La storia di Drazen, detto Gorky, mezzo zingaro, mezzo aragonese, tutto comunista, omicida, ex miliziano palestinese e poi capo ultrà.

La guerriglia contro le altre tifoserie di estrema destra, attraverso l’Ungheria, da sostenitori del piccolo Tatabanya. La lotta contro la polizia e poi, in estremo, contro il Mossad. Ingredienti “estremi” per questo romanzo di Daniele Vecchi, un “gonzo journalist” secondo la definizione di Federico Buffa in una delle due prefazioni (l’altra è di Wu Ming I), che celebra i “Togliatti Blocks”. Dalla fantasia dell’autore, sono usciti questi ultras del Tatabanya, militarizzati da un direttorio eterogeneo, di estrazione comunista, ma temuti anche dell’estrema sinistra, odiati dalla destra e dal potere. Trasferte, violenza, politica radicale, la nascita in un quartiere popolare di stile sovietico, il nome ripreso da un grande del comunismo mondiale, il tutto messo nero su bianco senza la paura della militanza e dell’impegno politico.

Il sogno ribelle dei Togliatti Blocks si spegne durante gli scontri con gli ultras del Ferencvaros, quando Gorky viene pugnalato a morte dal capo ultrà rivale, Gabor, che in realtà è un agente del Mossad, mescolato fra i naziskin. Doveva far pagare allo “zingaro comunista” la morte di due soldati israeliani.

Un romanzo che non lascia nulla al caso, che riannoda la storia di Gorky attraverso le sue tappe, dalla Catalogna, al Kosovo, alla Palestina, fino all’Ungheria. Un romanzo che, come detto, non ha paura di esprimere pensieri alternativi, che si intreccia con valutazioni politiche, sicuramente non “correct”.

Marco Bagozzi