Non si ferma il sisma che, insieme alla neve, sta devastando il Centro Italia. Nella notte sono state registrate almeno 80 scosse di magnitudo non inferiore a 2, di cui due di magnitudo 3.5.

Una rilevata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) alle 2,28 in provincia de L’Aquila, a 3 chilometri da Montereale, ad una profondità di 10 chilometri, e un’altra nella provincia di Rieti alle 2.53, ad una profondità di 8 chilometri, a 4 chilometri da Amatrice. A tutto ciò si aggiunge il maltempo che non lascia ancora tregua.

Proprio a causa del maltempo risultano non più alimentate 98mila utenze elettriche in Abruzzo e 14mila nelle Marche.

Una vittima nel teramano: un uomo morto sotto un edificio crollato. E c’è un disperso per un’altra slavina nell’Aquilano.

Paura e preoccupazione per la sorte delle persone rimaste intrappolate nell’albergo Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso, nella frazione marchigiana di Farindola, travolto da una slavina provocata dal terremoto e dalle intense nevicate.

Due persone che si trovavano all’esterno della struttura sono state tratte in salvo, una è in ipotermia. “Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde”, raccontano i soccorritori. L’ipotesi più avvalorata dagli esperti del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino è che la valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano sia stata causata dalle forti scosse nell’Aquilano.

“E’ una situazione drammatica: c’è un insieme di circostanze, da un lato il terremoto e dall’altra un’ondata di freddo e di maltempo senza precedenti negli ultimi anni. I sindaci, in questo momento, non ce la fanno più”, ha affermato Enzo Bianco alla riunione dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani.

“Ci sono comuni e frazioni che sono ancora senza energia elettrica, isolati, è una vera e propria emergenza. Chiediamo ci sia una ordinanza straordinaria di Protezione civile, seria, ben fatta, e chiediamo a tutti di fare la loro parte”, ha aggiunto Bianco.

Un disastro anche economico. Per Coldiretti sono circa tremila le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree colpite dal terremoto, dove si contano “casi di isolamento, nuovi crolli, decine di mucche e pecore morte e ferite, difficoltà per garantire l’alimentazione degli animali ma anche per le consegne con tonnellate di latte che da giorni si è costretti a gettare”.