Ucraina, presidenziali: Zelensky e Poroshenko

Domenica 31 marzo si sono svolte le elezioni presidenziali in Ucraina. Come previsto, nessuno dei candidati ha ottenuto la maggioranza nel primo turno. Al secondo turno, il 21 aprile, si fronteggeranno l’attuale presidente Petro Poroshenko e il comico televisivo Vladimir Zelensky.

Martedì 2 aprile sono stati riassunti i risultati delle elezioni, i voti sono stati conteggiati in tutti i seggi elettorali. Vladimir Zelensky ha ricevuto poco più del 30% dei voti, mentre l’attuale presidente Petro Poroshenko ha ottenuto il 15,9%. Tali risultati erano già stati previsti dai servizi sociologici in Ucraina alla vigilia delle elezioni.

Tuttavia, i risultati delle votazioni hanno suscitato il disappunto di Poroshenko, che probabilmente contava su un risultato maggiore, almeno il 20% dei voti. In un precedente articolo, avevamo detto che il presidente Poroshenko controlla i servizi speciali e l’esercito. Inoltre, l’Ucraina è un Paese con un alto tasso di emigrazione, con 9-10 milioni di cittadini che vivono e lavorano in Russia e nei Paesi dell’Unione europea. Di questi, circa 5 milioni si trovano in Russia, dove le autorità ucraine hanno ordinato la chiusura di tutte le aree dell’ambasciata e dei consolati generali in vista delle votazioni.

Poroshenko, presso la circoscrizione estera, ha ricevuto il maggior sostegno degli elettori – il 38,93% dei voti. Ciò è dimostrato dai dati della Commissione elettorale centrale sui risultati dell’elaborazione del 100% dei protocolli. Sempre nelle votazioni degli ucraini che si trovano all’estero, al secondo posto vi è Vladimir Zelensky (26,01% dei voti). Poroshenko ha dunque ottenuto il maggior numero di voti nella maggioranza dei Paesi in cui si è svolta la votazione in un distretto elettorale all’estero – 53 su 72. Hanno votato per lui 21,4 mila cittadini ucraini. Zelensky ha ricevuto il maggior numero di voti in 17 Paesi. 14.3000 elettori hanno generalmente votato per lui: come osservano gli esperti indipendenti ucraini, questi risultati sono una conseguenza dei brogli sui risultati elettorali.

Sia l’opposizione ucraina che le autorità russe sono d’accordo sul fatto che le elezioni presidenziali in Ucraina si siano svolte con numerose violazioni. Solo lo stesso presidente Poroshenko non è d’accordo su questo fatto, e i suoi consensi sono scesi del 40-50%, tre volte in meno del suo risultato nel primo turno.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha osservato che gli osservatori dell’OSCE, nella relazione preliminare sui risultati del primo turno, hanno notato numerose violazioni, tra cui la corruzione e la pressione sugli elettori. “Penso che, se questo fosse successo da noi (in Russia, ndr), tutti questi fatti avrebbero suscitato grande scalpore. Invece, ora (in Ucraina, ndr) vengono ovattati”. Una dichiarazione secca, quella di Lavrov, che poi afferma: “Tutto questo non ha influenzato la legittimità (dei risultati, ndr) e la grave violazione delle regole dell’OSCE quando i nostri osservatori sono stati espulsi, e la decisione di negare il voto a più di tre milioni di ucraini che lavorano e vivono in Russia”.

In effetti, agli osservatori provenienti dalla Russia non è stato permesso di assistere alle votazioni in Ucraina. Tuttavia, l’OSCE si è limitata a criticare solo moderatamente le autorità ucraine a causa della violazione dimostrativa della procedura elettorale. Le dichiarazioni di Yulia Tymoshenko, uno dei politici più esperti in Ucraina, sono in linea con la dichiarazione di Lavrov. Ha definito i risultati dell’attuale presidente, Petro Poroshenko, delle “elezioni truccate”, e ha dichiarato i numerosi fatti di corruzione degli elettori. Tuttavia, la Tymoshenko non inviterà i suoi sostenitori a protestare contro il risultato elettorale: i tribunali ucraini sono completamente controllati dal presidente Poroshenko.

Alcuni cambiamenti si sono però verificati. In un precedente articolo avevamo scritto che erano stati ricevuti ordini, provenienti da chi è vicino al presidente Poroshenko, che gli avrebbero dovuto assicurare un’alta percentuale di voti nell’esercito ucraino. Tuttavia, i risultati del voto nell’esercito nel suo insieme sono gli stessi del Paese: l’esercito, votando per Zelensky, ha mostrato sfiducia nei confronti di Petro Poroshenko. La pubblicazione indipendente ucraina più influente (e non ancora censurata) “Vesti” parla di questo fatto, e nota che vi sono informazioni riguardo a un giro di vite all’interno dell’esercito, con il quale sarebbero stati fatti fuori i personaggi meno fedeli al presidente uscente.

Ora, gli esperti ucraini sostengono che Poroshenko può vincere nel secondo turno, anche se disonestamente, usando la “risorsa amministrativa” e mimetizzando la corruzione degli elettori. Tuttavia, la domanda principale riguarda la natura stessa del governo ucraino: può essere definita democratica?

Silvia Vittoria Missotti