarci alla rinascita e al rispetto della natura.

Un post – Vaia è possibile, se noi tutti lo vogliamo. Così, il lago di Alleghe tornerà ad essere uno specchio alpino, e non un teatro acquoso di color rosso “morte”, il colore dei pini schiantatisi al suo interno; i Sette Comuni torneranno ad essere luogo di pace e memoria; il Bellunese la provincia più verde d’Italia; ma soprattutto, potremmo raccontare ai nostri figli il ciclo della vita, e potranno anch’essi giocare in quei verdi prati ove anche noi abbiamo compiuto i nostri passi.

 

UN COMMENTO

  1. Purtroppo non ho visto la bellezza di quel posto prima del disastro, ho questo rimpianto, mi dispiace tanto per lo brutto scenario. … tutti coloro che hanno visto quel posto prima della tempesta Vaia sono stati fortunati

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