Terrorismo: arrestato gambiano affiliato a isis a Licola

Aveva giurato fedeltà all’Isis ed era pronto a colpire in Italia e in Europa. Sillah Osman, gambiano di 34 anni, è stato arrestato in provincia di Napoli, dopo una lunga permanenza in Puglia, dove era stato ospitato in un centro accoglienza. E’ il secondo arresto di un cittadino gambiano, dopo quello del 21enne Alagie Touray, ospite di un hotel a Pozzuoli lo scorso aprile.

Sillah Osman viene descritto dagli investigatori come un soggetto estremamente fragile dal punto di vista psicologico, facilmente plagiabile. Si era introdotto un paio di giorni fa a una manifestazione religiosa in Puglia. Circostanza che ha allarmato gli investigatori, inducendoli a metterlo sotto stretta sorveglianza.

“Io sono un soldato di Dio, lo sai, non devi temere per me”. Con queste parole il gambiano si è rivolto poco tempo fa alla moglie rimasta in Africa, durante una telefonata, intercettata dagli investigatori.

Osman e Touray farebbero parte di un gruppo strutturato che ha ricevuto la prima radicalizzazione in Libia e in Nord Africa. Le indagini sono state condotte dal Ros dei carabinieri guidato da Gianluca Piasentin e dalla Digos della polizia diretta da Francesco Licheri con il coordinamento della Procura diretta dal procuratore Giovanni Melillo. Un prezioso contributo alle indagini è stato dato anche dal comandante del Ros Pasquale Angelosanto e dal direttore della polizia di prevenzione Lamberto Giannini.

I due gambiani, che facevano parte di un gruppo di una settantina di persone, sono stati addestrati nello stesso campo libico, dove hanno prestato giuramento a Daesh. Una volta in Europa, spiegano gli investigatori, “vi è l’idea che entrambi dovessero partecipare a un attentato terroristico che prevedeva la partecipazione di molti uomini, ma non sappiamo dove, se in in Francia, in Spagna oppure altrove”.

Alagie e Sillah, erano addestrati all’uso di coltelli, armi, esplosivi e di auto come arieti. Determinante, per “stanare” Sillah (beneficiario di un permesso di soggiorno provvisorio con scadenza nel 2019 e in attesa di ammissione ad un progetto Sprar), è stato proprio Touray.

Nel Cara di Lecce gli investigatori, definiti “crociati” su una rivista dell’Isis, avevano installato una videocamera. Il gambiano era stato registrato mentre simulava un’azione violenta mimando l’uso di un mitra.