Terremoto L'Aquila 2009

Dopo l’interrogazione parlamentare di Alberto Bagnai e altri senatori della Lega sulla ricostruzione nei territori del Centro Italia, colpiti dal terremoto del 2016, alcuni senatori abruzzesi hanno presentato un’interpellanza parlamentare per sollecitare il governo “ad attivarsi con la massima urgenza, sollecitudine e risolutezza” e “riaprire le negoziazioni sulla procedura di infrazione” decretata dall’Europa.

L’Unione Europea ha infatti multato l’Italia in seguito alle esenzioni ed agevolazioni fiscali dei quali i cittadini e le aziende abruzzesi colpiti dal sisma de L’Aquila del 2009 hanno goduto. Bruxelles ha considerato il supporto dato ai terremotati un “aiuto di Stato”, dando l’ennesima prova dell’irriformabilità di questa istituzione e del suo estremismo ideologico neoliberista.

I senatori Gaetano Quagliariello, Alberto Bagnai e Nazario Pagano, tutti di centrodestra, hanno aperto l’iniziativa a tutti i parlamentari di destra e di sinistra abruzzesi, senza alcuna preclusione pregiudiziale. L’obiettivo, si legge nel documento rilasciato dalla Lega, è di “scongiurare gli effetti disastrosi di una decisione iniqua, che metterebbero in ginocchio l’economia di un territorio già duramente colpito”.

I senatori che hanno firmato il documento sostengono che il governo possa affidarsi al Temporary Framework, misura dell’Unione Europea entrata in vigore dal 2008 al 2010, per sostenere le aziende europee in difficoltà a causa della crisi dei subprime. Il TF prevedeva che i governi avrebbero potuto stanziare in via eccezionale:
– un tetto di aiuti di 500mila euro per ogni impresa nel biennio 2009-2010, per far fronte alle difficoltà immediate;
– aiuti per ridurre i premi sulle fidejussioni;
– aiuti in forma di sussidi per ridurre gli interessi su qualsiasi tipo di prestito;
– aiuti specifici per ridurre gli interessi sui prestiti collegati a prodotti che migliorano in modo significativo la protezione dell’ambiente.

Gli aiuti del TF sarebbero quindi in linea con le agevolazioni consentite dal governo alle aziende del territorio abruzzese, che secondo i firmatari non sono state un’alterazione della concorrenza, ma “solo un risarcimento rispetto a un danno subito, esso sì in grado di falsare e minacciare il mercato concorrenziale”, si legge nella missiva pubblicata dalla Lega. “Una decisione quella dell’UE – continua il documento – che non considera i costi subito da un territorio colpito da un sisma come quello del 2009 in Abruzzo non sono computabili soltanto in danni materiali, bensì anche in danni immateriali derivanti dal blocco di un’intera economia, degli apparati istituzionali locali e dal grave fenomeno di spopolamento conseguente alla distruzione di interi paesi e comunità”.

L’iniziativa vuole affiancarsi alle numerose sollecitazioni intraprese dalle istituzioni locali nei confronti del governo Gentiloni, affinché faccia sentire la propria voce a Bruxelles.