Nel mattino dello scorso 7 aprile, presso la Denden House di Asmara, il Presidente eritreo Isaias Afewerki ha accolto l’inviato speciale cinese per il Corno d’Africa, Ambasciatore plenipotenziario Xue Bing. La conversazione ha riguardato gli ultimi sviluppi nei rapporti di collaborazione tra Cina ed Eritrea, particolarmente acceleratisi negli ultimi anni soprattutto con la nascita del Partenariato Strategico tra i due paesi, con l’adesione di Asmara alla Belt and Road (BRI) ed infine con la lunga visita di Stato e di lavoro condotta lo scorso anno dal Presidente Afewerki in Cina, dove sono state siglate ulteriori e numerose cooperazioni scientifiche, tecnologiche, economiche, di sicurezza e via dicendo. Del resto, numerose sono state anche le visite di delegazioni cinesi ad Asmara, e a tal proposito lo stesso Xue Bing vi era giunto solo pochi mesi fa, a dicembre del 2023.

Il rapporto tra i due paesi, dunque, appare già oggi estremamente sinergico, come del resto ci s’aspetterebbe da un’amicizia che li lega non da trent’anni, ovvero dall’Indipendenza dell’Eritrea e dall’avvio dei primi rapporti diplomatici ufficiali, ma addirittura da sessanta, col sostegno già precedentemente fornito da Pechino al Fronte Popolare di Liberazione Eritreo (FPLE) allorché combatteva per guadagnarsi la libertà dal duro dominio etiopico. Così infatti recita proprio una battuta spesso ripetuta per commentare gli storici rapporti sino-eritrei: paesi amici non da trenta ma addirittura da sessant’anni. Il Presidente ha posto l’accento sull’importanza dei forum regionali e bilaterali, e sui tangibili risultati che la rispettosa ed armoniosa cooperazione tra Cina ed Eritrea vi ha permesso di raggiungere. Considerando ciò come un merito d’entrambe le parti, il Presidente ha a quel punto confermato come l’Eritrea sia pronta ad intraprendere ulteriori passi verso una cooperazione bilaterale sempre più ampia e variegata. Anche per questa ragione, l’Eritrea parteciperà al Forum Cina-Africa (FOCAC) previsto per il prossimo mese di settembre.

Tuttavia, l’incontro alla Denden House non si limitava esclusivamente ai temi bilaterali, data la sempre più grave mole di crisi internazionali che oggi lanciano un serio e doloroso richiamo all’intera comunità mondiale. La pace regionale in Corno d’Africa, oggi, è fortemente minacciata da una serie di sfide che già in buona parte l’hanno vanificata: la guerra civile in Sudan, i vari conflitti etno-politici interni in Etiopia, le rinnovate vicissitudini della Somalia, ed infine l’emergente instabilità nell’area del Mar Rosso già segnata nel suo settentrione dalla guerra a Gaza ed oggi segnata da inquietanti presenze militari straniere intervenute dopo il guanto di sfida lanciato dagli Houthi nello Yemen. Due immensi archi di crisi si dipartono infatti da Gaza, uno attraversando il Sudan e l’area del Nilo per giungere fin nel cuore del Corno d’Africa e alle sue coste somale, l’altro passando dal Libano, dalla Siria e dall’Iraq per insinuarsi nella Penisola Arabica fino allo Yemen, dove vanno a caricare quello che oggi ne appare come il fronte meridionale. I due archi di crisi passano intorno all’Eritrea che, in tutto il quadro regionale, appare come l’unico paese capace di mantenere un’incrollabile stabilità e capacità di difendere il proprio stato di pace: merito sicuramente di una piena sovranità, che non vede Asmara soggetta ad alcuna autorità politica e militare straniera, dell’efficacia delle sue forze armate, tra le prime dieci per importanza nel Continente e pertanto capaci di dissuadere più che efficacemente eventuali tentazioni altrui, e della sua politica governativa estremamente moderata ed armata di una diplomazia che negli ultimi trent’anni ha saputo guadagnarsi una solida reputazione tra Africa e Mondo Arabo. Quel che è in atto tra Medio Oriente e Corno d’Africa, e che ha nel Mar Rosso una cerniera e un punto di convergenza, vede oggi un vero e proprio cortocircuito tra grandi e medie potenze sia esterne che regionali, ad esempio con l’azione destabilizzatrice etiopica a danno del Sudan e della Somalia, in entrambi i casi coadiuvata e sostenuta da paesi come gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti ed Israele. Consigliamo ai lettori di dare una lettura ai tanti link che alleghiamo a questo articolo in modo da poter avere una più piena comprensione della grave questione regionale ed internazionale dinanzi a cui oggi ci troviamo.

Eppure proprio per questo è importante più che mai perseverare oggi nella difesa della pace e degli strumenti di mediazione politica che ne garantiscano la sopravvivenza insieme a quella della valenza del diritto internazionale. Parlando con l’Ambasciatore Xue Bin, il Presidente Afewerki ha ricordato le odierne situazioni in corso nel Corno d’Africa, nella Valle del Nilo, nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, ovvero quelle aree dove vanno a passare proprio quei due archi di crisi di cui parlavamo nel paragrafo precedente. Ancora, identificando in Gaza il principale elemento detonatore di questa immensa catena di crisi regionali, ha condannato le devastazioni e le esecuzioni indiscriminate che vi sono perpetrate dalle forze militari di Israele. A tal proposito è opportuno ricordare come l’Eritrea già al recente Vertice del Non Allineati abbia condannato per bocca del suo Ministero degli Esteri, Osman Saleh, l’occupazione israeliana e le sue gravi conseguenze umanitarie e geopolitiche, ribadendo una posizione che è del resto ribadita anche da parte crescente della comunità internazionale, a cominciare proprio dalla Cina. Non a caso, anche durante l’incontro dello scorso 7 aprile, l’Ambasciatore Xue Bing ha lodato la politica indipendente di Asmara, basata sui principi di sovranità, non allineamento e rispetto dei valori del diritto internazionale. Congedandosi dall’incontro col Presidente, l’Ambasciatore ha infine espresso il proprio sicuro auspicio che tra Asmara e Pechino sempre più si rafforzino gli storici legami strategici reciproci e la collaborazione contro le politiche egemoniche occidentali.

La visita di Xue Bin segue di due giorni la partenza da Massaua di una delegazione della Marina Militare Russa, approdata nel paese lo scorso 28 marzo e partita il 5 aprile, dopo aver visitato tutta la costa del paese ed aver tenuto due conversazioni col Presidente Afewerki nel corso della propria permanenza. Anche in questo caso, come già abbiamo descritto, s’è trattato dell’ennesimo capitolo di un altrettanto importante rapporto che unisce Asmara ad un altro suo strategico alleato, Mosca, con cui esattamente come con Pechino nel corso degli ultimi anni la già storica e pregressa affinità ed identità di vedute è andata ancor più intensificandosi.

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